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Post N° 25

Post n°25 pubblicato il 29 Agosto 2007 da penelopekaulon

MAIOLO INTERPELLA AMMENDOLIA SUL CASO SORGIOVANNI

Al Sindaco Del Comune di Caulonia Sua sede Oggetto: Interpellanza ai sensi dell’ art. 43 del D.Lgs. n° 267/2000 e del vigente Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale. Il sottoscritto Giovanni Maiolo, in qualità di Consigliere Comunale di Caulonia PREMESSO Che la lista “Unione democratica” si era presentata come una coalizione di centro-sinistra e che come tale si era proposta alla cittadinanza durante il periodo di campagna elettorale; Che il candidato alla carica di primo cittadino, orgoglioso di risucchiare dall’oblio del passato, per riproporla agli spettatori dei suoi comizi, l’immagine di un giovane e rampante sé stesso che marchia le facciate del paese con il simbolo della falce e martello, presume di essersi così premurosamente pregiato di attivarsi per favorire un’unificazione, quantomeno apparente, del centro-sinistra cauloniese; Che diversi componenti della stessa coalizione si erano detti soddisfatti di essere alla fine riusciti ad evitare un’altra fallimentare esperienza in un’eventuale lista civica; premesso questo, INTERPELLA Il sindaco Ammendolia affinché vengano fornite delle delucidazioni sulla mancanza di (tanto decantata) trasparenza da parte della maggioranza, i cui membri, non hanno contribuito soltanto all’unificazione della smembrata sinistra cauloniese, ma anche all’elezione di un nuovo coordinatore per il partito di Forza Italia. Infatti il consigliere Sorgiovanni, tesserato a FI, ha esercitato il suo diritto di voto in qualità di grande elettore nella sede del congresso tenutosi il 24 Agosto. Chiedo inoltre al sindaco di spiegare il “trasformismo” che caratterizza questa maggioranza, perché ragionando si può giungere a due diverse conclusioni logiche : la prima, forse la più verosimile, tenderebbe a individuare il trasformista in chi criticava l’eventuale formazione di una lista civica (considerando che Sorgiovanni è stato accolto all’interno della coalizione, si presuppone che queste persone abbiano trasformato la loro opinione a riguardo), la seconda attribuisce a Sorgiovanni il dono leggendario del polimorfismo (cambia continuamente stato e passa da forzista a democratico, ma il fatto che nessuno se ne sia ancora accorto si rivela a dir poco sorprendente). Caulonia, lì 29/08/07 Il Consigliere Comunale Giovanni Maiolo

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Commenti al Post:
giovannimaiolo
giovannimaiolo il 01/09/07 alle 09:49 via WEB
GRAZIE DELLA DIFEDA D'UFFICIO SUL BLOG DI FUDA E DELL'SMS. BACI
 
giovannimaiolo2
giovannimaiolo2 il 02/09/07 alle 17:54 via WEB
COORDINAMENTO REGIONALE - CALABRIA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE LOIERO SE PROPRIO VUOLE L’ESERCITO IN CALABRIA LO PORTI IN CONSIGLIO REGIONALE! Presidente Loiero, la vede, Lei, l’ombra nera che si muove lungo la carcassa della Statale 106 e le rovine della Salerno – Reggio Calabria? La vede anche soffermarsi sui tetti di edifici scolastici disastrati e spiare gli alunni annoiati e riottosi? E proteggere con la sua oscurità le manovre fugaci di chi gestisce gerarchie? La nota quando si addensa impenetrabile nei bagni delle sedi istituzionali a celare padroni che tirano e padrini che vendono? Lei, signor Presidente, sente l’eco della violenza? Riesce a percepire le voci delle donne nate in un regime familiare dispotico? Il demone della disoccupazione e l’avvoltoio della fame che impongono la loro volontà e dettano scelte di vita condizionate non La spaventano? Il sangue che viene versato da figli di questa terra che si ammazzano a vicenda ha lo stesso colore del sangue di tutti noi. E non è con l’arrivo dell’esercito che si riuscirà a porre fine a tutto questo. L’eventuale intervento dell’esercito in Calabria potrebbe persino essere considerato un tentativo di sminuire la reale entità del problema (pensa sul serio che costruire la caserma dei carabinieri a San Luca sia una testimonianza della reale presenza dello Stato in Calabria?): dietro i crimini commessi dalla ‘ndrangheta si nasconde qualcosa di molto più grande della semplice ferocia o dell’incontinenza brutale, c’è una cultura, un modo di pensare difficilissimo da sradicare, interessi economici. E la soluzione non può essere un provvedimento ad effetto che getta fumo negli occhi dei calabresi e che in realtà non servirebbe a nulla se non a militarizzare ulteriormente un territorio già militarizzato. Ma è molto più semplice dire ai giornali che per combattere la ‘ndrangheta si è disposti ad avere l’esercito che cercare di avviare un processo di cambiamento della