Sorridere è Amare

Categorizzazioni


Chiamano in ufficio e rispondo al telefono.L'interlocutore vuole inserire un ragazzo nei nostri laboratori."E' autistico, potrebbe esserci il suo affidatario...blabla"Si prende nota del giorno e dell'orario... chiude la telefonata. penso.. L'autistico è abbastanza funzionante.L'autistico ha poche compromissioni comportamentali.L'autistico ha 11 anni.L'autistico potrebbe fare una prova.L'autistico non ha nome! In 10 minuti di telefonata non è uscito il nome, so tutto di lui, che scuola fa, dove abita, come si comporta, cos'ha fatto, chi è il suo affidatario, ma non conosco il suo nome.Per quanto si tenti di fare integrazione, la segregazione nelle categorie fa quasi paura, perchè chi chiama, tra l'altro, è un assistente sociale.C'è il desiderare di stare in una categoria o l'essere etichettato in un categoria. Le categorie, sono spesso protezione, talvolta inclusione, sostegno, forza e supporto. Diventano identitarie, quasi che utilizzare la categorizzazione permetta di sentirsi più riconosciuti. Io penso limitino, dividano, escudano, sia che tu lo scelga, sia che tu ne diventi vittima.In ogni caso si prevede un dentro e un fuori, che comporta un'accettazione o un rifiuto.L'integrazione ancora prima dell'inclusione dovrebbe partire dall'accoglienza, dal riconoscimento dell'essere, dal suo nome, dalla sua identità.