dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 14/07/2014
ANNAMARIA ...
E
IL MISTERO
NEL RACCONTO DI DOMANI
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Sabato
Gabriele (469)
Il Prof. Gabriele, sessantadue anni, Preside in una Scuola Media del milanese, ogni tanto aveva bisogno di confrontarsi con la sua Dirigente Amministrativa, Dott. Grazia, cinquantadue anni ben portati. Il Preside sapeva che per tenere a bada un complesso scolastico molto variegato non bastano due occhi… ce ne vogliono molti di più. A parole, tutti i componenti di una Scuola dicono di collaborare… ma alla fine sono pochi quelli che, almeno per quanto di loro competenza, cercano di non combinare guai. Ecco perché il Prof. Gabriele si confrontava spesso con la sua Dirigente Amministrativa. Diceva. “Quattro occhi sono più di due… anche se ce ne vorrebbero molti di più…” In verità i motivi erano anche altri. Il Preside era rimasto vedovo due anni prima e non aveva più avuto contatti con l’altro sesso. La Scuola richiedeva un impegno continuo e tutto ricadeva, sulle spalle del Preside. Ecco perché, oltre alle questioni strettamente legate alla Scuola il Prof. Gabriele si permetteva qualche divagazione sul tempo e sulla situazione in generale. Anche la Dirigente Amministrativa, Dott. Grazia, era vedova… ma non ne faceva un problema. Era sempre allegra, e disponibile al dialogo pur mantenendo un corretto rapporto e “le distanze d’obbligo” con il Preside. Mai un parola in più del necessario. Arriva, però, il momento in cui si verificano condizioni particolare ed anche le persone più controllate si lasciano “scappare” qualche frase. Un anno fa, il Preside, Prof. Gabriele, dopo aver parlato dei problemi della Scuola, si era lasciato andare alle osservazioni sul tempo in generale. A quel punto, la Dirigente Amministrativa era uscita con una frase gettata là tanto per dire qualcosa… “Preside Lei non dovrebbe lamentarsi… con un fisico come il suo, il tempo non ha importanza.” Il Prof. Gabriele colse, nella frase, un non so che di particolare e si sentì di completarla. “Detto da lei, la cosa mi fa piacere… me ne era quasi scordato.” Il dialogo era finito lì, ma aveva lasciato il segno. Il Preside si trovava in un momento particolare e sentiva il bisogno di attenzioni. Erano ormai parecchi anni che una donna “non” gli rivolgeva una parola confidenziale. Inoltre, il sessantaduenne, era un tipo che si imponeva un autocontrollo totale. Ora, c’era la Dott. Grazia, l’unica donna con la quale aveva contatti continui e poteva parlare di tutto. Di tutto? Forse, no. Ma che male c’era se la confidenza si sarebbe ampliata? Dopo le osservazioni sul fisico del Prof. Gabriele, anche, la Dott. Grazia aveva cominciato a pensarci. Non voleva entrare troppo in confidenza perché, nell’ambito della Scuola, i ruoli sono e devono essere diversi… ma come uomo il Prof. Gabriele aveva molte buone qualità. Prima fra tutte quella di essere vedovo … come lei. Il giorno successivo gli incontri di lavoro erano stati ridotti al minimo. Si vedeva che il Preside era impacciato. L’intuito e la sensibilità delle donne è superlativa. Senza dare nell’occhio (a chi?) la Dott. Grazia, colse l’occasione per chiedere al Preside spiegazioni su una pratica amministrativa ferma da mesi (e di nessuna importanza). E’ stata proprio quella pratica a rimettere in gioco il “fisico del Professore”. Esiste sempre un’occasione per riprendere un discorso non completato. Il Preside ha lanciato l’esca. “Sono alcuni anni che lavoriamo insieme e non abbiamo ancora usato il tu. Cosa diresti se lo usassimo ora?” La risposta è stata immediata. “E cosa direbbero le persone che stanno interno a noi se improvvisamente ci sentissero darci del tu? Cosa potrebbero pensare? …che andiamo a letto insieme?” La forza del Prof: Gabriele non si è fatta attendere… “Ma cosa vuoi ce ne freghi di ciò che pensano coloro che stanno intorno a noi. La vita è la nostra e siamo noi che dobbiamo viverla.” Da quel momento, per Grazia e Gabriele, è stato come scendere una montagna di corsa… Non era passata un’ora ed avevano già trovato un luogo appartato… per il primo appassionato, lunghissimo bacio d’amore. (469)
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ANNAMARIA ...
E
UNA VITA MIGLIORE
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AGOSTINO FARAVELLI ...
