dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 06/04/2015
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
314
Le Torri di Pavia
Diceva il saggio (tanto tempo fa) “La società cammina sulle gambe degli uomini (e delle donne)” Qualche attento osservatore vi ha fatto un’aggiunta. “La società umana … cammina soprattutto sul risparmio (delle donne e degli uomini)”. Oggi, con la globalizzazione, il vecchio “adagio” è ancora più attuale. Una persona si alza al mattino e non sa cosa l’aspetta… Accende la TV o legge il giornale e trova notizie poco confortanti (per non dire di peggio). Allora il primo pensiero va al risparmio, al proprio risparmio. Alla garanzia che una persona può contare su ciò che ha messo da parte e ha di suo. Pavia è considerata la città del risparmio da sempre… per eccellenza. Anzi, uno dei simboli di Pavia… sono le Torri. E, che cos’erano le Torri”? Erano simbolo visibile del risparmio, di quanto accumulato attraverso una saggia amministrazione delle proprie sostanze e delle proprie attività. Le Torri di Pavia risalgono a 900 . 1300 anni fa, circa. Pavia era chiamata la “città delle cento Torri”… quindi la città del risparmio per eccellenza. Si racconta che I proprietari delle Torri viaggiassero molto. Erano sempre in giro per il mondo (di allora), e si spostavano con i “navigli” sui fiumi Ticino e Po per raggiungere Venezia e fare affari. Quando facevano ritorno a Pavia … la prima cosa che cercavano (nel cielo della città) era la Torre, la loro Torre, simbolo di ricchezza e di potere. Siccome però i tempi erano duri (molto più di oggi) e molto “instabili” (tutti contro tutti). Siccome la lotta per il “potere” era quotidiana, i proprietari delle Torri, puntavano sempre ad avere una… Torre “di scorta”. Quando si sposavano cercavano sempre una donna “pari grado”, cioè con la proprietà di almeno una Torre. A matrimonio concluso, i ricchi Signori pavesi, hanno coltivato una geniale “pensata”. Anziché accontentarsi di ciò che avevano… “inventarono la Torre del Primogenito”. Sembra una trovata di poco conto, invece, aveva un profondo significato intrinseco. Stava a significare che la vita per avere un senso deve avere un futuro, un domani. Alla nascita del Primogenito, veniva iniziata la costruzione di una nuova Torre. Oggi, sono poche le Torri di Pavia rimaste a testimonianza di un lontano passato. Ciò nonostante sono ancora lì ad “impartire la loro lezione quotidiana ai Soloni di oggi”.(314)
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LA ROCCA DI ANGERA
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 05/04/15 alle 16:50 via WEB Il Museo della Bambola della Rocca di Angera, fondato nel 1988 per volere della Principessa Bona Borromeo Arese, espone oltre mille bambole realizzate a partire dal XVIII secolo fino ad oggi. Le bambole sono poste all’interno di vere e proprie case di bambola arredate e di negozi in miniatura; i materiali con cui sono state realizzate sono dei più svariati, tra cui legno, cera, cartapesta, porcellana e tessuto..Il Museo della Bambola è allestito nelle dodici sale dell'ala Viscontea e Borromea. Si tratta di una raccolta straordinaria di bambole, giocattoli, libri, mobili in miniatura, giochi da tavolo e di società che, con oltre i suoi 1000 pezzi esposti, costituisce uno dei più importanti musei del settore in Europa. Angera si trova sulla sponda lombarda della parte sud del Lago Maggiore, in provincia di Varese. Ciao Teresa |
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L'AMORE
di Teresa Ramaioli
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5 APRILE 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 5 aprile 2015 – Domenica - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
946
Gloria e il Lunedì dell’Angelo
Con l’arrivo della Pasqua la primavera esplode in tutti i suoi colori. La natura si mette a correre ed in brevissimo tempo cancella il passato (l’inverno) e punta decisamente all’estate. Il giorno dopo Pasqua, quindi, è come se le persone sentissero nell’aria qualcosa di nuovo … e si mettessero a correre. Non proprio correre … ma sentono il desiderio di uscire dalle proprie case. Fare quattro passi … stare al passo con la natura che corre. Il Lunedì di Pasqua di un anno fa, la Dott. Gloria, quarant’anni bellissima, single … impiegata presso un Ufficio di Milano, abitante a Pavia, sentì il bisogno di fare quattro passi. Uscire di casa. Andare da qualche parte … non importava dove. Di primo mattino, Gloria, telefonò alla sua coetanea e amica Cristina. “Cristina non ho voglia di stare in casa … Hai qualche programma interessante?” Cristina sembrava che aspettasse la telefonata. “Gloria, ho avuto la tua stessa sensazione … però, non volevo muovermi da sola. Ho telefonato a Francesco se mi portava alla Madonna delle Bozzole di Garlasco. E’ la Festa del Santuario … c’è un mucchio di gente da tutta la Lomellina. Se vuoi puoi venire anche tu” Gloria si sentì un’intrusa. “Cristina non voglio essere d’impaccio tra te e Francesco” L’amica s’indispettì. “Gloria, non dire stupidaggini. Lo sai che tra me e Francesco c’è solo amicizia … come con te. Non sapevo a chi rivolgermi e mi sono rivolto a Francesco … Vieni, vieni anche tu. Passeremo una bella giornata” Gloria si convinse ed accettò. Quando Francesco si fermò davanti alla casa di Gloria, sull’automobile, oltre a Cristina c’era anche Aldo l’altro amico con il quale si trovavano spesso al solito Bar di Piazza della Vittoria in Pavia. Quattro amici. Due quarantenni e due