dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 04/05/2014
ANNAMARIA ...
E
L'AMORE COME BATTITO D'ALI
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Giovedì
Filippo il pescatore (397)
Ci sono categorie di persone che non sono mai soddisfatte di ciò che hanno e fanno. Una di queste categorie è quella dei pescatori. I pescatori veri, quelli di una volta, che pescavano per soddisfare l’appetito non ci sono più. I pescatori attuali hanno altre mire. C’è chi si dedica alle gare e chi a “caccia di prede… impossibili”. Anche lungo il fiume Ticino a Pavia ci sono pescatori “originali”. Uno di questi è Filippo. Pescatore era suo padre, il nonno ed il bisnonno. A cinquant’anni ha, ancora, una passione: la pesca… e non solo. In gioventù si era innamorato una sola volta a vent’anni… Rosanna una ragazza bellissima. Era una vicina di casa. Conosceva il vizio del coetaneo per la pesca. Avrebbe accettato la corte se Filippo “avesse rinunciato a fare il pescatore”. Come si fa a rinunciare ad una passione che ormai è entrata nel sangue? Difficile, anzi, impossibile. Filippo doveva scegliere tra Rosanna… e la pesca. Scelse la pesca. Sua madre l’aveva avvisato. “Hai fatto male Filippo a rinunciare a Rosanna per i pesci. Quando non ci sarò più io, cosa farai?” Il pescatore ventenne aveva alzato le spalle e non aveva risposto. Ora, però, sua madre non c’era più e lui si trovava solo nella sua grande casa poco distante dal fiume. A cinquant’anni i dubbi fanno presto a diventare ossessioni. A vent’anni, Filippo si era messo in mente di pescare la più “bella preda del Ticino”, un luccio che, secondo le descrizioni dei colleghi, era lungo centoventi centimetri. Era il sogno di tutti i pescatori locali. Tutti dicevano di averlo visto (almeno una volta), di averlo “quasi” preso, ma nessuno ci era mai riuscito. Ormai il “luccio Casimiro” (così era soprannominato) era diventato una leggenda. Per anni, Filippo aveva inseguito una leggenda, quella leggenda… ma il luccio non si era mai lasciato prendere. Ora, il cinquantenne ci pensava… ammetteva i suoi fallimenti ed aveva dei rimpianti. “Se avesse detto “si” a Rosanna?” Ora, sarebbe stata un’altra cosa. Avrebbe avuto una sua famiglia, magari dei figli… sicuramente una compagna con cui parlare… e raccontare i suoi “fallimenti come pescatore”. Un anno fa, Filippo era giunto alla decisione che avrebbe “smesso di fare il pescatore”. Detto fatto aveva fissato la data: un sabato mattina… dopo aver tentato per l’ultima volta di prendere il luccio Casimiro alla “tomba del Maresciallo”. Era un punto pericolosissimo (tra Torre D’Isola e Pavia). Un punto in cui il fiume Ticino cambia direzione… Un vortice unico di mulinelli. Il luogo ideale per i lucci. Filippo si era detto: “Oggi, o mai più”. Giunto sul luogo prescelto, il cinquantenne aveva predisposto l’attrezzatura pronto all’ultima grande sfida. Filippo stava per iniziare… quando comparve in mezzo ai cespugli una donna. Era Rosanna, “l’innamorata dei suoi vent’anni”. Invecchiata, delusa e amareggiata. “Cosa ti è successo?” La donna non rispose. “Allora, vuoi parlare e dire come stanno le cose?” Rosanna raccontò la sua vita intessuta di delusioni. A vent’anni, dopo aver risposto a Filippo che avrebbe accettato la corte se avesse lasciato la pesca… non c’era stato più un uomo che l’avesse cercata. Ora, avendo saputo che Filippo voleva lasciare la pesca era venuta a dirgli di non farlo. “Non puoi lasciare la pesca. Un uomo senza passioni non vive … non è felice. Io, sono venuta per tenerti compagnia… D’ora innanzi, sarò sempre al tuo fianco per aiutarti a catturare il “luccio Casimiro”. Sono certa che con il mio aiuto riusciremo a prenderlo…” Filippo, si sentì rinascere. Doveva far durare quella “pesca” il più a lungo possibile. Perché, il bello della vita …è quando si corre… non quando si arriva al traguardo. - (397)
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4 MAGGIO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 4 maggio 2014 – Domenica - ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto della Domenica
610
I racconti di Primavera
Il Dott. Gabriele e la donna ideale
