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« DisequilibriCosì piccola e fragile »

Dall'altra parte

Post n°271 pubblicato il 02 Luglio 2018 da pazza105

..Di colpo ti ritrovi dall'altra parte.

Ti cadono tutte le certezze, perdi ogni punto di riferimento.
Ti ritrovi nuovamente sola.

 

Gli stessi gesti, la stessa cura, la stessa attenzione.
Le coccole di bambina, le coccole per una mamma.

Accompagnarla, sostenerla, lavarla, asciugarla, darle la crema, pettinarla.

Quel bagno ritorna alla vita,
Una vasca piena d'acqua, le bolle di sapone, lo sfregarti leggero, sostenerti il capo, ridere per non farti pensare... ci mancava solo il subacqueo a nuotare nell'acqua, e tu al mio posto per tornare indietro 30 anni.

Mi sono commossa tanto in questi giorni, a guardarti e a guardarci da fuori.
Come una telecamera sospesa, leggermente laterale, a riprendere ogni gesto.
Gesti di cura, gesti d'amore, gesti rievocati, gesti che tornano alla mente e che si ripetono così come li hai imparati, così come li hai vissuti da bambina, quei gesti che ti facevano stare bene, quei gesti di protezione, quei gesti in quella bolla d'amore.

Asciugarti e coccolarti con la crema, il tempo per quella cura non ce l'hai mai, eppure è così bello guardarti distendere il viso, con la morbidezza di una crema che ti lascia la pelle liscia e profumata; e poi massaggiarti i piedi, a quelli sei particolarmente sensibile e sfregare, girare, schiacciare con delicata pressione.  

Metterti le calze, arrotolarle in mano fino alla cucintura estrema, appoggiarle sulle dite e distenderle giù fin sopra la caviglia, esattamente come me le mettevi tu.
Io mi ricordo chiaramente del teporino che sentivo quando me le infilavi, il calore che le tue mani lasciavano sul cotone e che mi avvolgevano il piede. 

Infilarti le scarpe, metterci dentro la mano, slegare i lacci, allargarli, aprire la linguetta, infilare il piede, appoggiarlo sulla gamba, stringere i lacci, sistemare la linguetta, fare il nodo, così esattamente come me le infilavi tu.
Io percepivo lo stesso teporino che le tue mani lasciavano nelle scarpe, soprattutto d'inverno, e mi ricordo di come, una volta legate, le gambe volavano giù e via in un attimo ero in piedi e poteva cominciare davvero la giornata. 

 

Oggi sei sfinita nel viso, distrutta nel corpo.

Un corpo che ha deciso di farti fermare un po'.

 

 

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Un blog di: pazza105
Data di creazione: 21/11/2005
 
 

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