società, non Le pare? Usando lo stesso metodo di quelli che per fingere di combattere la piccola criminalità fanno arrestare i lavavetri. La richiesta di avere l’esercito è figlia della stessa logica. Come spiega continuamente il presidente della Commissione Antimafia Forgione per combattere le mafie bisogna uscire da qualunque ottica emergenziale. Bisogna promuovere l’antimafia sociale, quella concreta delle cooperative che utilizzano i beni confiscati alle cosche, quella dei tanti amministratori locali che nel silenzio subiscono intimidazioni. I militari in mimetica, le riunioni a Polsi e i digiuni non servono a nulla svincolati da un progetto complessivo. Bisogna prosciugare il brodo di coltura nel quale la ‘ndrangheta si perpetua e servono interventi seri. Si deve incidere sui circuiti finanziari nei quali la mafia è inserita e con i quali acquista potenza, spesso spacciando quella droga che parlamentari italiano consumano. Bisogna impedirle di allungare le mani sugli appalti. A Lei e alla sua giunta va un merito (purtroppo non ne avete molti); quello di volere il varo della stazione unica appaltante che potrà essere un utile strumento di controllo degli appalti pubblici. Noi Giovani Comunist* approviamo questa scelta. In questa regione, in cui la composizione di questo Consiglio Regionale ha fatto tornare di enorme attualità la questione morale (ed è ininfluente che solo due consiglieri siano inquisiti per reati commessi dopo le elezioni regionali, che giustificazione assurda!) più che piazzare militari ai bordi delle strade bisogna spezzare l’intreccio tra criminalità organizzata e politica. Paradossalmente, e se non avessi troppo rispetto per l’istituzione che lei rappresenta, mi verrebbe da dire che se c’è un luogo in Calabria in cui l’esercito dovrebbe andare, quello è il Consiglio Regionale. Il Portavoce delle/i Giovani Comuniste/i Giovanni Maiolo
 
giovannimaiolo
giovannimaiolo il 03/09/07 alle 11:23 via WEB
DALLA PRIMA PAGINA DEL QUOTIDIANO "CALABRIAORA": LA PROVOCAZIONE DI MAIOLO (PRC) "L'ESERCITO IN CALABRIA? Sì, MA IN CONSIGLIO"
 
giovannimaiolo2
giovannimaiolo2 il 05/09/07 alle 11:18 via WEB
SUL QUOTIDIANO COMUNISTA "LIBERAZIONE" OGGI (5 SETTEMBRE) è STATA PUBBLICATA LA LETTERA APERTA A LOIERO
 
giovannimaiolo
giovannimaiolo il 05/09/07 alle 11:23 via WEB
INTERVISTA A GIOVANNI MAIOLO TRATTA DA "IL QUOTIDIANO" DEL 4 SETTEMBRE 2007 PROVOCAZIONE DI MAIOLO: L’ESERCITO IN CONSIGLIO REGIONALE! Giovanni Maiolo, ex assessore al comune di Caulonia ed ora capogruppo di “Sinistra Alternativa” è il primo portavoce calabrese dell’organizzazione giovanile di Rifondazione, i Giovani Comunisti. Ma ricopre anche un importante incarico nazionale, quello di componente dell’assemblea nazionale della Sinistra Europea, nuovo soggetto politico costituitosi da poco a livello continentale. Gli abbiamo posto alcune domande per capire come si muoverà l’organizzazione di cui è coordinatore regionale. Loiero vuole proporre a Prodi di mandare l’esercito in Calabria. È una scelta che condividete? Paradossalmente, e se non avessi troppo rispetto per le istituzioni, mi verrebbe da commentare che se c’è un luogo in Calabria in cui l’esercito dovrebbe andare quello è il Consiglio Regionale visto il numero di inquisiti. Le soluzioni emergenziali non servono a nulla. La sola repressione non è sufficiente, ma da accompagnare con la costruzione di un’antimafia sociale, con la difesa delle cooperative che riutilizzano i beni confiscati alle cosche, con riforme legislative, con interventi che prosciughino il brodo di coltura in cui cresce e si perpetua la cultura ‘ndranghetista. Che si costruisca la caserma a San Luca, che noi riteniamo importante, non spaventa i mafiosi. È quando si toccano i loro beni che li si colpisce sul serio. E poi bisognerebbe davvero approfondire il legame che esiste tra una certa classe politica e la criminalità organizzata… Cambiando argomento il vostro partito ha sempre parlato di salario d’ingresso per i disoccupati. Lo chiedeva anche De Gaetano, ma ora che lui stesso riveste il ruolo di Assessore Regionale al Lavoro, non se ne parla più. Per quale motivo? Il compagno De Gaetano è impegnato in un contesto difficile a gestire una delega complessa. Resta il fatto che noi GC abbiamo il dovere di riprendere quella lotta, di interloquire in primis con l’assessore De Gaetano per ottenere il salario sociale, che non è qualcosa di impossibile visto che altre regioni lo hanno introdotto. In più occasioni, coraggiosamente, come Giovani Comunisti non avete risparmiato critiche aspre anche ad esponenti della stessa maggioranza che voi sostenete. Ma non vi sentite un po’ in contraddizione? Perché state con la Giunta se non vi piace