E
LE DONNE
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Viaggio in Lombardia
Il romanzo di Pavia – il Castello Visconteo
Pavia è una città da godere a piedi, passeggiando qua e là … senza una meta precisa, così… tanto per andare… E’ così che dovrebbero essere i viaggi… (secondo me). Non come adesso che sembra di essere a militare: tutti inquadrati e la “guida” con il cronometro in mano… come se, perdendo la vista di un monumento o di un evento”… si finisca per non approfittare dell’occasione… Pavia è una città “dai tempi lunghi…” “lunghi millenni” … è città delle tensioni… e delle bonacce. A zonzo per la città… così, senza un itinerario preciso … Questo è il sistema…Allora, e solo allora, è possibile “gustare” Pavia. Si può partire, per esempio, dal Castello Visconteo… . Buona giornata a tutti. Dino
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14 LUGLIO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 14 Luglio 2014 – Lunedì - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Lunedì
681
I racconti dell’estate
Milano… come Parigi?
Un anno fa, il Dott. Raffaele era incazzato nero. Aveva litigato con la morosa con la quale avrebbe dovuto sposarsi. Avrebbe … perché, dopo una litigata come quella avvenuta … difficilmente il rito si sarebbe celebrato. Il Dott. Raffaele, trentacinque anni, Giornalista presso la Redazione di un Settimanale femminile a Milano, era preso tra due fuochi. Da una parte c’era la morosa, la Dott. Anna, trent’anni, Dirigente di un Ufficio del milanese la quale voleva passare un weekend al mare, in Liguria. Dall’altra c’era la Vice Direttrice della Rivista, Dott. Miki, la quale l’aveva “comandato di servizio per il fine settimana”. Ovvio… il Dott. Raffaele doveva scegliere. Dire di no a Anna… oppure a Miki, cinquant’anni, single per forza … (non per volontà). Come poteva dire di no a colei (Miki) che l’aveva voluto… e assunto nella Redazione del Settimanale? Anna aveva preso male la scelta. “Come?” – pensava Anna – “Se, già prima di sposarci… mette davanti la Vice Direttrice a me… quando saremo sposati quale posto mi sarà riservato?”. La morosa non aveva peli sulla lingua… e non aveva neppure paura di perdere il moroso… I corteggiatori non mancavano. Detto fatto, Anna, la morosa, aveva fatto fuoco e fiamme. “Ho capito perché tra me e la Vice Direttrice… quella Dott. Miki, che non so quale faccia abbia… hai scelto lei. Perché è lei che ti affascina… come mamma… è lei che ti fa girare come una trottola. Del resto è noto che gli uomini sono e restano degli eterni bambini … Hanno sempre bisogno della mamma che li coccola, che li fa sentire importanti” Il Dott. Raffaele l’aveva presa male. Si era sentito punto nel vivo. Aveva reagito accampando la scusa che oggi il lavoro è prezioso …e non deve essere sottovalutato. La discussione era degenerata ed erano volate parole grosse. Parole difficilmente sanabili. Infatti, Raffaele aveva lasciato la casa di Anna… e negli occhi “la parola: fine”. A mente fredda, però, il Dott. Raffaele, doveva ammettere che il fascino della Vice Direttrice era superiore al normale. Miki, portava bene i suoi cinquant’anni ed aveva un modo di fare che lo faceva sentire importante, coccolato, compreso. Per esempio. “Raffaele, sabato e Domenica ho un incarico importante per te. Arriva a Milano da Parigi una Giornalista del Settimanale femminile con il quale collaboriamo. La Direttrice parigina non ha voluto svelarmi il nome. Mi ha assicurato che lo farà solo alle ore dodici del sabato. Quando la Giornalista sarà a Milano. Pertanto Unico particolare. L’incontro tra te e lei… avverrà al centro della Galleria Vittorio Emanuele II, proprio nei pressi del “toro”… Lo sai dove si trova?” Come faceva il Dott. Raffaele a non saperlo? E’ la meta preferita da frotte di Giapponesi e turisti provenienti da tutto il Mondo. Vista la folla che si trova sempre in quel luogo si potrebbe pensare che i turisti arrivano a Milano solo per “schiacciare le palle al toro” Vero. E’ un rito magico che porta bene… ma è sempre una esagerazione (o forse no). Il Dott. Raffaele avrebbe voluto chiedere qualcosa in più… ma aveva la testa che rimbombava delle parole forti (altro che parole… invettive!) dell’ex-morosa Anna. Preferì stringere la mano a Miki. E’ stata proprio quella