dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 12/06/2015
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
391
Flaminia
La Signora Flaminia, dopo decenni di lavoro assiduo, era finalmente andata in pensione. Sessantasei anni non sono molti e quando si arriva alla “meta”… sembra di assaporare un “atto liberatorio”. E’, però, il momento in cui si fanno i “bilanci”… ciò che si è dato…e ciò che si è avuto. Sul piano economico, Flaminia non aveva nulla da eccepire. Aveva avuto un lavoro soddisfacente e un marito che, a sessant’anni, aveva preso la via del cielo… dopo una lunga malattia. Flaminia si era detta. “Basta uomini… uno, basta e avanza…” Ma tra il dire e il fare … (come diceva il proverbio) ci stanno di mezzo i “sentimenti”… che sono tanti “oceani” inesplorati. Finché c’era il lavoro tutto era facile. Quando però, un anno fa, la Signora Flaminia è andata in pensione le cose sono totalmente cambiate. Ogni tanto, la neopensionata, si faceva un po’ di crucci (“Se avessimo avuto almeno un figlio… sarebbe tutto diverso”). Inutile, farsi dei crucci, quando non servono a niente e non risolvono la situazione. Inoltre la Signora Flaminia aveva un’amica coetanea, La Signorina Marta, maestra in pensione, nubile… con la quale si confrontava (e non condivideva niente). Infatti, la maestra Marta, era sempre piena di mali e malattie…(e le malattie che non aveva… se le inventava). Ormai, Flaminia aveva capito il soggetto… Per Marta erano una scusa per attirare l’attenzione. Inoltre, la “maestra” Marta, dispensava giudizi e consigli a tutti, a volontà, come se avesse vissuto centomila esperienze. In effetti, non ha mai avuto nemmeno un uomo… un moroso o qualcosa del genere. La Signora Flaminia, invece, ora che era in pensione, aveva capito che “un nuovo amore… non sarebbe stato niente male”. Naturalmente, non poteva dirlo all’amica Marta. Per aggirare l’ostacolo e allacciare nuove amicizie maschili, si iscrisse ad un Club di giocatori di carte. Nulla di eccezionale. Tre pomeriggi alla settimana, la Signora Flaminia, un anno fa, cominciò a frequentare la sede del Club. C’erano uomini e donne dai cinquant’anni in su. Inoltre era possibile scegliere tra le varie sezioni: briscola, scala quaranta e molte altre varietà di giochi di carte. La briscola (dei principianti) era la più facile e la più affollata. C’erano molti uomini intorno al sessantotto settant’anni. Proprio il posto giusto per fare conoscenza con qualche “soggetto interessante”. I giocatori di carte, però, hanno un difetto… “sono dei giocatori”. Il segreto dei giocatori non era quello di vincere o perdere… ma quello di giocare. Flaminia, non era a conoscenza di questo particolare. Si illudeva che i giocatori guardassero le donne (e lei in particolare). No. I giocatori guardano le carte. Non si accorgevano neppure se una donna è girata davanti o di dietro. Se cambia vestito o aveva sempre il solito. Flaminia ce la metteva tutta…ma i giorni passavano e non era possibile allacciare alcun discorso. Un pomeriggio stava per andare al Club quando si accorse di aver lasciato a casa il portafogli. Non poteva andare al Club senza soldi. Ogni partita aveva bisogno di almeno una puntata… minima, ma sempre di puntata si trattava. Rifece la strada. Ritornò a casa. Davanti all’ingresso della sua casa c’era un Signore che suonava il campanello. Lo riconobbe subito. Era il suo compagno di terza media: Giancarlo. Un bell’uomo che si era mantenuto tale pur avendo la stessa età della neopensionata. “Flaminia sono venuto a Pavia. e ho pensato di passare da casa tua per un saluto… Spero di non disturbare. Ho anche una proposta. Al mio paese ho vinto un “viaggio a Londra” di una settimana per due persone. Essendo solo, mi sono detto. Perché non proporlo a Flaminia? E’ un po’ come se ritornassimo in terza media… quando te ed io facevamo coppia fissa.” Flaminia si illuminò. Era proprio la proposta che ci voleva per ravvivare la vita.(391)
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MILANO
di Teresa Ramaioli
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CIAO LAURA ... LASCRIVANA
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COMMENTO DI IMMAGINIRCFO
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11 GIUGNO 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 11 giugno 2015 – Giovedì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
1013
Debora …
e un diamante chiamato Parigi
