Sposerò Tontemù
(che lui lo voglia o no)Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
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Passata è la nonnetta,
ma ferma dietro l'angolo già aspetta
l'ignaro amore mio, per una fetta
del corpicione suo,
con intenzion maligna, rubattina e gretta!
Mia duplice missione
spezzar della vegliarda
nodoso e deambulante,
di orpelli decorato assai, bastone!
Così che, lenta lei, deambulassi io veloce
invece
salvando dalle insidie tese
da tal rival procace
l'amato mio bestione!
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secondo me
la matematica non è un' opinione.
(e questo lo direbbe anche la Codella.)
Ma torniamo a noi.
secondo me
il miglior post di tutti i tempi, compreso il futuro anteriore del congiuntivo,
è questo: .
non ce lo dimentichiamocelo mai!
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Amato Tontemù
gavemo litigato
ciavevi colpa tu
orsù
esci dalla (*** di) stalla
prendiamoci un gelato
non ci pensiamo più
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Giammai su un pian di travertino steso ti vorrei,
o mio Bovino,
ma i quattro quarti tuoi
uniti insieme sempre spererei
ed una speme, pel destino tuo , sospirerei:
che, di pazzia benché tu ricco, e di geniali idee,
col surf si' periglioso giù dal picco
per tòrte e sconquassate assai linèe
a repentaglio non mettessi gli ossi numerosi
che il moto tuo preannunciano, possenti e fragorosi.
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T'amo, o bove divo
e portami al cinema presto
ché di biglietti non sei privo
e nella stalla un altro po' io resto
lo so che preferivi portarci la Lutsyna,
ma questa ti è toccata in sorte,
non divina,
non acuta, e fisicamente manco forte.
o Tontemù
o ci si va stasera, o un ci si va più!
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Zampe enormi e possenti,
di muscoli intrecciate, e contundenti
corna di diaspro durissimo ha
il bovino mio, che amerò per l'eternità.
Mi levo all'alba per mirarlo pascolare
quando l'animo, di lui non visto, più sincero
e scevro di umane convenzion, nel suo splendore
tutto rifulge e più severo egli m'appare.
Il core mio in un sol desìo si scioglie
quello di esser, prima o poi, sua moglie.
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Mi è arriva una cartolina del Mac *** da Tontemucche!
"Mia Cara Astufilide,
inver tu sai quanta passione mi morde a causa tua
(è innamorato, vero?!!)
purtroppo il lavoro mi conduce lontano
(ha detto purtroppo!!! gli manco!!)
sono impegnatissimo con delle rilevazioni nel quartiere medioevale di New York
(il mio studiosone...)
e qui, purtroppo per me, non c'è campo. (e manco scampo)
Ti chiamerò al mio ritorno, sii paziente
Moooooolto paziente
3:-O"
c'è speranza...!
corro a rassettarmi la conocchia...
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Kuggina de una che non è Gu,
(messaggio subbliminale-renditi reperibbile che te devo da dì na cosa, ekkekkakk)
tra il mito ed il sogno, veleggi tu.
Sparisti un dì d'inverno e non ritornasti più
ma oggi io ti scrivo (e non penso a Tontemù).
Cerca di riapparire,
che t'ho una domanda a fare,
a cui soltanto tu puoi replicare.
Il piccolo tuo aiuto non negare
a me, fedele tua compagna di avventure.
Che importa se le abbiamo immaginate,
esiste ciò che esiste, e noi vite vissute,
in paesi lontani, alcune abbiamo,
per cui, pian piano, fatti passare la scornite
e vieni a illuminar una di queste vite!
Astrusilla.
PS A chi si stesse chiedendo "Ma che, ce l'ha con me?"
la risposta è "oggi no, oggi ce l'ho con la Kugginae de Gu. :)"
(no, non è la Codella)
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Musa, dimmi tu,
perché l'amore mio non proferisce mù?
Inver gli fu rapito il còre dalla bionda Procevonia?
o forse sta smaniando per la bella sua segreta
che fuggì lontan d'Ausonia?
O, peggio ancor mi sento, senza pìeta
del mio dolor, correndo ei sta
dietro a colei che prima d'ogni altra
ferì il suo cor millenni fa,
e poi s'allontanò, sì scaltra,
lasciando a noi l'udire sì gravoso
del suo d'amor muggito doloroso?
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Piove, o Pio bove,
piove sotto il sole,
sulle pietre e sulle tamerici.
Bevono, senza requie, del frutteto le radici.
Spostati un po' più in là,
che stai innaffiando due pernici.
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E' l'alba e son già desti i contradaioli,
colora il sole le bancarelle
degli ortolani e dei pesciaioli.
Odo più forti le voci della piazza,
e sovrastar tutte quelle
il muggito possente della Mucca Pazza.
(Astrusilla, nei secoli fedele, amen)
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Di te rimiro la possanza
e come tutta occupi una stanza.
Mi inebria quell'odor di concimaia
ch'è proba tua virtute in fondo all'aia.
Da quando ti ho veduto
non v'è attimo di vita mia
in cui non ti abbia amato
a parte forse quando tu, sbadato,
poggiasti le tue chiappe,
tanto ben, sul mio costato.
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la sorte mia non muta, è sempre quella
di sospirar di fuori la tua stalla.
E tu, si'sordo al batticuore mio,
invece io,
traballo d'emozion, perché all'amor mischiati
li sento bene bene i tuoi efflati.
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Dal primo giorno che t'ho visto
capivo già che il mio destin sì tristo
sarìa de amarti, irricambiata,
piangendo cucinai una crostata.
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Inviato da: Nonna_Morkie
il 11/09/2007 alle 15:51
Inviato da: Nonna_Morkie
il 10/09/2007 alle 15:14
Inviato da: Tontemucche
il 09/09/2007 alle 21:06
Inviato da: madoblues
il 05/09/2007 alle 13:56
Inviato da: Tontemucche
il 03/09/2007 alle 23:43