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ARCHITETTURA DA FANTASCIENZA A DUBAI


UN MULINO A VENTO ALTO 59 PIANIVerrà realizzato a Dubai, negli Emirati arabi, un edificio di 250 metri che ruota e sfrutta la forza del vento per produrre energia elettrica. L'edificio, primo ed unico al mondo, è stato progettato dagli architetti fiorentini David Fisher (che ne è l'inventore), Fabio Bettazzi e Marco Sala, con la partecipazione di Leslie Robertson, l'ingegnere statunitense ideatore del 'World Trade Center' di New York. Ognuno dei 59 piani della torre ospiterà un appartamento e sarà staccato dagli altri, così da poter ruotare in maniera indipendente. Il risultato sarà un edificio in continua trasformazione. Gli spostamenti avranno una velocità molto bassa per non risultare fastidiosi per gli inquilini della torre, che non percepiranno il movimento, ma potranno svegliarsi vedendo dalla propria camera il sorgere del sole e cenare davanti al tramonto. L'energia elettrica sarà prodotta da una serie di ventole che verranno installate negli spazi liberi tra i piani e sfrutteranno la forza del vento come se fossero mulini. Inoltre anche i singoli piani, girando grazie al vento, produrranno energia. Infine ci sarà l'apporto dei pannelli solari, che verranno posizionati sui tetti di ciascun piano e che durante la giornata, ruotando, rimarranno parzialmente esposti alla luce. In questo modo l'edificio non solo produrrà l'energia che gli è necessaria, ma sarà anche in grado di venderla all'esterno.  I lavori inizieranno fra tre mesi a Dubai e ne occorreranno circa 30 perché la torre sia terminata. La spesa prevista si aggira sui 500 milioni di dollari. IL progetto prevede  un risparmio significativo anche nei tempi grazie all'utilizzo di strutture prefabbricate. Infatti la torre avrà un nucleo centrale portante in cemento armato, su cui verranno istallate meccanicamente unità prefabbricate e finite, complete di impianti elettrici ed idraulici, che comporranno gli appartamenti. Un intero piano, in questo modo, potrà essere assemblato in pochi giorni. Per saperne di più clicca quiDalla redazione dell'ITG giornale