come essa opera? La fase politica in Calabria è particolare: la magistratura indaga su un comitato di affari ramificato nel mondo dell’imprenditoria, dei servizi segreti, delle forze armate e della politica con nomi di spicco di dirigenti del centro destra e del centro sinistra, indistintamente. Fermo restando il dovuto garantismo, ma anche alla luce di scandali passati, non si può non rilevare un dato; la classe politica calabrese, purtroppo senza distinzione di schieramento, è scarsamente affidabile e sembra essere davvero troppo poco interessata alla collettività. In questo contesto generale bisogno affermare che i risultati della giunta regionale vengono unanimemente riconosciuti, nella nostra regione e fuori, come deludenti, tanto da avere spinto i sindacati a convocare uno sciopero generale contro la giunta Loiero, sciopero a cui il nostro partito e la nostra organizzazione giovanile hanno aderito. Per quanto ci riguarda siamo consapevoli, e il congresso lo ha chiarito, di non avere governi amici e anche il partito è impegnato in una verifica per decidere se sostenere ancora la giunta Loiero o uscire. Pino Gagliano
 
giovannimaiolo2
giovannimaiolo2 il 06/09/07 alle 09:34 via WEB
RETTIFICA A FALSO ARTICOLO DI CALABRIAORA Non solo cattiva amministrazione, mancanza di rispetto delle regole democratiche e balle sulla composizione dell’amministrazione. Ora anche balle sulle proposte avanzate in consiglio comunale. Così scopriamo (Calabriaora del 5 settembre) che il presidente del consiglio avrebbe proposto di aderire a Recosol!!! L’opposizione, dal primo consiglio comunale e in ogni conferenza dei capigruppo, ha chiesto insistentemente che il consiglio comunale si pronunciasse sull’adesione alla Rete dei Comuni Solidali, che aveva richiesto, tramite una lettera di Chiara Sasso, l’adesione del nostro comune. Il ruolo dell’amministrazione comunale è stato solo quello di ritardarne l’approvazione con vari mezzi; o non inserendo il punto in questione nell’ordine del giorno o rinviando i consigli prima della discussione in merito. Altro che proposta avanzate dal presidente del consiglio!!! Questo solo per ristabilire la verità oggettiva dei fatti. Il Capogruppo di “Sinistra Alternativa per Caulonia” Giovanni Maiolo
 
giovannimaiolo2
giovannimaiolo2 il 06/09/07 alle 10:14 via WEB
Al Presidente del Consiglio Comunale di Caulonia Accogliendo la richiesta di Flavio Lotti e Grazia Bellini, coordinatori nazionali del Tavolo della Pace e organizzatori della marcia pacifista Perugia-Assisi, Le propongo di inserire all’Odg del prossimo consiglio comunale la votazione sul documento Voglio di + (che allego), per dare la possibilità al consiglio cauloniese di esprimersi su un tema decisivo per le sorti del mondo e per dimostrare che i comuni possono svolgere una funzione di sensibilizzazione della cittadinanza ma anche di pressione politica nei confronti del governo. Sarebbe inoltre importante, e bellissimo segnale di pace, che Caulonia partecipi alla marcia Perugia-Assisi con una rappresentanza del consiglio comunale. Confidando nella sua sensibilità su questi temi, Le porgo cordiali saluti Giovanni Maiolo Capogruppo “Sinistra Alternativa per Caulonia” Voglio di + Quello che chiediamo al Governo, al Parlamento e a tutte le forze politiche italiane In tutto il mondo cresce l´accorata domanda di giustizia sociale, rispetto dei diritti umani e solidarietà di centinaia di milioni di persone prigioniere della miseria, della guerra, dell´oppressione e della violenza. Per rispondere a questa domanda migliaia di cittadini, associazioni, sindacati ed enti locali italiani promuovono ogni giorno, con grande generosità e senso di responsabilità, decine di migliaia di piccole e grandi azioni concrete. La sfida è immensa e deve essere affrontata da tutti coloro che hanno il potere e gli strumenti per intervenire. Un compito speciale spetta al mondo dell´informazione e in particolare alla Rai servizio pubblico radiotelevisivo. Tutte le istituzioni sono chiamate a fare di più, in modo più efficace e coerente per rispettare i principi e le norme enunciati nella Costituzione italiana e nel Diritto internazionale dei diritti umani e per realizzare gli impegni solennemente assunti alle Nazioni Unite con la Dichiarazione del Millennio. Consapevoli della gravità e della complessità delle sfide e dei pericoli che siamo chiamati ad affrontare al Governo, al Parlamento e a tutte le forze politiche chiediamo +: Più impegno e coerenza contro la povertà che uccide. In vista della prossima sessione di bilancio, dal DPEF alla legge finanziaria 2008, chiediamo: o il rispetto degli impegni internazionali sottoscritti e la definizione di un “Piano