dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 10/05/2014
ANNAMARIA ...
E
L'AMORE E' TUTTO
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ANNAMARIA ...
E
IL RACCONTO DI DEBORA (616)
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MENEGI53...
E
IL TEMPO E' QUI, ORA
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Mercoledì
Roberta (403)
Quando in un Ufficio entra una nuova impiegata gli equilibri diventano precari, se non “saltano del tutto”. E’ stato così, un anno fa, anche nell’Ufficio del Dott Giandomenico, cinquant’anni, commercialista affermato, inflessibile nell’osservanza delle disposizioni. Costruire un Ufficio di dieci impiegate non è facile… ma è, soprattutto difficile gestirlo… specialmente in quanto sono tutte donne. Ogni impiegata, nel proprio Ufficio, tende a farsi il “proprio nido” (scrivania, computer, appunti vari…e relazioni interpersonali). La nuova impiegata dell’Ufficio del Dott. Giandomenico, un anno fa, si chiamava Roberta ed aveva appena conseguito la Laurea in Economia e Commercio. Giovane, bella, gentile, intelligente. Già il fatto che fosse la sola ad avere la Laurea (oltre al Dott. Giandomenico) aveva sollevato molte perplessità tra le impiegate, alcune delle quali erano in prossimità della pensione. L’anzianità e l’esperienza sembrano “cose” di poco, ma non è così. L’anzianità conta…e conta l’esperienza. Giacinta, cinquantacinque anni, per esempio, era la più anziana e quella che godeva la fiducia del “Capo”. Quando c’era una pratica complessa, il Dott. Giandomenico la affidava a lei. Le altre impiegate non dicevano nulla… ma, “sotto, sotto”, mugugnavano, spettegolavano, quando non dicevano apertamente “quello che pensavano”. Solite dicerie d’ufficio… dirà qualche lettore. Ma non è così. Tra le persone ci sono delle “affinità elettive”. Ciò che si può dire ad una persona…”non può esser detto ad un’altra”. Inoltre, Giacinta, sposata e un figlio grande, era sempre sorridente. Non si arrabbiava mai (o meglio, così sembrava). Forse, anche per questo, il Dott. Giandomenico la preferiva alle altre … le quali, invece, ogni tanto avevano “il muso”, le “lune” e non poteva dire nulla senza essere “azzannato”. E’ stato così anche per la Dott. Roberta, la quale si è fatta in quattro per essere accettata. Tuttavia i problemi erano nati. A parole tutte le impiegate si offrivano di aiutarla. In realtà, non facevano nulla per agevolarla e inserirla nel contesto dell’Ufficio. Una per un verso, l’altra per un altro… aspettavano solo il momento di far fare brutta figura “alla nuova”… alla faccia della “sua Laurea”. Anche il Dott. Giandomenico si era reso conto che le impiegate si erano coalizzate contro la nuova arrivata. Un giorno convocò Roberta nel suo Ufficio e parlò chiaro. “Mia cara, il mondo del lavoro è molto difficile… specialmente oggi. Se vuoi farti accettare… devi usare ingegno e malizia. Devi fare in modo di farti accettare dalle impiegate.” Roberta, capì la lezione. Siccome, si era resa conto che doveva usare le “armi” che aveva a disposizione, si fece venire un’idea. Una mattina arrivò in Ufficio con cinque biglietti omaggio per uno spettacolo teatrale a Milano. Infatti, la Dott. Roberta era anche animatrice e promotrice di un Gruppo di appassionati di teatro che due volte al mese organizzavano gite per assistere a spettacoli teatrali nei migliori Teatri di Milano. Tutte le impiegate dell’Ufficio del Dott. Giandomenico, rizzarono le orecchie. Tutte, si sentirono coinvolte e desiderose di assistere agli spettacoli. Da quel momento non ci sono state più preclusioni di sorta. Tutte le impiegate volevano aiutare Roberta in merito a qualche pratica. A volte le porte si aprono …e se si usa la “chiave” giusta. A buon intenditor … (con quel che segue). (403)
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10 MAGGIO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 10 maggio 2014 – Sabato - ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Sabato
616
I racconti di Primavera
Debora
Anche in Primavera non tutte le giornate sono uguali. Ci sono giornate che “nascono bene” e altre così e così… per non dire di peggio. Debora, bellissima impiegata trentenne, single… un anno fa, aveva un diavolo per capello. Nel suo Ufficio al decimo piano di un Palazzo a Milano, ma abitante a Pavia, era entrato un nuovo impiegato, certo Nicola. Un bel ragazzo trentacinquenne. Si vedeva lontano un miglio che era un “raccomandato di ferro”. Il Dirigente dell’Ufficio, il Dott. Gianandrea, senza chiedere il parere, lo aveva affiancato a Debora per introdurlo nel sistema operativo. Si sa che quando un nuovo impiegato entra in un Ufficio dove ci sono solo impiegate donne, i problemi vengono a galla come