dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 12/05/2014
ANNAMARIA ...
E
L'AMORE, PRIMAVERA DELLA VITA
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DONADAM68...
E
L'AMORE
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ANNAMARIA ...
E
LE IDEE CHIARE
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KAMOLLIA...
E
IL RACCONTO DI MARTINA
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LA RICETTA
DI
ANNAMARIA
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Venerdì
Marisa e Jenny (405)
Il lavoro, oggi, è quello che è… e bisogna fare i salti mortali per tenerlo e “sopravvivere”. Un anno fa, alcune commesse di Strada Nuova in Pavia, si resero conto che se volevano conservarsi il posto di lavoro dovevano “inventarsi” qualche cosa di nuovo. Marisa, assai intraprendente, ne parlò con Jenny e insieme decisero di “trovare” l’idea giusta. Per prima cosa si accorsero che un buon flusso di visitatori (e quindi possibili clienti) erano stranieri in visita a Pavia. Marisa, “fiutò” il problema. Nessuna delle due conosceva l’inglese. Si diedero subito da fare e si iscrissero ad un corso accelerato presso una struttura scolastica locale. Il corso era finito, ma il risultato desiderato non era quello sperato. Marisa e Jenny volevano poter dialogare con le persone, cioè i possibili clienti. La cosa migliore era quella di contattare “un’insegnante” di madrelingua. Il costo era maggiore, ma l’obiettivo era quello di parlare inglese. La Prof. Katy, non era una vera e propria insegnante… era una traduttrice domiciliata a Pavia che lavorava in proprio su richiesta. L’accordo tra Marisa, Jenny e “l’insegnante” Katy venne raggiunto. Ogni volta che Katy aveva un momento libero passava nel negozio, ora di Marisa, ora di Jenny, e sottoponeva le due commesse ad una serie di domande alle quali le interessate dovevano dare risposte complete. In brevissimo tempo, Marisa e Jenny ci provarono gusto e, aiutati da molto entusiasmo, sono diventate abilissime nel parlare inglese. Un giorno di sei mesi fa, Marisa, trent’anni, nubile, bella presenza, era intenta ad esporre un abito in vetrina… Nel negozio entrò un Signore sui cinquant’anni, con una guida verde in mano. Era inglese e non parlava italiano. Chiese notizie dell’abito che aveva visto in vetrina. Marisa, abilissima, incantò il cliente con un fiume di parole… in inglese. Il Signore, cinquantenne, rimase sbalordito. Era un Professore di Università di passaggio da Pavia, con moglie e figlia. L’abito era appunto per la figlia. Il Professore chiamò subito la moglie per l’abito che volevano regalare alla figlia. L’acquisto avvenne in modo veloce… come se il destino avesse combinato tutto. La figlia fu entusiasta dell’abito e, soprattutto, di aver trovato una commessa gentile e preparata. Stessa sorte toccò a Jenny, la quale, sei mesi fa, ha avuto a che fare con un cliente che era entrato nel negozio per avere alcune informazioni locali. Jenny, esperta nel suo lavoro e soprattutto padrona dell’inglese, rispose a tutte le domande dell’interessato, il quale, guarda il caso, era un giornalista di passaggio da Pavia. Il giornalista si chiamava George, il quale scrisse di Jenny, un “bell’articolo” sul giornale per il quale lavorava. Dopo l’uscita dell’articolo, Jenny, venne contattata da un commerciante di Londra il quale le propose un periodo di lavoro nel suo negozio a Londra. Il motivo era quello di creare uno scambio permanente tra Londra e Pavia. Jenny, ventotto anni, alta, bionda aveva gli occhi da “strega”. Il figlio del commerciante londinese ne fu ammagliato. Si innamorò perdutamente della “commessa di Strada Nuova di Pavia”. Volle averla sempre con sé … a Londra. - (405)
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12 MAGGIO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 12 maggio 2014 – Lunedì - ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto della Domenica
618
I racconti di Primavera
Martina e il romantico boschetto
Un anno fa, Martina non era soddisfatta da come andavano le cose. Ventisette anni, bellissima, aveva studiato e si era laureata con il massimo dei voti. Tuttavia, aveva un cruccio. Fino a quel momento nessun ragazzo l’aveva ancora cercata per uscire almeno un pomeriggio per fare quattro passi in Strada Nuova a Pavia. Si fa presto a dire che non bisogna farci caso… tanto poi, le cose si sistemano da sole. Invece, no. Una persona si fa dei problemi e Martina non era diversa da tante altre ragazze. Inoltre, un anno fa, da tre mesi lavorava come impiegata a Milano. Aveva cominciato a conoscere un po’ il mondo del lavoro frenetico di una grande città. Aveva fatto amicizia con una sua coetanea di Pavia, Rita che di morosi ne aveva già cambiati tre, con la quale viaggiava sul treno Pavia – Milano e ritorno. Si sa che parlando i discorsi vengono a galla. Vengono a galla, anche, i crucci che turbano la mente delle persone. Martina si confidò. “Proprio non capisco. Non riesco ad agganciare un ragazzo… A volte mi sembra di non essere normale” Rita si inalberò. “Ma cosa dici mai? Sei tu che ti fai dei problemi… Ad ogni modo di uomini disponibili ce ne sono a bizzeffe. Basta