Italia” per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio ed evitare un clamoroso fallimento, il minimo che l´Europa e l´occidente possano fare per iniziare a sradicare la povertà; o un aumento delle risorse per la cooperazione allo sviluppo, definendo un chiaro calendario di impegni finanziari per raggiungere l´obiettivo dello 0,51 % APS/PIL entro il 2010 e lo 0,7% entro il 2015 (il Governo si deve inoltre impegnare a contabilizzare le operazioni di cancellazione e riduzione del debito in maniera distinta e separata rispetto alle risorse fresche per l´APS); o l´immediato versamento del contributo italiano promesso al Fondo globale per la lotta all´Aids, alla malaria e alla tubercolosi; o di rendere più efficiente, efficace e coerente l´azione italiana di cooperazione mediante l´immediato riconoscimento, il finanziamento e la promozione della “cooperazione decentrata comunitaria” e delle iniziative di pace e solidarietà internazionale degli Enti Locali, delle associazioni e delle comunità locali contro la miseria e la guerra; o di sostenere in sede europea lo slittamento della scadenza negoziale, fissata per il 31 dicembre 2007, in relazione agli accordi di Partenariato Economico (APE/EPA) in corso di negoziato tra l´Ue e i Paesi dell´Africa dei Caraibi e del Pacifico (ACP). Tale proroga dovrebbe impegnare l´Italia e l´Ue a valutare con attenzione gli impatti negativi per l´ambiente, l´economia e le popolazioni dei Paesi ACP di questi accordi di libero scambio, favorendo, con la partecipazione della società civile, la ricerca di alternative in grado di garantire la coerenza dei negoziati con gli obiettivi di sviluppo stabiliti nell´accordo di Cotonou; o di approvare rapidamente la nuova legge sulla cooperazione internazionale, raccogliendo le proposte della società civile e degli Enti Locali e di porre in essere da subito tutti i correttivi necessari per rimettere in moto il pieno funzionamento della Direzione Generale della Cooperazione allo Sviluppo. Più impegno per mettere fine alle guerre del Medio Oriente. Chiediamo: o l´assunzione di un´iniziativa politica, chiara e risoluta, del Governo e del Parlamento, che rompa l´immobilismo dell´Europa e della comunità internazionale, per costringere le parti a riprendere subito il negoziato, per far rispettare i diritti umani e la legalità internazionale, favorire una rapida soluzione della grave crisi che divide i palestinesi e costruire una pace giusta con gli israeliani. L´obiettivo deve essere la fine delle violenze, delle sofferenze e del conflitto israelo-palestinese cuore di tutti i conflitti del Medio Oriente. Il metodo deve essere quello del dialogo con tutti senza pregiudiziali. I fatti dimostrano che le iniziative unilaterali, l´isolamento di Hamas, la chiusura ermetica dei territori e la separazione di Gaza dalla Cisgiordania alimentano la guerra anziché frenarla. Il piano di pace presentato dai paesi arabi è un´occasione storica che non deve essere sprecata. o il sostegno concreto ai progetti della società civile e degli Enti Locali impegnati a promuovere l´incontro, il dialogo, la costruzione della fiducia reciproca tra israeliani e palestinesi e tra i diversi popoli del Medio Oriente; o di promuovere la riapertura della Striscia di Gaza e di organizzare, insieme alla rete degli Enti Locali e delle organizzazioni della società civile, una grande azione umanitaria per portare soccorso alle popolazioni imprigionate nei territori palestinesi, alleviare le sofferenze quotidiane delle persone e in particolare dei più deboli e vulnerabili, rigenerare la speranza e la fiducia in particolare tra i giovani; o di promuovere l´invio di una forza internazionale di pace delle Nazioni Unite nella Striscia di Gaza e nella Cisgiordania per la promozione della sicurezza umana di entrambi popoli. L´Onu, con il deciso sostegno dell´Unione Europea, si deve assumere la responsabilità di garantire la sicurezza di Israele e della Palestina anche trasferendo la sua sede principale a Gerusalemme, città aperta, capitale di due stati e del mondo intero; o di promuovere il dialogo e il negoziato politico con tutti i paesi del Medio Oriente, anche tramite l´organizzazione di una Conferenza internazionale per la pace e la sicurezza, per affrontare in modo coerente e globale i problemi irrisolti nella regione sulla base del diritto internazionale, favorire il riconoscimento reciproco e costruire le condizioni per una pace giusta e duratura; o di assumere tutte le iniziative necessarie per scongiurare ogni azione di guerra contro l´Iran e sollecitare la convocazione di una Conferenza internazione per eliminare tutte le armi nucleari, chimiche e batteriologiche dal Medio Oriente in applicazione della Risoluzione