dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 21/05/2014
ANNAMARIA...
E
L'AMORE ... MOTORE DELLA VITA
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PIERLUIGI VALLI...
E
LA SUPERIORITA' DELLA DONNA
NELLA COPPIA
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ANNAMARIA...
IL DOTT. STEFANO E LA MAGA SABRINA
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MARION ...
E
L'AMORE COME IL MIELE
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SCOOPVOLANTI...
E
L'AMORE AL CIOCCOLATO
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CARLO VERGANI ...
E
LA ROMANTICA PARIGI
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AN520...
E
L'AMORE
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PAOLA110 ...
E
LA BUONA SERATA
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Domenica
Alessia (414)
Pavia è una bella cittadina, antica, pulita, ordinata. Se non fosse per il “brutto vizio” dei graffiti… sarebbe esemplare, ma (ogni epoca ha i suoi guai … “i graffiti”, appunto… e nei posti meno indicati). A Pavia le persone sono elegantemente vestite. Si vede che è una cittadina ricca (nonostante la crisi)… e non solo di storia. Lo si può osservare anche in Piazza della Vittoria, salotto della città, dove un’elegante gioventù è tranquillamente e felicemente seduta ai tavoli dei Bar in piacevole conversazione. L’Università contribuisce a mantenere alto il livello non solo culturale, ma anche sociale della città. Di tutt’altra natura è la Lomellina che incomincia subito dopo il Borgo Ticino… in quel del Siccomario. Non importa che San Martino Siccomario sia il prolungamento di Pavia città. I campi sono già “in Lomellina”, terra di antichissime tradizioni (sette, ottomila anni). E’ proprio in Lomellina che si vede la differenza con Pavia. La gente vive una vita diversa. Meno appariscente… dedita al lavoro. Parla poco…e, soprattutto, pensa agli affari propri. E’ proprio quel pensare agli affari propri che fa di ogni persona una “fonte inesauribile di attese”. In fondo, ogni persona ha delle speranze, ma sono le condizioni ambientali che la spingono ad essere sempre in movimento, sempre con gli occhi rivolti al futuro. Al futuro proprio… naturalmente. Come Alessia. Terminata la scuola media si era iscritta al Liceo, ma non era la sua strada… Alessia aveva una passione: la cucina… ed il Liceo (secondo lei) era una perdita di tempo. Dopo qualche mese lasciò la scuola e cominciò a proporsi come aiuto cuoca. In Lomellina ci sono parecchi Ristoranti che sono subentrati alle antiche Osterie. Ne hanno conservato l’insegna e la tradizione. In brevissimo tempo, Alessia, si “attaccò” ad una vecchia cuoca… che ne sapeva una più del diavolo. Ogni persona, però, si porta dietro il proprio bagaglio culturale. Alessia, voleva imparare l’arte della cucina … ma a modo suo. Ordine, pulizia, razionalità (per quanto possa essere razionale l’arte di far da mangiare). Tuttavia, Alessia era furba e approvava ogni cosa facesse la “vecchia cuoca”. Per tre anni, Alessia aveva lavorato come una “pazza”, facendo sempre buon viso anche quando avrebbe voluto rivoltarsi come una iena. A diciotto anni, Alessia, era pronta per il grande salto. Attraverso il passaparola, si era proposta come “cuoca” in qualche “Casa benestante pavese”. Ci sono ancora le famiglie ricche che amano avere una propria servitù. Dopo qualche mese, la giovane cuoca “lomellina” venne assunta presso una ricca Famiglia pavese. Questa volta, però, doveva fare tutto da sola. Era sola in cucina…e doveva garantire tre pasti al giorno …e qualche extra. La giovane cuoca, abituata com’era a “leggere nel pensiero” alle persone era in grado di anticipare ogni e qualsiasi esigenza. Inoltre, il pallino di Alessia era: ordine, pulizia