stretta di mano che ha messo in allarme la Vice Direttrice. “Raffaele cos’hai? Non stai bene?” Il trentacinquenne non era disposto a parlare. Miki non poteva lasciarlo così. “Avanti sputa il rospo. Hai litigato con Anna?” Ormai era fatta. Raffaele era finito nella rete. “Si …e penso che è anche la fine di una relazione” Nessuno dei due aveva voglia di affondare il coltello nella piaga. E’ stata Miki a rompere il ghiaccio. “Raffaele mantieni la calma. Noi siamo sul palcoscenico della storia. Il Destino è il nostro Regista. Non farne un problema. Vuoi un consiglio? Racconta la tua storia a Leonardo da Vinci… forse lui potrà darti una mano” Raffaele conosceva la leggenda. Quando a Milano… una persona ha dei problemi dovrebbe sedersi su una delle panchine che stanno intorno al monumento a Leonardo da Vinci in Piazza della Scala. Lì… può accadere di tutto. Il sabato mattina, Raffaele non sapeva cosa fare. L’incontro con la Giornalista parigina sarebbe avvenuto in Galleria alle ore dodici nei pressi delle “palle del toro”. Aveva tre ore buone per passeggiare per Milano. Il saboto è uno dei giorni della settimana più indicati per vedere Milano. Le persone hanno smesso di correre. Passeggiano come… se passeggiare fosse il massimo della felicità. In Via Manzoni, Raffaele si era fermato tre volte a leggere le lapidi murate sulle facciate dei Palazzi. Alla fine, si sedette su una delle panchine posizionate intorno al monumento di Leonardo da Vinci. Molte persone vanno a Parigi a vedere la Gioconda… Per capire Leonardo da Vinci bisogna vivere a Milano…E’ a Milano che Leonardo da Vinci ha trovato la sua città ideale, il suo laboratorio. Un artista, un inventore, un conoscitore dell’animo umano come lui aveva bisogno di un “habitat speciale”….Milano. Milano lo è stato… e lo è ancora. In quell’istante, sulla panchina sulla quale era seduto il Dott. Raffaele, si sedette una ragazza … sui venticinque anni, bellissima. Veramente, Raffaele aveva ancora negli occhi la scenata di Anna e le parole quasi materne di Miki. Non l’aveva perfettamente inquadrata. Raffaele non aveva voglia di parlare… Stava dialogando mentalmente con Leonardo da Vinci. E’ stata la ragazza ad iniziare il discorso. “Scusi… potrebbe dirmi qualcosa di Leonardo da Vinci?” Raffaele si sentì scosso da scarica elettrica. “Leonardo da Vinci? Leonardo è ovunque a Milano. In ogni angolo della città “vecchia” c’è la mano di Leonardo… si dice che confuso tra la folla, passeggi tra le gente. Osserva e scrive le sue annotazioni da sinistra a destra… per non farsi leggere” La ragazza si presentò. “Sono Cristine… vengo da Parigi. Potrebbe farmi da guida nella città?” Raffaele aveva già capito che si trattava della Giornalista parigina. La stessa che avrebbe dovuto incontrare alle ore dodici in Galleria…alle “palle del toro” Non disse nulla. L’importante era… stare al gioco… (per questa volta, il “racconto quotidiano” non termina qui… Domani ci sarà la seconda puntata) - Questo è il racconto 681, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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IL TACCHINO
E CRISTOFORO COLOMBO
di
Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA...
E
IL RACCONTO DI FILIPPO
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ANNAMARIA ...
E
IL RAGU' DELLA NONNA
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D'ANNUNZIO
di
Annamaria Mennitti
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Viaggio in Lombardia
Il fiume Ticino…
Il Ticino è il maggior affluente del fiume Po ed è lungo 248 Km. Il fiume Ticino è stato dichiarato “Patrimonio dell’umanità” nel 2002 e vanta il primo Parco regionale d’Italia. E’ chiamato anche il “fiume azzurro” sulle cui rive è stata fondata Ticinum (attuale Pavia)… oltre due millenni fa. Ma queste sono solo informazioni generali… il fiume Ticino è ben altra cosa. E’ un fiume vivo in quanto “da esso” proviene l’acqua per l’irrigazione di buona parte del territorio lombardo… e da nove secoli porta la sua acqua nel centro di Milano per mezzo del Naviglio Grande. Per raccontare la storia del fiume ci vorrebbe un libro…ma anche un blog come questo… può essere utile per “creare nuovi appassionati del fiume azzurro”. Buona giornata a tutti. Dino
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