A cosa servono i consigli? In teoria dovrebbero servire. In pratica non servono a nulla. Specialmente in Primavera. La vita è una sfida continua. Ogni volta… sempre diversa. Perciò, la prima cosa da fare, è quella di essere pronti a tutte le situazioni. Un anno fa, ne sapeva qualcosa il Dott. Gabriele, Dirigente di una Agenzia Commerciale a Milano, residente a Pavia. Il Dirigente aveva appena compiuto cinquant’anni e li portava benissimo, sempre elegante come un damerino. Essendo scapolo, aveva un debole per le belle donne. Avere un debole per le belle donne non è un peccato… anzi, è un peccato non averlo. Il Dott. Gabriele, però, era allergico al matrimonio… e questo non era un debole… significava saper resistere al fascino femminile. Infatti, a cinquant’anni suonati, il Dott. Gabriele, non si era ancora sposato. I suoi coetanei, invece, si. Erano sposati da parecchi anni. Una volta all’anno organizzavano la “Cena della Leva”. Ogni anno era sempre la stessa musica. “Gabriele perché non ti sposi?” Impassibile, Gabriele rispondeva che si sarebbe sposato solo con … “la donna ideale”. I compagni di classe non andavano oltre perché sapevano che ogni uomo ha la “sua” donna ideale. Non esiste una regola… specialmente a cinquant’anni. Per loro, ormai sposati, le donne erano tutte uguali, ma non è così. Gabriele lo sapeva benissimo. Era un esperto in materia. Aveva fatto approfonditi studi in materia. Per Gabriele, la “sua” donna ideale doveva avere doti eccezionali. Per esempio. Una donna ideale doveva saper recitare. Qualche lettore o lettrice di questo Blog dirà che questo non è un problema. Molte donne sanno recitare benissimo…bisogna vedere cosa. Per il Dott. Gabriele dovevano saper recitare e cantare in un certo modo… Un anno fa, Gabriele era a Madrid per un Meeting per conto della sua Agenzia Commerciale. A sera inoltrata le vie della Capitale spagnola erano piene di gente. Con alcuni Colleghi si era avventurato tra la folla…. e tra la folla… Gabriele incontrò la sua donna ideale. Aveva sui trent’anni… ma era una donna fatta dalla bellezza conturbante. Era vestita come la Carmen di Bizet… e come la Carmen recitava e cantava divinamente. Inoltre si chiamava Carmen pure di nome …Gabriele perse la testa. Finalmente l’aveva trovata. Si dice che quando un cinquantenne perde la testa … la perde sul serio, completamente… nel senso che non sa più cosa sta facendo. Il Dott. Gabriele, però, era un navigato latin lover… Perdere la testa, si… ma a ragion veduta. Si sa che una donna spagnola e un cinquantenne italiano hanno il sangue caliente… più caliente di altri . Se poi tutte e due vogliono la stessa cosa… non li ferma più nessuno. Gabriele e Carmen si incollarono uno all’altro. Si studiarono vicendevolmente. Carmen comprese subito qual’era la donna ideale che voleva Gabriele. Una donna che fosse “sempre la stessa… ma sempre diversa”. Bella pretesa! Nulla, però, è impossibile. Se Carmen era Carmen (di Bizet) a Madrid… perché non poteva essere la Traviata (di Verdi) a Parigi?. Infatti, dopo Madrid, il Meeting, si era trasferito a Parigi. Cosa ha fatto la Carmen? Si è trasformata nella Traviata (di Verdi)… con quella voce languida che fa impazzire qualsiasi uomo. Inoltre, era mielosa come il miele… e le cose dolci piacevano moltissimo al Dott. Gabriele. Ne andava pazzo. I Meeting, si sa, durano qualche giorno e poi hanno termine…Anche il Meeting di Parigi ebbe fine. Lo stesso Meeting si è trasferito a Verona dove, un anno fa, c’era la stagione lirica all’Arena. In cartellone l’immancabile Aida (di Verdi). Cosa si è inventata la bella spagnola? Si è trasformata nella “Celeste Aida”… in quella “forma divina” che ha manda in estasi qualsiasi uomo. Il Dott. Gabriele non poteva più rimanere con le mani in mano. Si è trasformato in Radames. Si è messo a recitare e a cantare come cantava Pavarotti (un po’ meno) “Se quel guerriero io fossi / Se il mio sogno si avverasse / eccetera, eccetera “ Dopo essersi lanciato nel canto sublime delle note di Verdi, poteva il Dott. Gabriele fermarsi? No. Non si è fermato. Con impeto solenne diede fuoco al suo amore per la bella spagnola. “Celeste Aida (rivolta a Carmen), forma divina / mistico raggio di luce fior / del mio pensiero tu sei regina / tu di mia vita sei lo splendor” Come una fa una caliente donna spagnola a resistere ad un cinquantenne italiano che canta in quel modo? Non ha resistito. Carmen ha incollato le sue labbra a quelle di Gabriele e non le ha più staccate. Anzi, le ha staccate… solo dopo aver compiuto il capolavoro. Entrambi, infatti, pronunciarono all’unisono la magica frase “t’amo amore mio… e sempre t’amerò” Da quel momento la vita di Carmen e Gabriele è cambiata. Da mesi, i due colombi, vivono in un anonimo appartamentino al settimo piano di palazzo di Parigi. In giro si vedono poco… La maggior parte del tempo la passano a letto… Carmen cambia continuamente … pur rimanendo sempre la stessa …la stessa meravigliosa donna… ideale. - Questo è il racconto 610, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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GUGLIELMO MARCONI
di
Teresa Ramaioli
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