pensieridipenny
la memoria dei sentimentiSe cercate una storia, tra queste righe non la troverete.
Questo è un ritratto, un ritratto di donna.
Che entra nella stanza, nell’alone di luce giallastra e sbavata
Di una lampada da notte
E questa luce la colpisce sulla schiena, attraversa la sua
Leggera camicia da notte
(arancione, molto breve, con scollatura quadrata, di viscosa sottile e senza maniche, per gli amanti dei particolari)
Attraverso la stoffa sottile
Nello specchio appaiono le curve scure dei fianchi
Mentre lei, intera, resta ferma ad osservarsi
Nuove piccole rughe
E nuovi spazi di luce tra le ginocchia
Fa un passo e la camicia le ondeggia
L’orlo le carezza le gambe
Dio mio, stasera sembrano più lunghe
Non è nulla di nuovo, è una donna
Che fu bambina e invecchierà
E’ al centro della notte
Nel silenzio appiattito sul soffitto
Nel frastuono scomposto dei suoi polmoni
Nella sua incerta completezza
Avvolta di luce
Ombra cinese senza sguardo
Anima senza corpo
E’ tutta qui. Nuda vestita.
Davvero non c’è trama da seguire
Solo una donna
La luce gialla
Uno specchio
E una notte di settembre.
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Sta calda ed acquattata nella mia testa, l'immagine di un terrazzo incorniciato da una porta finestra rossa. Sulla destra un rampicante profumato, sullo sfondo un vaso enorme di gerani di Procida. Di solito, ondeggiava. Io mi specchiavo nel vetro mai lavato, inciso di lacrime di pioggia miste a polvere. Mi specchiavo e guardavo il mio corpo tornare a splendere per via dell'amore, forse, e trattenevo il respiro e mi dicevo: "sto scoppiando". Non credo si possa mai essere più felici di così.
L'ho vista spegnersi quella terrazza, e i fiori appassire, e il vetro incrinarsi e mi sono trovata a specchiarmi per non doverti guardare negli occhi. Mi sono chiesta accucciandomi in un angolo di sole, se si potesse essere mai più irrimediabilmente tristi di così.
Continua ad ondeggiare, la tua casa, col suo disordine e la sua magia, non chiamarmi il giorno del trasloco, non credo ce la farei a impedirmi di strapparmi il cuore e lasciarlo al centro del terrazzo, perchè vengano i corvi a insanguinarsi il becco.
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Così un giorno ti guardi allo specchio e non ti riconosci più. Perchè il tuo viso non è più quello che è stato, o magari sì, magari quella ruga in mezzo alla fronte la vedi solo tu, e sai perfettamente quando è nata. Il giorno e l'ora.
E allora ti dici che tanto vale farsi chiamare Penny e scrivere su un blog. E sei persino emozionata, come quando da ragazzina compravi un quaderno nuovo e ci scrivevi il nome svolazzante in prima pagina per farne il tuo diario.
Ma un diario cos'è? L'elenco dei fatti di una giornata? Bella roba, sai che spasso. No, è che a volte ti vengono in mente pensieri che esplodono come starnuti, o lentamente si gonfiano come un soufflè, o ti sgocciolano via dagli occhi se non ti sbrighi a raccattarli.
Ecco, ci sono cose che non vanno dimenticate. Il tum tum del cuore in certi giorni, in certi momenti. Il sapore della meringa. Un viso. Il tuo viso. Quando ancora non avevi trovato quella ruga.
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Inviato da: minsterr999
il 24/03/2009 alle 21:32
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