dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 07/05/2014
ANNAMARIA ...
E
MAGGIO CON TANTE ROSE
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AN520...
E
LA FRENESIA ATTUALE
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto della Domenica
Daniela (400)
Gli alti e bassi della vita sono un fatto naturale e scontato. Anche quando il tran tran quotidiano sembra normale, ci sono sempre dei “malesseri indefiniti” che lasciano insoddisfatti e delusi. Un anno fa, era così anche per Daniela, trentacinquenne, single… nel senso che non aveva ancora trovato l’uomo giusto. Cosa fare? Il lavoro da solo non “paga”. La compagnia delle amiche … nemmeno. E’ il momento di inventarsi “soluzioni ad hoc”. Percorsi che solo la persona stessa cerca e (se fortunata) trova. Daniela lavorava a Milano, ma abitava a Pavia. Per lei il giorno meno piacevole era il sabato perché Pavia offre pochi momenti di svago. Cosa fare? Daniela non voleva ritornare a Milano anche il sabato mattina. Milano le bastava già dal lunedì al venerdì. Un sabato mattina di un anno fa, Daniela si alzò di buon mattino e si recò alla Stazione Ferroviaria di Pavia. Guardò “l’orario delle partenze”. Il primo treno in partenza da Pavia… era per Genova. Si mise in coda allo sportello della biglietteria. Prese il biglietto e partì. Se qualche persona, avesse chiesto a Daniela perché andava a Genova, e per fare cosa…la trentacinquenne non avrebbe saputo rispondere. Intanto era sul treno…e il treno camminava veloce. I pensieri di Daniela erano come il treno in corso… anzi, sembravano lava che fuorusciva da un vulcano. I pensieri… fuoriuscivano senza destinazione, senza un perché. A Genova Daniela comprò una guida rapida della città. Nella città della Lanterna era già stata varie volte e, grosso modo” la conosceva. Ora, però, tutto era nella sue mani. Tutto dipendeva da lei. Cosa fare? Si diresse al centro città per gustare un buon caffè. Non era ancora nel Bar e riconobbe un volto conosciuto. Era Cesare, il suo collega dell’Ufficio dove lavorava a Milano. Per Daniela è stato un sollievo. Non era più sola. E’ stato come vedere la luce… alla fine di un tunnel. Con Cesare, la trentacinquenne, in Ufficio aveva solo scambiato qualche saluto. Ora, però, era il momento per qualche parola in più. Daniela si accorse che Cesare aveva un difetto: balbettava… aveva una specie di balbuzie di cui, il collega, se ne faceva un problema personale. Non ci fece caso. Cesare era un bell’uomo sui cinquant’anni. Cosa potevano essere le “balbuzie”? I due cominciarono a parlare. Il collega abitava a Genova ed era un appassionato di storia della città. Daniela lanciò la domanda. “Cesare, perché non mi accompagni a visitare la tua città? Io, non sono molto pratica … Mi piacerebbe conoscere Genova e le sue caratteristiche.” Era la prima volta che una donna, anzi, una bella donna, gli poneva una simile domanda. Ora, poteva raccontare la sua città, come “la vedeva” lui… il balbuziente. Cesare cercò di dominare le proprie emozioni. Pronunciò adagio le parole. Adeguò il flusso delle frasi con il proprio respiro. Cesare accompagnò Daniela per oltre un ora, tra vie, Piazze e antichi Palazzi. Una passeggiata a piedi… parlando ininterrottamente… senza che il “problema balbuzie” creasse problemi. Ormai erano al Porto Vecchio. Daniela si sentiva frastornata dalla quantità di notizie che aveva appreso su Genova. Chiese a Cesare se “era possibile” bere un caffè al tavolino di un Bar. Il collega si prodigò nel migliore dei modi. Daniela comprese, istintivamente, che poteva essere l’uomo di cui aveva bisogno. In quell’istante, un borsaiolo le strappo la borsetta dalle mani. La trentacinquenne si sentì perduta. Prima che fosse presa dal panico, Cesare, aveva già rincorso il farabutto. Gli aveva dato un manrovescio di quelli che non si dimenticano… e aveva riportato la borsetta alla sua legittima proprietaria. E’ stato proprio in quel gesto che Daniela, comprese che “in due… si ragiona meglio”. Ed è stato l’inizio di bellissima storia d’amore. (400)
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PENSIERI SPARSI DEL 7 MAGGIO 2014
“L’amore è come l’attimo fuggente…
Mai rimandare a domani
ciò che si deve fare oggi”
Dino
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7 MAGGIO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 7 maggio 2014 – Mercoledì - ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Mercoledì
613
I racconti di Primavera
Corrado e il balcone fiorito