firmata nel 1995 da tutti gli Stati membri del Trattato di Non Proliferazione nucleare; o di promuovere l´approvazione di un nuovo accordo sull´uso delle acque del Medio Oriente (accessibilità, condivisione,...) per promuovere la pace e la convivenza tra i popoli della regione (Iniziativa “Acqua per la pace”). Più impegno per un´informazione e comunicazione di pace. Chiediamo di impegnare la Rai a: o dedicare 5 minuti, tutti i giorni, dopo il TG della sera, per far sì che ogni giorno la gente apra il cuore e la mente al mondo e alla gente che lo abita imparando ogni sera una cosa speciale che può rendere migliore la nostra vita; o realizzare una trasmissione settimanale, in prima serata, di alta qualità e di grande approfondimento sui temi più scottanti del mondo, della pace, della giustizia e dei diritti umani: una trasmissione per conoscere le sfide che ci coinvolgono (come per esempio la grave crisi mondiale dell´acqua) e discutere le possibili soluzioni; o definire una programmazione diffusa per la promozione della cultura della pace, dei diritti umani e della nonviolenza; o abolire la pubblicità nelle fasce di programmazione dedicate ai bambini per dare ai nostri figli una formazione più libera e meno condizionata; o garantire il pluralismo aprendo le porte ai costruttori di pace, alle organizzazioni della società civile e agli Enti Locali impegnati per la pace, la giustizia e la democrazia internazionale; o dare spazio alle idee e all´iniziativa dei migranti, promuovendo una immagine positiva e evitando che l´uso continuo di immagini stereotipate e il ricorso ai migranti come capro espiatorio crei nella nostra società fratture e conflitti insanabili. Più impegno per educare alla pace e ai diritti umani. Chiediamo: o di approvare entro il 4 ottobre 2007 una legge ad hoc per la celebrazione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (2008) mediante la promozione di una vasta campagna di educazione all´azione per i diritti umani (e in particolare per i diritti ancora non completamente riconosciuti (pace, pari opportunità, ambiente, acqua,…) da realizzare con le organizzazioni della società civile e gli Enti Locali; o di rendere permanente l´educazione alla pace e ai diritti umani in tutte le scuole di ogni ordine e grado valorizzando le esperienze sin qui realizzate, anche tramite l´emanazione di una apposita direttiva. Più impegno per sconfiggere le mafie. Chiediamo di: o dare risposta alla domanda di giustizia che viene dai familiari delle vittime, sostenendone le legittime istanze e equiparando le vittime delle mafie con quelle del dovere e del terrorismo; o garantire il pieno ed effettivo sostegno dello stato ai testimoni di giustizia, affinche´ la scelta di contribuire all´affermazione della verita´ non sia penalizzante per la loro vita e le loro famiglie; o definire e approvare in tempi rapidi una testo unico della legislazione antimafia, capace di superare le attuali disfunzioni e garantire una piu´ efficace azione di contrasto da parte delle forze dell´ordine e della magistratura; o istituire un´Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati e confiscati alle mafie, in modo da assicurare rapidita´ e trasparenza nell´assegnazione delle ricchezze restituite alla collettivita´; o definire un Piano nazionale per la prevenzione e il contrasto alle mafie, al fine di coordinare e garantire la collaborazione e la contemporaneità delle politiche pubbliche e degli enti locali e alle esperienze autentiche di antimafia sociale; o ratificare e dare piena attuazione delle convenzioni e accordi internazionali e europei di contrasto alle organizzazioni criminali transnazionali. Più impegno per i diritti umani. Chiediamo: o al Parlamento, di approvare rapidamente il disegno di legge per l´istituzione della “Commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani e la tutela dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale”; o di organizzare una sessione annuale del Parlamento in seduta comune per discutere dello stato dei diritti umani in Italia e delle raccomandazioni che i pertinenti organismi internazionali rivolgono al nostro paese; o al Parlamento, di ratificare senza indugio le Convenzioni Internazionali rispettivamente sui diritti umani delle persone con disabilità, sulla protezione di ogni persona dalle sparizioni forzate, sui diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie; o al Parlamento, di ratificare il Protocollo Opzionale alla Convenzione ONU contro la tortura; o coerenza di comportamento nelle relazioni bilaterali nel senso di condizionare la stipulazione e l´attuazione degli accordi al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali; o un maggiore impegno