guardarsi intorno” Martina fece una smorfia. “A me non sembra proprio… a meno che … non li vedi solo tu” Quando i discorsi si infiammano le risposte diventano rapide. “E, no Martina cara. Non è come dici tu. Basta che osservi la domenica mattina quanti uomini in bicicletta ci sono sulle strade di Pavia. Se poi, ti capita di uscire da Pavia e prendere le strade dell’Oltrepò Pavese o della Lomellina… è quasi impossibile circolare in automobile. Gruppi di trenta, quaranta ciclisti per volta, tutti uomini… di ogni età. Puoi rendertene conto tu stessa” – “E cosa vorresti dire?” chiese Martina. “Dico che se vuoi trovare un uomo … puoi benissimo iscriverti ad un Club Amici della Bicicletta… ed il gioco è fatto. Puoi avere tutti gli uomini che vuoi…” Per Rita sembrava una di quelle battutacce fatte apposta per allentare le tensioni. Martina, invece, la prese come un consiglio degno di fede. Il sabato mattina di quella stessa settimana, dopo aver cercato su Internet, si recò alla sede del Club Amici della Bicicletta a pochi passi da casa sua. Nell’ampio locale che fungeva da Segreteria era pieno di biciclette di ogni colore. Le pareti erano tappezzate da un’infinità di magliette, calzoncini, tute firmate ultima moda che sembrava un bazar in piena regola. Quando Martina entrò, c’era solo il Presidente. Un Signore, alto, atletico, sorriso smagliante. Si chiamava Onorato. Dopo i convenevoli e i complimenti di rito, il Presidente illustrò le bellezze delle bicicletta. I vantaggi per il fisico e per la mente. Un fisico sano ha bisogno di movimento… Quale movimento migliore della bicicletta? La mente sempre attenta…Quale mente attenta potrebbe essere migliore di quella di un appassionato delle due ruote? Ci mancava solo che il Presidente … si mettesse a declamare poesie sulla bicicletta e l’opera era completa. Martina era ormai convinta delle virtù della bicicletta anche se il suo obbiettivo era la ricerca dell’uomo dei sogni. Diede la sua adesione al Club e si fece consigliare dal Presidente per l’acquisto di una bicicletta nuova di zecca e una elegante tuta variopinta ultimo modello. Dopo una tale operazione, Martina, si sentì un’altra… la Vamp della Bicicletta. Ora, cominciava il bello… come aggregarsi al Gruppo dei ciclisti della domenica… Il Presidente l’aveva presa sotto la sua protezione ed aveva consigliato “il gruppo arcano” che si muoveva dal Ponte Coperto di Pavia alle ore sette precise di ogni sabato mattina… tutte le mattina dell’anno, estate e inverno. Martina si accordò. Il primo sabato mattina è stata un’esperienza, a dir poco, traumatica. Martina si vide assegnata in ultima posizione, in fondo al gruppo, senza neanche un parola di riguardo. La ventisettenne ingoiò il rospo. Per fortuna che in penultima posizione c’era Fabrizio, un bel giovanotto sui trent’anni, molto gentile il quale ebbe pietà per la nuova arrivata. Dopo parecchi chilometri… sulla strada Pavia - Varzi (Pavia) Martina si ritrovò con una gomma della bicicletta che si sgonfiava rapidamente. Per fortuna che Fabrizio se ne era accorto. Si era fermato a tenerle compagnia e darle un aiuto. Il “gruppo arcano”, intanto, era ormai lontano. Martina aveva perso tutto il suo iniziale entusiasmo. Aveva capito che ai ciclisti della domenica… delle donne non gliene frega niente… Chiese il motivo al suo compagno di avventura. “Fabrizio, come mai i ciclisti sono così scontrosi con le donne?” Fabrizio si lasciò andare. “Vedi, Martina. La maggioranza dei ciclisti ha moglie e figli. Spesso, la bicicletta è l’unico sfogo extra familiare. Quasi tutti hanno lo stesso problema… così si sfogano l’un l’altro. Parecchi di loro, al rientro a casa, dovranno ascoltare la voce inviperita della moglie che avrà sicuramente qualcosa da dire e da ridire…lei a casa con i figli, far da mangiare, pulire, riordinare… e lui (il ciclista) in giro a divertirsi. Intanto, Fabrizio… il trentenne Fabrizio, uno dei pochi scapoli del gruppo, aveva messo gli occhi su Martina. Aveva fatto tutte le sue considerazioni mentali ed aveva concluso che era proprio una bella ragazza dal fisico stupendo. Perché non tentare l’approccio? Martina era ormai disanimata dalla bicicletta. Avrebbe voluto avere a disposizione la sua bella automobile. Fermarsi ad un bel Bar. Gustare una bibita rinfrescante. Sembrava che Fabrizio avesse letto nel pensiero di Martina. I due, dopo aver sistemato la gomma della bicicletta, si fermarono ad un chiosco ai margini di un boschetto poco lontano dal Torrente Staffora. Si deliziarono con una fresca bibita e approfittarono per fare quattro passi nel romantico boschetto. Si dice che il fascino del luogo aiuta gli incontri d’amore. Fabrizio non vedeva l’ora di baciare Martina… e non tardò. Martina inciampò in una buca del terreno le mani provvidenziali di Fabrizio la salvarono di una rovinosa caduta. Inevitabile il bacio...inizio di un crescendo voluttuoso, una promessa d’amore senza fine - Questo è il racconto 618, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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LE VECCHIE ZONE DI MILANO
di
Teresa Ramaioli
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