l’olio. Inoltre, Debora era una Vice Dirigente di medio livello. Disponeva di una sua scrivania lungo la vetrata che guardava sui Giardini Pubblici e godeva di una certa privacy. Con l’entrata nel suo spazio… di Nicola, anzi, del Dott. Nicola, le cose erano destinate a cambiare. Una scrivania in più. Un telefono in più. E poi, Debora non amava lavorare … mentre qualcuno la stava guardando. Il fatto è che Nicola non le toglieva gli occhi di dosso… come se fosse innamorato di lei, della Vice Dirigente. Debora non voleva essere scortese, ma quell’avere sempre gli occhi di qualcuno che non aveva mi visto o sentito nominare, non le piaceva. In fondo c’era solo un rapporto di lavoro… Ciononostante non le andava genio. Inoltre, Debora, telefonava almeno tre volte al giorno alla sua amica del cuore Denise. Nulla di importante. Pettegolezzi, osservazioni, risate … senza un perché. Con Nicola tutto finito. Dopo un paio di giorni, Debora si sentiva a disagio. Sul treno Milano Pavia, Debora incontrò, per caso, l’amico Pierluigi suo vicino di casa a Pavia. Pierluigi non era solo il vicino di casa, ma anche l’amico, la persona che stimava per il suo comportamento sempre lineare e corretto… con il quale parlava di tutto e di ogni cosa. Inoltre, Pierluigi aveva passato una vita in Ufficio a Milano… quarantasei anni. Debora colse l’occasione per sfogarsi. “Pierluigi, sono arrabbiata. Il mio Capo mi ha affiancato un nuovo impiegato. Abituata come sono a farmi in quattro per essere sempre a pari con il lavoro, ora, mi sento a disagio. Non voglio essere cortese, ma gli occhi sempre addosso del nuovo impiegato, che si chiama Dott. Nicola, mi mette a disagio… per non dire che “mi rompe in modo incredibile”. Cosa ne pensi?” Pierluigi, non dice mai una parola fuori luogo. Sempre riflessivo e misurato …ha preso tempo prima di rispondere. Poi… “Debora, se io fossi in te ci penserei due volte prima di farmi venire il nervoso. Se il tuo Capo ti ha affiancato una persona che non conoscevi, senza neanche parlartene o darti spiegazioni, ci devono essere delle importanti ragioni. Calmati e accogli il nuovo venuto … come fosse un segno del Destino” Debora si calmò. Si rese conto che Pierluigi aveva ragione. Perché Nicola le era stato affiancato senza essere informata? Capì che doveva aprire gli occhi e capire la situazione. Il mattino successivo, il Dott. Nicola, non c’era. Aveva chiesto una giornata di permesso. Debora fece finta di nulla. Come fosse una cosa normale nell’ambito di un Ufficio. Come minimo, però, avrebbe potuto dirlo. Fare una telefonata. “Non mi sento bene…” o cose del genere. Quella stessa mattina, Debora ricevette una mail nella quale era invitata alla presentazione di un libro su “Rapporti sociali sul posto di lavoro” nella Sala Conferenze. La presentazione era riservata al solo personale Dirigente il quale era pregato di non mancare. Debora non era nuova a queste presentazioni un po’ estemporanee. Il suo pensiero personale lo teneva per sé, ma le considerava delle grandissime perdite di tempo. Nel pomeriggio Debora si presentò puntuale nella Sala delle Conferenze dove c’erano tutti Colleghi pari grado in attesa dell’Autore. Ad una tratto entrò il Direttore Generale con a fianco il Dott. Nicola. Debora che si trovava in prima fila comprese di aver a che fare con delle sorprese. Il DG prese la parola. “Sono lieto di presentare il Dott. Nicola. E’ l’Autore di uno studio sulle potenzialità del posto di lavoro e delle opportunità che esso offre. Purtroppo, molti di noi… mi pongo al primo posto… non sa trarne i benefici. Un po’ perché il tempo manca. Un po’ perché il posto di lavoro è un luogo competitivo. La preoccupazione di esporsi troppo, è come permettere a qualcuno di soffiare la sedia sotto al sedere. Eppure se il luogo di lavoro fosse meno competitivo e più normale migliorerebbe di molto la vita degli Uffici e delle persone” Il DG tacque. Il Dott. Nicola, presentò il libro e illustrò l’utilità di vedere nella persona che sta accanto “non un concorrente”, ma una potenziale fonte di benessere. Al termine della riunione. Il Dott. Nicola invitò Debora a cena… quella stessa sera. La trentenne accettò. Comprese che la vita non da tregua. Il domani è sempre il risultato di ciò che si fa oggi. Nicola era un bell’uomo … perché non approfondirne le potenzialità? - Questo è il racconto 616, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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IL DUOMO DI MILANO
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Teresa Ramaioli
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FOGGIA
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Annamaria Mennitti
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