e razionalità (a modo suo). Per prima cosa la cuoca “viziò la padrona” e ne divenne complice. Il “padrone” era come se non ci fosse (è la fine che fanno molti uomini che curano la propria immagine pubblica)… Il problema era il figlio unico di trent’anni… fuori corso all’Università… preoccupato, forse, di una sola cosa… far passare il tempo. Quando, un giovanotto di trent’anni si vede girare in una ragazza di diciotto anni, che non ha tempo da perdere, diventa un problema (per il giovanotto). Alessia è della Lomellina. E’ troppo furba per giocarsi il posto e fingere di compiacere al giovanotto. Erano passati alcuni mesi ed il “fuori corso all’Università” aveva preso una cotta superlativa per la cuoca diciottenne. Alessia, però, faceva finta di niente e continuava a viziare la padrona la quale stravedeva per “la sua” cuoca. Un giorno è stata la stessa padrona a proporre ad Alessia una serata ad un Teatro di Milano con il figlio. La giovane cuoca pose delle condizioni: “il giovane virgulto doveva fare ciò che voleva lei: ordine, pulizia e razionalità”. Tutto andò per il meglio. Dopo aver viziato la padrona, ora doveva “domare” il padroncino… Questa storia avvenne due anni fa. Ora, Alessia è diventata “la serva padrona” al punto che nessun componente la ricca famiglia pavese può più fare a meno di lei. Diceva un vecchio detto” lomellino”. “Le persone vanno sempre prese … per la gola” (414)
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21 MAGGIO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 22 maggio 2014 – Mercoledì - ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Mercoledì
627
I racconti di Primavera
Il Dott. Stefano e Maga Sabrina
Ci sono dei giorni in cui una persona sente il bisogno di cambiare aria. Un anno fa, ne sapeva qualcosa il Dott. Stefano, cinquant’anni ben portati, Dirigente di una Agenzia Commerciale di Milano, abitante a Pavia. A cinquant’anni il Dott. Stefano non si era ancora sposato perché, per ben due volte, non era riuscito a portare a termine il fidanzamento. La prima… con Gabriella, la quale voleva a tutti costi che lasciasse Milano e cercasse un impiego analogo a Pavia. Il Dott. Stefano aveva cercato di far capire a Gabriella che l’idea non era attuabile. Non c’è stato niente da fare. Quando le donne si mettono in testa certe cose… difficile farle recedere. “O così… o tutto è finito tra noi…” Sembrava di sentire una delle frasi tipiche del mondo femminile… Il Dott. Stefano non aveva risposto e tutto era finito in una bolla di sapone. La seconda volta… è stato con Giancarla. Sembrava un amore nato sotto i migliori auspici… Giancarla diceva di non aver “mai amato così tanto” in vita sua… un uomo come Stefano… Poi, conobbe Geremia …e Giancarla disse che aveva bisogno di pensarci… e ci ha pensato tra le braccia di Geremia. Da quel momento, il Dott. Stefano si era buttato anima e corpo nel lavoro…e aveva rinunciato a “capire le donne”. A cinquant’anni, però, un uomo comincia fare il bilancio della propria vita. Comincia a fare i più… e i meno… e arriva alla conclusione… fare nuovi tentativi per trovare “la donna ideale”. Veramente a spingere in tal senso, è stato l’amico Dott. Francesco, suo coetaneo, Dirigente dell’Agenzia accanto alla sua. “Stefano, cosa fai tutto solo a cinquant’anni? Trovati una compagna, un’amica con cui parlare, passare la domenica, la sera… la notte…” Il Dott. Stefano l’interruppe. Se lo avesse lasciato dire, Francesco, gli avrebbe spiattellato anche ciò che avrebbe potuto fare a letto (con tutti i particolari). Il Dott. Stefano, invece, voleva mettere dei paletti al discorso. “Francesco… a parte tutta la tua “propaganda a favore delle donne”… la verità è che “non esiste” la donna ideale. Dopo un po’ compaiono