dell´Italia per il rafforzamento delle istituzioni internazionali democratiche che, a partire dall´Onu, sono deputate a promuovere e difendere i diritti umani nel mondo, contro tutte le dittature e i regimi autoritari (come la Birmania e lo Zimbabwe) ma anche contro tutti gli abusi e le violazioni di cui sono responsabili i governi democraticamente eletti; o la partecipazione dell´Italia, con personale qualificato, in tutte le sedi internazionali in cui si trattano i diritti umani; o un impegno fattivo e sistematico della diplomazia italiana perché siano rispettati i diritti dei popoli alla pace, allo sviluppo umano, alla democrazia, all´ambiente, all´autodeterminazione; o un impegno dell´Italia sia in sede di Unione Europea sia in sede di Consiglio Diritti Umani delle NU per la definizione del Protocollo Opzionale al Patto Internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, per l´applicazione di standards efficaci in materia di responsabilità legale delle imprese per i diritti umani, nonché per il riconoscimento, in uno strumento giuridicamente vincolante, del diritto allo sviluppo umano come diritto fondamentale della persona e dei popoli. Più impegno per i diritti del lavoro. Chiediamo: o che negli accordi economici e commerciali si preveda una valutazione di impatto sociale ed ambientale; nei programmi di cooperazione economica con i paesi in via di sviluppo e nei meccanismi e strumenti di sostegno alle imprese italiane che si internazionalizzano venga inserita la promozione dei diritti del lavoro in tutta la catena del decentramento produttivo internazionale, la promozione delle norme fondamentali del lavoro sancite dall´OIL, delle Linee Guida OCSE e della Dichiarazione tripartita ILO sulle Multinazionali ; o un impegno organico dell´Italia nei contesti internazionali perché tutti i paesi ratifichino e rispettino le convenzioni fondamentali dell´Organizzazione Internazionale del Lavoro, quali la libertà di associazione sindacale e di contrattazione collettiva, la proibizione del lavoro forzato, del lavoro minorile, a partire dalle sue forme peggiori e di ogni discriminazione sul lavoro; o la promozione del lavoro “dignitoso” anche nei paesi in via di sviluppo e il sostegno a programmi di promozione della sostenibilità sociale ed ambientale delle imprese contro le zone franche e il dumping sociale; o un forte impegno per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, la definizione sul piano internazionale di incentivi fiscali e regole, comprese quelle riguardanti gli appalti pubblici; la promozione di modelli produttivi e di consumo socialmente e ambientalmente sostenibili; la eventuale riconversione ambientale delle imprese con strumenti di tutela della occupazione; o un impegno verso i paesi poveri contro la disoccupazione, soprattutto giovanile e delle donne; un impegno a sostegno del rafforzamento delle organizzazioni sindacali, del dialogo sociale e della contrattazione collettiva; l´affermazione di modelli di protezione sociale inclusivi che promuovano la tutela della salute, della maternità e della pensione. Più impegno per i diritti dei migranti e il pluralismo culturale. Chiediamo: o di approvare rapidamente il disegno di legge sull´immigrazione rispondendo alle richieste di modifiche delle organizzazioni sociali e delle comunità locali; o di approvare contestualmente un provvedimento che consenta la regolarizzazione di tutti i lavoratori e le lavoratrici straniere senza permesso di soggiorno, favorendo l´emersione del lavoro nero, il relativo gettito fiscale e il rispetto dei diritti di centinaia di migliaia di uomini e donne oggi in condizioni di forte discriminazione; o di approvare rapidamente il disegno di legge sulla cittadinanza, rispondendo alle richieste delle associazioni, dei sindacati delle amministrazioni locali, evitando che le future generazioni dei figli dei migranti siano stranieri nel Paese in cui sono nati e favorendo in tal modo una maggiore coesione sociale; o di approvare rapidamente la legge sul diritto d´asilo, aumentando le risorse per l´accoglienza e promuovendo una campagna di sensibilizzazione a favore delle persone che fuggono da persecuzioni, guerre, conflitti e disastri ambientali; o di promuovere il dialogo interculturale con l´obiettivo di garantire pari diritti di cittadinanza a tutti e costruire “una città inclusiva in un´Europa inclusiva”; o di promuovere una grande campagna per la formazione e l´insegnamento della lingua italiana ai migranti, impegnando risorse umane e finanziarie consistenti per consentire relazioni positive nelle comunità locali ed evitare frammentazione sociale e separazione. Più impegno per una nuova Onu democratica e capace. Chiediamo: o