il mio scrigno

Oggi nella Storia


 Rogo traforo Monte Bianco 24 marzo 1999 Francia - Italia Fu un mercoledì di 11 anni fa. Intorno alle ore 10:45 un TIR prese fuoco e si fermò all'interno del traforo del Monte Bianco (lato francese). Entro pochi minuti le fiamme, alimentate dalla farina e dalla margarina trasportate dal camion, avvillupparono tutto il mezzo e si propagarono ai veicoli vicini (anche a causa del ritardo della messa in rosso dei semafori). Le fiamme fecero salire la temperatura a livelli altissimi (circa 1.000 gradi) ed i fumi tossici cominciarono ad espandersi per centinaia di metri. Fu un camion belga a provocare il rogo che costò la vita a 39 persone (29 rimaste nei veicoli, 7 in fuga, 2 nei rifugi e 1 Vigile del Fuoco francese. In tutto 16 italiani) e causò oltre 300 milioni di euro di danni alle strutture. Entrò dalla frontiera francese (diretto in Italia) che già una fiammella si intravedeva sotto la motrice, ma, nonostante le segnalazioni degli altri automobilisti, si fermò solo a metà percorso. L'autista del TIR riuscì a scendere ed a fuggire verso la salvezza, ma molte persone non poterono salvarsi perché intrappolate dalla coda di veicoli e confuse dal fumo e dal forte calore. Bruciarono 23 camion, 11 autovetture, 1 moto e 2 mezzi dei soccorsi dei vigili del fuoco francesi. Ci vollero 54 ore per domare il rogo. A seguito della tragedia il tunnel rimase chiuso tre anni arrecando, in Italia, un danno per mancata circolazione di merci intorno ai 3 miliardi di euro. Il processo del 2005 finì con la condanna di tredici dei sedici imputati (la Volvo, casa costruttrice del TIR che prese fuoco, fu prosciolta). La pena maggiore ammontò a due anni e sei mesi di reclusione per il responsabile sicurezza del tunnel lato francese. Le altre pene furono tutte più lievi (l'autista del TIR fu condannato a 4 mesi) e di fatto nessuno fece un solo giorno di prigione. Va infine ricordato il gesto eroico di Pierlucio Tinazzi detto "Spadino", impiegato nella STMB (società che gestiva il lato italiano del traforo), che sacrificò la vita per salvare, grazie alla sua moto di servizio, alcune persone intrappolate nel rogo. Per questo fu insignito della Medaglia d'oro al valor civile. In suo onore ogni sabato di fine marzo viene organizzato un motoraduno, nei pressi del tunnel, chiamato “Memorial Spadino”.