Non aveva ancora terminato l’Anno Scolastico e la Prof. Debora, quarant’anni, single, bellissima … Docente di Lettere in un Liceo del milanese, abitante a Pavia, era arrabbiata … anzi, arrabbiatissima, con sé stessa. Un po’ di colpa se la dava da sola perché non sapeva decidersi. Aveva due spasimanti Raffaele e Michele i quali le facevano una corte spietata … al limite dell’assurdo. Si fa presto dire … “fare la corte”, ma per capire, bisogna sempre mettersi nei panni dei protagonisti. Parlare di “fare la corte ad una donna” nel 2000 sembra quasi un anacronismo … invece, no. L’uomo è sempre l’uomo. Cambiano i costumi, ma l’uomo rimane tale e quale all’epoca dell’Impero Romano. Quando un uomo arriva a cinquant’anni e si innamora di una donna … vede solo quella. Se poi, quella donna è bellissima. E’ corteggiata anche da un altro uomo … (e la donna in questione non sa decidersi) la concorrenza raggiunge il parossismo. Un anno fa, la sfida tra Raffaele e Michele aveva raggiunto l’assurdità totale. Raffaele mandava un mazzo di fiori a Debora … anche Michele ne mandava uno. Così per un braccialetto … un orologio … una borsetta. Debora accettava. Ringraziava … e non decideva. Ogni cosa, però, raggiunge un limite. Limite invalicabile. Raffaele e Michele erano sul punto di cedere … e Debora se ne accorse in tempo. Ci sono concorrenti che lasciano perché sconfitti. Altri perché perdono l’interesse e si vedono, forse, presi in giro. Altri ancora perché uno dei due ha avuto un’idea geniale. Questa volta, l’idea geniale l’ha avuto Raffaele. Il cinquantenne Dott. Raffaele, Psicologo, aveva un sogno: vedere Parigi come voleva. Con il tempo necessario. I turisti di oggi dedicano a Parigi solo tre o quattro giorni. Parigi, però, è Parigi … e se si vuole gustare veramente la città ci vogliono almeno tre settimane … Insomma una vacanza da favola … con tutti gli extra più impensati e originali. Parigi abbonda di proposte originali e impensate. Il Dott. Raffaele, cinquantenne alla ricerca spasmodica dell’amore della sua vita era deciso a giocare a testa o croce. Questa volta avrebbe messo alla prova la Prof. Debora. Prendere o lasciare. Il Dott. Raffaele impiegò una settimana assistito dal suo Agente Turistico di fiducia, il Dott. Carmelo. Insieme organizzarono la più bella vacanza di tre settimane a Parigi mai concepita. Nella vacanza c’era di tutto. Dalle visite più esclusive, ai pranzi da favola presso i migliori Ristoranti di Parigi con quattro camerieri a persona … e non solo. Nel programma non potevano mancare spettacoli di Varietà … e serate al Lido’ e al Moulin Rouge. Completato il programma, il Dott. Raffaele fece in modo di incontrare (per caso?) la Prof. Debora in Corso Cavour a Pavia. Offrì un caffè … e senza giri di parole l’affrontò a viso aperto. “Debora … sono ormai mesi che ti faccio una corte spietata. Accetti i regali. Ringrazi, ma quando si tratta di uscire a cena o di qualche ballo … rispondi picche o non rispondi affatto. Capisco che quando una donna è bellissima … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo si sente corteggiatissima … e gioca al rialzo. Io, Raffaele, però, ho cinquant’anni e ho deciso di andare Parigi per tre settimane. Prima dare l’OK alla proposta della mia Agenzia Turistica ho voluto fare la stessa proposta a te. Vuoi venire con me? Vuoi venire con me a vivere una luna di miele da favola? Si dice che Parigi risolve ogni dubbio … perché la vita è una sola e …” Debora si sentì con spalle al muro. Prendere o lasciare. Tra Raffaele e Michele c’era una leggera differenza. Raffaele era un po’ calvo … e leggermente più basso di Michele. Debora, intimamente, avrebbe voluto le migliori qualità di entrambi … ma non poteva farlo. Decise quindi per la leggera calvizie di Raffaele il quale l’aveva presa proprio per la gola. A volte, non bastano le parole. In amore è come in guerra … nulla è vietato. Ognuno gioca con le armi che ha. Debora si sentì travolta da una ondata di emozioni che solo Raffaele poteva darle. Quando La Prof. Debora Sali sull’aereo per Parigi le sembrò di cambiare vita … ma era solo all’inizio. Appena Raffaele prese posto sull’aereo accanto a lei, estrasse una scatoletta dalla sua borsa. Dentro c’era un anello di diamanti. “Debora … in questo anello c’è un diamante chiamato Parigi … Un diamante è per sempre … come il mio amore” C’è un proverbio a Pavia che dice. “Il diamante risolve ogni dubbio”
Questo è il racconto n. 1013 scritto dal 2 settembre 2012 … dove l’amore trionfa sempre … per la felicità dei protagonisti … di chi scrive … e chi legge.
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MILANO
di Teresa Ramaioli
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CIAO ANNAMARIA ...
ANNAMARIA MENNITTI
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CIAO ANNAMARIA ...
ANNAMARIA MENNITTI
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