la definizione, con il concorso del Parlamento, della società civile e degli Enti Locali, di un piano d´azione dell´Italia, da sviluppare nei due anni di permanenza nel Consiglio di Sicurezza, per difendere, salvare, rilanciare e democratizzare l´Onu includendo le seguenti proposte: costituire l´Assemblea Parlamentare delle Nazioni Unite; creare un Consiglio per la sicurezza umana (economica, sociale e ambientale) e promuovere il controllo dell´Onu su tutti i beni comuni mondiali; riconoscere il diritto umano all´acqua per la vita entro il 10 dicembre 2008 e organizzare il Forum Mondiale dell´Onu sull´Acqua; implementare gli accordi previsti dall´art. 43 della Carta delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali; potenziare il sistema Onu per i diritti umani e in particolare l´Ufficio dell´Alto Commissario; approvare la Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni; o di appoggiare la proposta di una Convenzione Universale sul futuro delle Nazioni Unite con la partecipazione anche di organizzazioni e movimenti di società civile e di Enti di governo locale; o di rendere tripartita la composizione delle delegazione italiana negli organismi Onu (Governo, Parlamento, organizzazioni della società civile) a cominciare dalla prossima sessione dell´Assemblea Generale; o la riapertura dell´Ufficio dell´Onu in Italia. Più impegno per la risoluzione pacifica dei conflitti nel Corno d´Africa. Chiediamo: o l´assunzione di chiare iniziative politiche a sostegno della risoluzione negoziale delle crisi aperte: in Somalia, dove centinaia di migliaia di civili sono praticamente ostaggio di un conflitto ormai diventato regionale; tra l´Etiopia e l´Eritrea, dove la mancata delimitazione del confine tra i due paesi ha causato crisi politiche interne e uno stato di grave instabilità in tutta la regione; nel Darfur, in cui un conflitto regionale rischia di rimettere in gioco la pace nell´intero Sudan; o l´assunzione di un deciso ruolo nei prossimi incontri internazionali per la soluzione dei conflitti nei paesi del Corno d´Africa a favore di una politica di confronto e di dialogo che includa tutti gli attori coinvolti, compresa la società civile, e non solo i governi e i gruppi combattenti; o il sostegno concreto ai progetti della società civile e degli Enti Locali impegnati a promuovere l´incontro, il dialogo, la costruzione di reti locali a sostegno dei processi di pacificazione nei paesi del Corno d´Africa, e in particolare in Sudan dove questi legami tra associazioni italiane e sudanesi sono già consolidati. Più impegno per la pace in Afghanistan. Chiediamo: o che l´Italia, impegnata a relazionare all´Onu in ottobre sulla missione militare in Afghanistan, chieda la fine delle missioni militari in corso e la costituzione di una nuova forza Onu con il mandato di proteggere la popolazione civile dalle violenze, da qualunque parte perpetrate; o l´immediata cessazione dei bombardamenti e delle azioni militari indiscriminate che continuano a colpire le popolazioni civili; o di chiarire in modo definitivo la distinzione tra operazioni militari di guerra degli Stati Uniti e della Nato e autentiche operazioni di polizia internazionale (militare e civile) dell´Onu; o di continuare a promuovere l´organizzazione di una Conferenza Internazionale di Pace, con la partecipazione di tutti i paesi della regione; o di sostenere la società civile afgana stretta nella morsa dei talebani, dei signori della guerra che siedono anche al governo, dei bombardamenti finanziando l´impegno per la pace, il rispetto dei diritti umani, la riconciliazione e la ricostruzione. Più impegno per non dimenticare l´Iraq e gli iracheni. Chiediamo: o una forte iniziativa politica dell´Italia per la pace in Iraq basata su un approccio multilaterale e un processo inclusivo di tutte le parti irachene. In questo ambito l´Italia dovrebbe proporre l´invio di un contingente Onu in sostituzione delle truppe straniere presenti e indicare il proprio territorio come luogo neutrale per lo svolgimento di colloqui di pace interiracheni; o di avviare una nuova politica di cooperazione, aiuto umanitario e ricostruzione coerente con l´indirizzo espresso dal Governo ed essere manifestamente quindi rivolto a tutte le comunità e non confinato a Nassiria; o di destinare risorse ed attenzione al sostegno della azione delle organizzazioni non governative irachene che si battono per la riconciliazione nazionale; o di destinare risorse ed attenzione per contribuire ad affrontare il gravissimo problema dei profughi e sfollati iracheni; o di non approfittare della guerra per sfruttare il petrolio iracheno a danno delle popolazioni locali che hanno diritto di utilizzare i proventi di un