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In una grande città la vita si riduce ad un 'esistenza artificiale.

Molti uomini sentono ancora a stento la vera terra sotto i piedi,

vedono ancora appena crescere le piante, eccetto che in vasi da fiori,

e solo di rado lasciano dietro di sè le luci delle strade,

per lasciar agire su di loro la magia di un cielo notturno cosparso di stelle.

Quando gli uomini vivono così lontano da tutto quello che il Grande Spirito ha creato,

allora dimenticano facilmente le sue leggi.”

(Tatanga Mani)

 

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Post N° 19

Post n°19 pubblicato il 10 Febbraio 2008 da pdci.borgo

Firenze La sinistra impari a sporcarsi le mani

PAOLO COGGIOLA

L´autore è assessore comunale al ciclo delle acque ed esponente del Pdci
La tensione che si è registrata nella maggioranza di Palazzo Vecchio sull´ipotesi di aggregazione societaria tra i gestori del servizio idrico dell´Ato 2, 3 e 6 è sintomatica sia del confronto tra Pd e Sinistra, sia delle diverse ipotesi presenti in quest´ultima. Alla Sinistra (arcobaleno o no) mi rivolgo e rivendico la responsabilità di avere perseguito questo obiettivo di concentrazione di aziende a controllo pubblico dal luglio del 1999 al luglio del 2004.
Questa vicenda è sintomatica anche da un altro punto di vista: quello della proposta di governo che l´aggregazione di sinistra deve saper sviluppare e proporre, su questo come su altri temi, in competizione e, perché no, in alternativa a quella che il Pd rappresenta e vorrà rappresentare.
Prima questione metodologica: la sinistra, comunque articolata e/o aggregata, intende svolgere un concreto ruolo di governo assumendo come discriminante gli interessi ed il soddisfacimento dei bisogni delle classi popolari oppure rifugiarsi in una pura e sterile opposizione testimoniale? Personalmente propendo per la prima risposta e questo significa doversi sporcare le mani, analizzare il reale contesto politico e normativo, delineare concrete azioni di governo, costruire alleanze e consenso per modificare i rapporti di forza, definire obiettivi e percorsi per il loro raggiungimento.
Seconda questione metodologica: si ritiene l´orizzonte di una nuova coalizione di centro sinistra (articolata su Pd e Sinistra) perseguibile ed a quali condizioni? Ritengo che sia perseguibile e nello stesso tempo non è scontato un esito positivo per due ragioni: la prima è che comunque il Pd non sia autosufficiente così come non lo e´ la Sinistra. La seconda, è il pericolo di deriva centrista del Pd e nel contempo di deriva estremista della Sinistra.
Per tornare alla vicenda dell´acqua sanno i miei amici e compagni della sinistra che all´interno del Pd sono forti e determinate le componenti che vedono nel cosiddetto mercato l´unica modalità regolatrice dei rapporti sociali? Questa tendenza nel caso dei servizi pubblici locali porterebbe alle liberalizzazioni che espungerebbero la politica dalla funzione di governo e regolazione dei rapporti sociali.
Tenuto conto di quello che si agita a livello governativo (vedi disegno di legge Lanzillotta), come si può sostenere che la costruzione di un´impresa a forte e prevalente controllo pubblico sia una privatizzazione o una liberalizzazione?
Che la sinistra rifugga da una deriva estremista per impegnarsi in una reale e concreta proposta di governo e´ il miglior contrasto ad una deriva centrista del Pd e tutto ciò, a mio giudizio, e´ essenziale a salvaguardare gli interessi ed i bisogni delle classi popolari.
Amici e compagni, se veramente vogliamo svolgere un ruolo propositivo e competitivo nei confronti del Pd bisogna affrontare le questioni per quello che sono, per quello che il contesto normativo e politico consente senza illudere ed illudersi che i proclami siano sufficienti a raggiungere gli obiettivi.
Approntiamo un programma di governo, delineiamo politiche urbanistiche, sociali, abitative, ambientali, affrontiamo il ruolo del pubblico in una economia di mercato per affermare il primato dell´uno sull´altro se vogliamo confrontarci e caratterizzarci nella competizione che, con la nascita del Pd, si è aperta nello scenario politico della nostra città. Studio, pazienza e perseveranza sono e restano virtù rivoluzionarie. (da "La Repubblica - Firenze" del 16.1.08) 

 

 
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