quarantacinquenni, single … decisi a godersi il giorno di Pasquetta, altrimenti detto “il Lunedì dell’Angelo”. Intorno al Lunedì dell’Angelo alla Madonna delle Bozzole di Garlasco sono nate numerose leggende. Frutto di fantasia? Forse. Ma, chissà … Ad iniziare il discorso è stata Cristina. “Adesso che siamo due coppie non è che la Madonna delle Bozzole ci farà la grazia farci sposare?” Francesco si mise a ridere … “Cristina, ma tu credi ancora a queste cose? Oggi, siamo nel duemila e rotti … non ci si sposa più. Al massimo si convive” Sembrava che il discorso fosse circoscritto a Cristina e Francesco, ma l’argomento interessò Aldo il quale disse la sua. “Beh, se è solo per quello … io sarei felicissimo di convivere con Gloria” Gloria si sentì totalmente impreparata. Non si aspettava un’affermazione del genere. Aldo era l’amico del Bar. Avevano fatto lunghe chiacchierate … ma nulla che potesse supporre un interesse sentimentale. L’idea, però, non era da scartare. In fondo aveva quarantenni. Era single. Libera di decidere con chi stare …. E poi … era il Lunedì dell’Angelo, il Lunedì del mistero. Da Pavia a Garlasco ci sono venti minuti di automobile. Il giorno di Pasquetta, il Santuario delle Bozzole è invaso da persone provenienti da ogni dove. E’ così da cinquecento anni. E’ la Festa dei grandi e dei piccini perché ci sono le immancabili bancarelle con prodotti e oggetti di ogni genere. Parcheggiare l’auto il giorno di Pasquetta alla Madonna delle Bozzole è un impresa … Ci si può infilare in una di quelle strade sterrate che portano dritte alla riva del fiume Ticino. E’ proprio quello che ha fatto Francesco con la sua automobile. Una di quelle strade sterrate, tutte uguali, che permettono una sosta illimitata. Infatti, lasciata l’automobile, Cristina sotto braccio a Francesco … e Gloria sottobraccio a Aldo si diressero al Santuario. Stare sottobraccio alla Madonne delle Bozzole il giorno di Pasquetta è indispensabile se non ci si vuole perdere … (e mai più ritrovarsi). Cosi è stato per le due coppie pavesi le quali, ad un certo punto … si sono perse di vista. Cristina e Francesco si trovarono bene sottobraccio uno all’altra e, complice la fiumana di gente che spingeva da tutte le parti, si trovavano spesso viso contro viso. La stessa cosa stava accadendo a Gloria e Aldo il quale, però, cercava di stare stretto a Gloria anche quando la folla non spingeva. Si vedeva che il quarantacinquenne non vedeva l’ora di baciare Gloria. Alla prima occasione, di un viso contro viso, Aldo accennò ad un bacio. I baci, però, sono come le ciliegie … una tira l’altra. Anche Gloria sentì il bisogno di un bacio più approfondito. Quando si vuole … la scusa è sempre a portata di mano. Nella confusione un bacio ci sta sempre bene e Aldo senti per la prima volta in vita sua … cosa voleva dire essere baciato da una donna. Ci sono cose che lasciano il segno. Il bacio di Gloria lo aveva lasciato. Aldo si inventò la scusa che aveva dimenticato un oggetto sull’automobile di Francesco. Insieme andarono a cercare l’altra coppia. Girarono, girarono senza risultato. Cercarono di chiamare per mezzo del telefonino, ma nella confusione è difficile utilizzare pure quello. Inoltre, si stava avvicinando un temporale … uno di quelli che non ha alcuna intenzione di scherzare. In pochissimo tempo la folla si diradò. Tutti cercavano di trovare riparo alla pioggia imminente. Anche le due coppie ripresero contatto e insieme, di corsa, si precipitarono all’automobile. Prima di raggiungerla, però, Cristina con Francesco e Gloria con Aldo si sono bagnati come pulcini. In automobile cercarono di fare ciò che potevano … ma, ormai, le due coppie erano affiatate. Si consolarono con baci a volontà. Quella stessa sera Francesco dormi a casa di Cristina e Aldo casa di Gloria … la leggenda dell’Angelo che benedice e unisce coloro che si vogliono bene si è realizzata anche un anno fa. - Questo è il racconto 946 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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SOCRATE
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 04/04/15 alle 12:18 via WEB I tre colini di Socrate Un giorno un uomo andò a trovare Socrate e gli disse: “Sai cosa ho saputo su un tuo amico?” “Un istante”, rispose Socrate. Prima che tu mi racconti ciò che desideri, vorrei farti un test. Quello dei tre colini. “I tre colini?” chiese l’uomo. “Prima di raccontarmi tutto quello che vuoi sugli altri, è buono avere del tempo per filtrare quello che va detto. Questo è ciò che io intendo per il test dei tre colini. Il primo colino è quello della Verità. Hai verificato che quello che mi stai per dire è la verità?”, disse Socrate. “No. L’ho semplicemente sentito…” rispose l’uomo. “Va bene. Non sai quindi se è vero. Proviamo a filtrarlo in un altro modo utilizzando il secondo colino, quello della Bontà. Quello che stai per dirmi sul mio Amico, è qualcosa di buono?”, chiese Socrate. “Ah no! Al contrario…” rispose l’uomo. “Quindi”, continua Socrate, “tu mi vuoi raccontare qualcosa di cattivo su di lui e non sai neanche se le cose che mi stai per dire sono vere o meno. Puoi però ancora passare il test, perché ti resta ancora il terzo colino, quello dell’Utilità. E’ utile che tu mi dica ciò che avrebbe fatto il mio Amico?” “…non veramente…” rispose un po’ sconcertato l’uomo. “Allora”, concluse Socrate, “se ciò che mi vuoi raccontare non è né vero, né buono, né utile, perché me lo vuoi dire?” Ciao teresa |
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