commercio equo per la ricostruzione del proprio paese; o di esigere con determinazione il rispetto dei diritti umani da parte del governo iracheno. Più impegno per il disarmo. Chiediamo: o l´apertura di un tavolo di confronto tra il Ministero della Difesa e le organizzazioni della società civile e gli Enti Locali impegnati per la pace e la sicurezza umana; o di agire per dare concreta attuazione all´approccio della sicurezza umana nelle “missioni di pace” e di promuovere l´istituzione della infrastruttura europea dei corpi civili di pace; o più risorse economiche per permettere a tutti i giovani interessati di svolgere il servizio civile nazionale; o la riapertura della discussione sul progetto di costruzione della nuova base americana di Vicenza; o il ritiro della partecipazione italiana alla costruzione del caccia F-35 Joint Strike Fighter; o di avviare subito l´organizzazione della Conferenza nazionale sulle servitù militari; o la riduzione delle spese militari e del personale delle FFAA, della produzione e del commercio delle armi italiane; o di opporsi al progetto americano di Scudo spaziale; o di promuovere l´eliminazione di tutte le armi nucleari ancora presenti in Italia, in Europa e in Medio Oriente. Più impegno per l´ambiente e il clima. Per difendere l´ambiente e lottare contro i mutamenti climatici chiediamo di: o inserire nel Documento di Programmazione Economico e Finanziario un aggiornamento sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, in coerenza con gli obblighi derivanti dall´attuazione del Protocollo di Kyoto, e sui relativi indirizzi; o operare al fine di ampliare la partecipazione alle iniziative in atto per affrontare cambiamenti climatici secondo il principio della responsabilità comune, differenziata negli oneri; o attuare il Protocollo di Kyoto come occasione per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e la fattura delle importazioni energetiche del Paese, per l´innovazione nel settore dei trasporti, della mobilità e della logistica, il risparmio delle famiglie nei consumi civili e domestici, l´innovazione del sistema di produzione di energia elettrica e di calore, l´efficienza energetica, l´innovazione tecnologica e l´occupazione; o promuovere con maggiore efficacia lo sviluppo di tutte le fonti energetiche rinnovabili (idriche, geotermiche, eoliche, solari, biomasse) per la produzione di energia elettrica, di calore e di carburanti, con un sistema incentivante, differenziato per fonte, senza tetti, accessibile, certo e di lunga durata, assicurando il collegamento con le reti di distribuzione e procedure di localizzazione e di autorizzazione più semplici, in grado di garantire le necessarie valutazioni ambientali, territoriali ed economiche, in tempi più rapidi, con trasparenza per i cittadini e per gli operatori; o sostenere lo sviluppo dei distretti agro-energetici in modo che l´agricoltura possa valorizzare sia le risorse rinnovabili disponibili sul territorio (solare, idrica, eolica) sia quelle direttamente producibili o ricavabili dalle proprie attività (biogas, biocarburanti, biomasse), sia da attività di forestazione e manutenzione dei boschi, in modo da produrre, insieme ai benefici ambientali, un´integrazione del reddito per gli agricoltori, contrastando l´abbandono delle campagne in corso. Più impegno per un´Europa di pace, democratica e solidale. Per il rilancio del processo costituente europeo chiediamo: o di promuovere la partecipazione delle organizzazioni della società civile europea, dei rappresentanti del Parlamento europeo, dei Parlamenti nazionali e non solo dei governi nell´elaborazione del "Trattato di Riforma" ed effettuare la consultazione diretta dei cittadini attraverso un referendum paneuropeo da tenersi in contemporanea nei paesi membri in occasione delle elezioni del Parlamento europeo del 2009; o di riconoscere nel “Trattato di Riforma”, la pace come valore, diritto e obiettivo dell´Unione Europea e di sopprimere la ridicola e contraddittoria frase “economia sociale di mercato fortemente competitiva” e sostituirla con una frase che sancisca l´impegno a costruire l´Europa sociale nel rispetto di tutti i diritti umani in conformità al principio della loro interdipendenza e indivisibilità; o di inserire nel “Trattato di Riforma” la Carta dei diritti fondamentali dell´Unione Europea, così da darle forza giuridica pienamente vincolante; o di strutturare il “dialogo civile” sviluppando i canali di accesso per la rappresentanza degli interessi generali, in particolare di quelli solidaristici.
 
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Un blog di: penelopekaulon
Data di creazione: 27/05/2007
 

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