Pedro

La spesa


La spesa La memoria non è più quella di una volta, così lei si prepara sempre un foglietto scritto con l’elenco delle cose da comperare. Occorre dire che quand’era giovane, oltre ad una memoria più dinamica e puntuale, aveva anche molte meno cose da comperare. Che strano però, è forse che con il progredire della società che si sono moltiplicate le esigenze della vita?Al banco del pesce c’è troppa gente e non ha voglia di mettersi in fila ad aspettare che chiamino il suo numero, ha fretta. Anche in questo caso affiora il sospetto che anche la fretta sia cresciuta di pari passo con il progresso. Agli scaffali della paste e confezioni ci sono parecchi prodotti in offerta speciale, alcuni addirittura sotto costo. Lei comunque ha esperienza e sa che, nel caso dei prodotti alimentari,  molto dipende dalla scadenza. Inizia così un meticoloso controllo del prezzo e della date stampigliate sulle scatole. Perciò si procede così,  avanti ed indietro lungo gli scaffali incrociando e sovrapponendosi agli altri acquirenti, a volte rischiando addirittura lo scontro fisico per come l’attenzione di tutti sia rivolta totalmente alla merce esposta. In quei frangenti è consuetudine comune non riconoscere nemmeno sia i familiare che gli amici più intimi, è’ come se si entrasse in una dimensione separata anche se parallela, dove la logica ed il linguaggio è quello della pubblicità.La pasta integrale, ma sì, prendiamone due pacchetti e giù nel carrello. Due di riso arborio e proviamone uno di quello thailandese, e giù nel carrello. In effetti occorre e ci soccorre di controllare il peso ed il colesterolo. Allora crusca, paste di riso, di mais e soia, e giù nel carrello. Olio extravergine d’oliva, e poi senza grassi di qua e senza sale di là, e giù nel carrello. Una bottiglia di barbera ed una di pinot, e giù nel carrello. Poi con maggiore attenzione per sistemare meglio le bottiglie che son fragili anche perchè il carrello è ormai colmo. Infine, tutta raggiante è arrivata in fondo al biglietto, non manca più niente, la lista è stata completata. Oh, sorpresa! Oh, cavolo! Ma chi a messo tutte quelle pappine per cani e gatti nel carrello? Non è ancora svanito completamente l’effetto per quei prodotti nel carrello che la consapevolezza la consiglia e sa già a chi si dovrebbe rivolgere per risolvere il mistero, lo dovrebbe chiedere al legittimo proprietario di quel carrello che, come ora che se ne avvede per intero, non è il suo, ma dell’uomo che le sta accanto.La spesa, se è nel carrello altrui, non pesa..Ogni sbadato sabato del villaggio.E’ divenuta ormai una consuetudine, ogni sabato pomeriggio, tranne rarissime volte, così poche per cui penso che non esistano, indosso un vecchio abito, la camicia è un tenue età verde, i calzini a doppia faccia, bianchi all’interno e neri all’esterno. Il vestito è un completo gessato grigio tempo, con i calzoni a forma di jeans e la giacca con i due spacchi ed il bavero basso. Ai piedi degli scarponcelli a forma sportiva con una piccola etichetta grigia sotto la caviglia con la scritta Corina.. E poi due occhi chiari d’acqua di fonte, capelli tagliati corti alla moda andati per sempre, la mani curate e le unghie tagliate e limate. Sul collo e sui polsi due gocce di profumo, un’essenza che ristagna sul fondo nella bottiglietta dei sentimenti. Infilo due guanti di pelle color giallo cinquecento elle con l’interno nero merlo dal becco giallo, poi spingo le dita fino in fondo, per sentirmi ben guarnito. In testa metto un cappello da cacciatore con la tesa destra piegata e l’immagine di un piccolo lupo marcato a caldo sul bordo centrale. Respiro profondo, respiro la mia immagine e poi lascio che l’incombente si compia. Così, scivolo leggero, seguendo me stesso, incontro al tempo. Tu, tu che non lo sai e non ti volti nemmeno quando ti chiamo, tu però non sai andartene nemmeno per un attimo da questo mio pomeriggio pensato..Tempora.Non è per noi, ma è per chi resta, per i nostri figli. Quale sarà il domani che si ritroveranno a percorrere? Su quali sedimenti dell’oggi dovranno camminare?L’aria si è intorpidita e la foschia ha nascosto gli orizzonti, e, mai come in quest’ora ci serve un alone luminoso, un eco di ritorno, una luce, anche fatua, una qualsiasi indicazione, purché ci dia un punto verso cui andare, in modo che si sia costretti tutti quanti, insieme, a cercare l’approdo da realizzare. E’ difficile, quasi impossibile, quasi, appunto, perché quel puntino c’è, oltre il muro dei riflessi alzato dalle nebbie lo vedo, almeno, credo e lo voglio vedere, e tanto basta. Credetemi, c’è, non perdetevi a guardare il mio dito ma fissate con coraggio il punto che sta ad indicare. Non perdetevi d’animo e guardate bene, se lo volete, e solo se lo volete fortissimamente, lo vedrete anche voi.