Maggio è il mese delle rose. Una volta c’era una bella canzone… Diceva: “Ci sposeremo a maggio / con tante rose / con tante rose…” Allora, però, il matrimonio era “finché morte non vi separi”. Oggi, il matrimonio gode dubbia fama. Al massimo si convive… poi, si vedrà. Trionfano i divorzi (dei VIP) perché fanno parlare i settimanali di gossip… ma solo per qualche settimana … Poi, avanti un altro. Maggio, però, rimane sempre il mese delle rose … sia che ci si sposi, si conviva, si divorzi o altro. La libertà … innanzitutto. Un anno fa, il Prof. Corrado, cinquant’anni, fisico atletico, Docente di Lettere in un Liceo del milanese, abitante a Pavia, era giù di corda. Il Professore, essendo un fusto, ha sempre goduto fama di essere un “latin lover”, allergico al matrimonio. Quando una donna conosce la fama, prima di concedere un appuntamento ci pensa due volte. A cinquant’anni, un anno fa, il Prof. Corrado, distribuiva inviti a non finire, ma erano pochissime le donne che abboccavano all’amo. Alcune rispondevano “no” ancora prima di aver ricevuto l’invito. Il Prof. Corrado era giunto alla convinzione che doveva “rifarsi l’immagine” se voleva mantenere il ruolo dell’irresistibile conquistatore. Inoltre, da parecchio tempo, al mattino quando si faceva la barba e si guardava allo specchio, notava qualche capello bianco in più. “Come?” –diceva il cinquantenne – “Possibile che i capelli bianchi compaiono così velocemente?” Ne parlò con un suo collega e coetaneo, il Prof. Renato, il quale aveva già una fluente bianca chioma… da parecchi anni. Era “quasi” il simbolo di cui andava orgoglioso. “Corrado, di cosa ti preoccupi? La Natura fa il suo corso… Il problema non sono i capelli… sono altre cose. E poi, i capelli bianchi sono l’emblema della terza età!” Corrado divenne rosso come un peperone. “Ma cosa dici mai? La terza età comincia (secondo l’ISTAT) a sessantacinque anni. Io sono ancora un giovanotto…” Il Prof. Renato non rispose. Non voleva imbarcarsi in una discussione filosofica. Da quel momento il Prof. Corrado si diede una mossa … se non voleva perdere l’ultimo treno. Andò al Salone di Bellezza e si fece fare un “riesame della situazione” con tutte le possibili opzioni. Alla fine decise (dentro di sé) che avrebbe preso la fatidica decisione di cercare moglie. E’ proprio quando un uomo decide di sposarsi che cominciano a sorgere mille dubbi e infinite difficoltà. Innanzi tutto il Prof. Corrado godeva fama di “latin lover”… Una proposta di matrimonio non aveva le basi. Chi era quella donna che poteva prenderlo sul serio? Corrado aveva sempre parlato male del matrimonio… come poteva ora diventarne il paladino… e lui stesso sposarsi? Detto fatto decise di parlare con il suo Psicologo di fiducia, il Dott. Felice, un sessantenne, luminare in materia, stimato a Milano e dintorni. La domanda era semplice. “Dott. Felice, come devo fare per trovare la donna da sposare?” Lo Psicologo era avvezzo a tutte le domande e non si faceva meraviglia di niente. Notò che il prof. Corrado faceva sul serio e seriamente rispose. “Prof. Corrado, quando un uomo si fa una cattiva fama è molto difficile cancellarla in pochissimo tempo. Inoltre, lei si è sempre vantato di essere uno “sciupa femmine”. Una simile fama lascia il segno. Poi, gli anni passano. Spuntano i primi capelli bianchi e le sicurezze di ieri… diventano improvvisamente le incertezze di oggi. Le donne cominciano a dire “il lupo perde il pelo, ma non il vizio”… e le difficoltà aumentano. E’ proprio il momento di darsi una mossa. Dimostrare ciò che si è. Lei, Prof. Corrado, deve cominciare dalle rose….” Il Prof. Corrado fece un saldo sulla poltrona su cui era seduto. “Dalle rose?” – “E, si. Dalle rose” - rispose convinto il Dott. Felice. - “Se vuole riconquistare la fiducia di una donna, Lei Prof. Corrado, deve cominciare dalle rose. Non regalando rose a tutte le donne le piacciono e che possano diventare possibili mogli… ma mettendo sul balcone di casa sua uno o due vasi di rose. Innaffiarle secondo necessità e curarle con amore. Solo così potrà incontrare la donna del cuore, l’amore e la felicità” Il Prof. Corrado uscì dallo Studio del Dott. Felice contento e soddisfatto. Sorrideva in modo evidente. Accanto a casa sua c’era un “Negozio di fiori”. Prima di entrare nella sua casa di Pavia… passò dal Fiorista per acquistare due bellissimi vasi di rose rosse. La nuova Proprietaria del Negozio si chiamava Gladiola, ed era una bellissima trentenne, alta, bionda, occhi azzurri …e gambe da fine del mondo. Per il Prof. Corrado è stato come un fulmine a ciel sereno. Fino ad allora il Fiorista era stato un uomo. Anche per Gladiola è stata una sorpresa. Un uomo così …era proprio il suo tipo. Inoltre, è difficile trovare un uomo amante delle rose… il suo fiore preferito. Il dialogo tra i due è stato facile come bere un bicchier d’acqua. Corrado voleva sapere tutto sulle rose… Gladiaola era disposta a tutto pur di accontentarlo. Quella stessa sera Corrado e Gladiola cenarono insieme. Parlarono a lungo. Alla fine decisero di passare la notte insieme… nello stesso letto… per conoscersi meglio. Entrambi erano del parere che “non bisogna rimandare a domani ciò che si può fare oggi”. Solo il matrimonio… poteva attendere. Per sposarsi c’è sempre tempo. Non è l’abito che fa il monaco. ”. - Questo è il racconto 613, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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1 APRILE 1925
- PRIMO SEMAFORO A MILANO -
di
Teresa Ramaioli
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DA NAPOLI ...
A TRIVOLZIO (PAVIA)
PER
SAN RICCARDO PAMPURI
Ieri, 6 maggio, Rosanna e Raffaella, Gentilissime Docenti di Napoli erano a Trivolzio (Pavia) per rendere omaggio alla spoglia mortale di SAN RICCARDO PAMPURI Gloria e Onore di Trivolzio (Pavia)
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MARION ...
E
I DISCORSI INTERESSANTI DI ANNAMARIA
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