le crepe, le diversità di vedute…e non farmi dire ciò che non voglio dire” Il Dott. Francesco era caparbio per natura. Quando si metteva in testa un’idea… doveva per forza puntare all’obiettivo. “Stefano, parli così, perché non conosci la “Maga Sabrina”, una veggente che vive in Lomellina. Anch’io la pensavo come te. Dopo aver seguito il consiglio della Maga Sabrina, ho incontrato la donna migliore del mondo. Alta, bionda, capelli lunghi sciolti, occhi azzurri …e gambe da fine del mondo. E non solo. E’ sempre gentile, sempre sorridente, parla con voce calma e vellutata. Non si arrabbia mai… e colmo dei colmi … e sempre contenta delle scelte e delle proposte che faccio” Il Dott. Stefano a quel punto si sentì disarmato. Non aveva più argomenti. Chi è quell’uomo che non vorrebbe una donna così? “Francesco, mi hai convinto. Voglio tentare la sorte. Come è possibile incontrare la Maga Sabrina?” L’amico Francesco aprì il portafogli. Estrasse un biglietto da vista… “Telefona a questo numero e prendi l’appuntamento” Tutto facile? Il Dott. Stefano provò a telefonare un’infinità di volte per prendere l’appuntamento. Il numero era sempre occupato. Il Dott. Stefano, disperato, si rivolse nuovamente all’amico Francesco. “Ho provato a telefonare al numero che mi ha dato ed è sempre occupato. Tu, come hai fatto?” Francesco si aspettava la domanda. “Stefano non ti agitare. Ci penso io” L’amico ha aperto nuovamente il portafogli. Ha estratto un biglietto da visita con un numero di telefono…ed ha aggiunto una frase. “Stefano vai tranquillo… con questo numero non puoi sbagliare” Il cinquantenne attese la fine del turno di lavoro. Si chiuse nel suo splendido appartamento a Pavia, sul Lungoticino. Accese la TV… Tolse l’audio in modo che sullo schermo scorressero solo le immagini di gagliarde fanciulle che volteggiavano nell’aria… Si versò una dissetante bibita leggermente fresca… e si accinse a telefonare alla Maga Sabrina. La prima telefonata sembrava uno scherzo. “Spiacenti… il numero è inesistente…” Il cinquantenne non si perse d’animo. Al secondo tentativo rispose una dolcissima e languida voce di giovane donna. “Dica… Posso esserle utile?” Il Dott. Stefano si esaltò. “Vorrei parlare con la Maga Sabrina per un appuntamento..:” Immediata la risposta. “Sono io. Sono la Maga Sabrina. Dica…. Dica pure” – Il Dott. Stefano fece fatica a connettere. Dopo le tantissime telefonate andate buche … aveva fatto centro. “Senta Signora Maga, vorrei fissare un appuntamento” Immediata la risposta. “Mi dica dove abita… che vengo subito a casa sua. Anzi, si prepari… passo a prenderla” Il Dott. Stefano andò in estasi. Mai visto a cosa simile! Dopo una decina di minuti, davanti alla casa del cinquantenne Dirigente di una Agenzia Commerciale di Milano, si fermò una rossa Ferrari, ultimo modello, con il motore che faceva tremare tutto il Palazzo. Il Dott. Stefano vi ha preso posto. Alla guida c’era una bellissima ragazza bionda, sui trent’anni. Alta, capelli lunghi sciolti, occhi azzurri, gambe da fine del mondo… ed una voce che incantava. “Stefano… permetti che ti chiami così? Stefano dove desideri andare? sulla Costa Azzurra oppure a Parigi?” Il Dott. Stefano, lì per lì, non ha saputo rispondere. Disse la prima parola che gli capitò sulla lingua. “Parigi… Parigi… Dicono che a Parigi si fanno cose pazze” - Questo è il racconto 627, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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IL NAVIGLIO GRANDE DI MILANO
di
Teresa Ramaioli
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IL MUSEO DELLA BAMBOLA
DI
ANGERA (VARESE)
di
Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA ...
E
L'AMORE CHE STORDISCE
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