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Partito Comunista delle Libertà - prospettive e primi indirizzi programmatici

Post n°1 pubblicato il 26 Novembre 2005 da pcdl

Il ruolo che il Partito, organizzazione classista del proletariato, si prefigge in questo frangente storico caratterizzato dai primi segnali di una crisi irreversibile del capitalismo a livello mondiale, è quello di realizzare il pieno dispiegarsi delle forze di produzione capitalistiche, condizione imprescindibile attraverso cui sarà possibile l’emersione delle molteplici contraddizioni insite nel sistema capitalista stesso e quindi chiaramente il superamento del sistema di produzione capitalista in senso socialista.  L’accelerazione congiunta del pieno dispiegarsi delle forze di produzione capitalistiche, dell’emersione delle contraddizioni del sistema capitalista e del conseguente passaggio storico dal sistema di produzione capitalista a quello socialista è ottenibile esclusivamente tramite il sostegno dell’organizzazione di classe / partito del proletariato all’operato della parte più progressiva dell’attuale classe dominante borghese.

Già Marx, del resto, riconosce gli innegabili meriti che la classe borghese ha avuto una volta scalzata la vecchia classe nobiliare e con essa il sistema di produzione feudale ormai antiquato rispetto alle nuove esigenze della vita materiale: “La borghesia ha avuto nella storia una parte sommamente rivoluzionaria. Dove ha raggiunto il dominio, la borghesia ha distrutto tutte le condizioni di vita feudali, patriarcali, idilliche. Ha lacerato spietatamente tutti i variopinti vincoli feudali che legavano l'uomo al suo superiore naturale, e non ha lasciato fra uomo e uomo altro vincolo che il nudo interesse, il freddo "pagamento in contanti". Ha affogato nell'acqua gelida del calcolo egoistico i sacri brividi dell'esaltazione devota, dell'entusiasmo cavalleresco, della malinconia filistea. Ha disciolto la dignità personale nel valore di scambio e al posto delle innumerevoli libertà patentate e onestamente conquistate, ha messo, unica, la libertà di commercio priva di scrupoli. In una parola: ha messo lo sfruttamento aperto, spudorato, diretto e arido al posto dello sfruttamento mascherato d'illusioni religiose e politiche. […] La borghesia ha svelato come la brutale manifestazione di forza che la reazione ammira tanto nel medioevo, avesse la sua appropriata integrazione nella più pigra infingardaggine. Solo la borghesia ha dimostrato che cosa possa compiere l'attività dell'uomo. Essa ha compiuto ben altre meraviglie che le piramidi egiziane, acquedotti romani e cattedrali gotiche, ha portato a termine ben altre spedizioni che le migrazioni dei popoli e le crociate. […]” [1]

 L’attuale frangente storico appare caratterizzato, oltre che dalla lotta tra borghesia e proletariato, da una divisione d’indirizzo interna alla stessa classe dominante borghese. Questa lotta intestina alla borghesia si svolge chiaramente tra soggetti accomunati sia a livello d’infrastruttura (la condivisione della funzione da essi svolta nell’attuale sistema di divisione del lavoro), sia a livello sovrastrutturale (la condivisione della stessa ideologia e della stessa visione del mondo). Volendo essere questo scritto un testo base di facile accesso e comprensione a tutti, non ci soffermeremo qui ad effettuare analisi scientifiche sulle cause che determinano tale frattura d’indirizzo interna ad una stessa classe sociale, per giunta quella dominante, ma ci limitiamo a notare come tale divisione intestina alla classe dominante, che è storicamente sempre esistita e riscontrabile, si sia ampliata nell’attuale processo storico come riflesso dell’ampliarsi della crisi del sistema di produzione capitalistico.

E’ rifacendosi al pensiero di Marx che riconosciamo la necessità storica in determinate contingenze che il partito espressione della classe proletaria ricerchi e trovi ambiti di collaborazione con la parte più coscenzialmente avanzata della classe borghese. L’obiettivo di questa collaborazione, che mai implica la rinuncia alla propria identità di comunisti e agli obiettivi ultimi che il partito si prefigge di raggiungere, è auspicabile nelle contingenze storiche in cui si rende irrinunciabile un processo di modernizzazione implicante un maggior dispiegarsi delle forze di produzione che accelereranno la crisi del sistema capitalista facendone emergere le contraddizioni. Nella nostra epoca nella quale, come abbiamo ricordato, è possibile e auspicabile il massimo dispiegamento delle forze produttive, la parte della borghesia coscenzialmente più avanzata è individuabile in quella fazione che a livello politico assume il nome di “Casa delle Libertà”.

Illuminanti sono, per comprendere il carattere espansivo del blocco borghese politicamente riunito intorno alla coalizione della Casa delle Libertà, le parole del professor Pietro Barcellona: “[…] Si deve piuttosto riconoscere che la divisione emersa dal voto non è geografica, ma sociale: votano per il centrosinistra le parti di società che stanno ancora sotto la «protezione» del sistema politico chiamato Stato sociale, cioè grande impresa, sindacato, apparati pubblici, ceto politico e forze intellettuali dislocate nell’editoria, nei media e nelle Università; votano, invece, per il centrodestra le parti di società che soffrono l’esclusione da questo sistema protettivo, cioè i nuovi ricchi dell’economia diffusa nel territorio secondo il modello pedemontano (imprenditori minimi con bassi fatturati e «dipendenti» dai grandi committenti del mondo globale) e i nuovi poveri delle grandi periferie urbane privi ormai di ogni rapporto con il mondo del lavoro e costretti ad arrangiarsi sul modello dell’economia illegale […]” [2]

Una nuova borghesia fattasi con le proprie capacità imprenditoriali e che non può contare sull’aiuto dello Stato contrapposta ad una vecchia borghesia decadente, parassita e malata di assistenzialismo; una massa di nuovi poveri senza tutele o garanzie contrapposti ad assistiti del sistema membri della piccola borghesia bottegaia. Se non vi sovvengono rileggendo i passi del Manifesto del Partito Comunista già riportati sopra in cui Marx esalta il ruolo della borghesia quale portatrice del nuovo contrapposto al vecchio della classe feudale… con chi pensate che starebbero oggi Marx ed Engels?

 

E’ per i motivi sopra spiegati che, da comunisti, intendiamo sostenere la Casa delle Libertà alle elezioni dell’aprile dell’anno prossimo. Vi invitiamo perciò a non farvi guidare da sentimentalismi piccolo-borghesi ma ad agire secondo le direttive che il partito organizzazione del proletariato dà partendo dagli assunti scientifici del marxismo.

                                                  il C.C. del PCdL

 



[1] Karl Marx e Frederich Engels, Manifesto del Partito Comunista, 1848

[2] Pietro Barcellona, “Alzata con pugno - dentro la crisi della sinistra”, ed. Città Aperta edizioni, Troina 2002

 
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Commenti al Post:
SEMOINDU
SEMOINDU il 16/02/13 alle 01:11 via WEB
Il riferimento ad " alzata con pugno " mi pare veramente giusto , preciso e nobile , si , nobile . Gran post , senza alcun dubbio .
(Rispondi)
 
 
jorges
jorges il 16/02/13 alle 01:40 via WEB
Direi che noi due siamo rimasti gli unici sostenitori, anche i fondatori se ne sono andati... che ne dici se fondiamo anche noi una lista? Comunismo Civico con Monti può andare?
(Rispondi)
 
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