ITG GIORNALE

DROGA E SCUOLA


La prof.ssa Marina Gervasi dell'ITG di Soverato ha inviato questo post "Droga e Scuola" che pubblichiamo integralmente: Non di rado, vengono riportate dai giornali, notizie riguardanti la morte di giovanissimi per overdose o notizie di gravi incidenti stradali causati, sempre da giovani che guidano sotto l’effetto di droghe.              Il flagello della droga è sempre più diffuso e grave riguarda per lo più giovanissimi ed è un vero e proprio problema sociale, oltre che personale, che chiama in causa le responsabilità di famiglia, scuola e società.              In una realtà sociale che vede giovani sempre più emancipati è difficile svolgere il ruolo di educatore e di genitore.             Internet, i mezzi di comunicazione di massa ma soprattutto la tv sembrano essere diventati i protagonisti del processo educativo giovanile. Si accetta acriticamente quanto viene offerto dal piccolo schermo scambiandolo per la vita reale. Al contrario i giovani dovrebbero essere aiutati , da docenti e genitori, a sviluppare senso di critica, capacità di giudizio e di scelta; devono essere aiutati a diventare protagonisti principali e consapevoli del loro percorso di vita quotidiana.             Attualmente il fenomeno della diffusione di droga nelle scuole è in costante aumento e ciò accade perché gli studenti costituiscono un mercato facile sia per la loro giovane età e le problematiche ad essa connesse, sia per il desiderio innato di provare qualcosa di nuovo, profondamente convinti di essere superiori alla stessa droga e di poterla in ogni momento controllare o abbandonare.            In effetti non è così e sempre più studenti iniziano fumando lo spinello, convinti che non faccia male, per poi passare alle droghe più pesanti e devastanti. Bisogna quindi fare qualcosa per porre freno a questo dramma che miete sempre più vittime.             Le cause certamente sono tante ma quella prevalente è individuabile nella debolezza del carattere, nel progressivo allontanarsi dalla famiglia, dal lavoro e dalla scuola. Il giovane vede nella droga l’uscita dal disagio esistenziale, dal senso di inadeguatezza di fronte alle sfide della vita o la ricerca di un attimo di ebbrezza che gli permetta di evadere dalla quotidianità pesante ed insignificante.Accusare la scuola, la società, la mancanza di ideali, le condizioni di vita difficile non è certo sufficiente.              È vero che molti genitori sono in difficoltà a seguire l’adolescente che si inserisce in compagnie che a volte si sostituiscono alle famiglie, è vero anche che dalla scuola, spesso, si pretende che svolga compiti che vanno al di là dell’ambito formativo tradizionale.            È chiaro però che ridursi a fare una legge proibitiva e permissiva non basta, deve essere un punto di partenza che esige una seria strategia di prevenzione e dura lotta ai trafficanti di morte.          A tale scopo, in parecchie scuole, nei programmi formativi sono state previste varie iniziative quali: incontri con medici per informare gli allievi sui danni fisici e psichici provocati dall’uso di droghe; incontri con personaggi dello spettacolo che costituendo dei modelli possano convincere i giovani a condurre uno stile di vita sano.         Fondamentale per la buona riuscita del progetto formativo è la presenza e la partecipazione delle famiglie che costituiscono un valido aiuto per una più approfondita conoscenza delle singole problematiche giovanili. Altre utili iniziative consistono anche nel coinvolgere il mondo extra-scolastico quali le agenzie presenti nel territorio, squadre sportive , oratori, comunità, artigiani, per inserirle nel contesto utile alla scuola stessa con finalità educative di socializzazione e di recupero dei giovani che ne hanno maggior bisogno.        Tutto ciò che la scuola può fare per formare individui autonomi e forti è,  sinceramente utile ed importante, ma, ciò nonostante ancora molti, troppi giovani diventano schiavi della droga, distruggendo la propria vita e sconvolgendo i nuclei familiari di provenienza.          Bisogna chiedersi, quindi, cosa si possa fare per aiutare un giovane ad uscire da questo abisso che distrugge fisicamente e moralmente. Un ruolo importante e decisivo, in questi casi, lo svolgono le Comunità, parecchie di ispirazione cristiana che ospitano e curano centinaia di giovani cercando di rendere il drogato sempre più responsabile, ripristinando la sua libertà e la sua capacità di decisione autonoma.Tra queste la Comunità di Mondo X che opera presso il seicentesco Convento sito in Badolato Superiore in provincia di Catanzaro.              È merito delle Comunità aver compreso che la liberazione dalla dipendenza nasce da quel margine di libertà che consente al tossicodipendente di essere, di nuovo, protagonista del suo ritorno alla vita e di compiere il miracolo della rinascita.Prof.sse Marina Gervasi e Vanda GervasiChe ne pensate ?