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No Tav, scontri in Val di Susa


 Ennesima notte di scontri in Val di Susa tra No Tav e forze dell'ordine. L'azione degli antagonisti era già stata annunciata nei loro siti internet e puntualmente è stata messa in atto. Il bilancio degli scontri è pesante: 9 attivisti fermati, 15 agenti, tra poliziotti e carabinieri sono rimasti contusi mentre l'autostrada A32 Torino-Bardonecchia è rimasta bloccata per diverse ore a causa di un violento incendio innescato dai manifestanti. Secondo un rapporto della polizia un funzionario della mobile di Torino ha subito una lussazione della spalla destra, 4 agenti della stessa squadra mobile e un operatore della Digos sono rimasti feriti. Stessa sorte per 7 carabinieri e un militare dell'esercito che però se la sono cavata con lesioni lievi. Tra i manifestanti arrestati dalle forze dell'ordine, un numero imprecisato di loro ha riportato ferite lacero contuse, dovendo per questo fare ricorso alle cure dei medici. Uno di loro è stato trattenuto in ospedale per accertamenti ulteriori. Sempre secondo le affermazioni, circa 250 antagonisti hanno tentato di rompere le recinzioni del cantiere senza per altro riuscire nell'intento. L'obiettivo era il sito di Chiaromonte, punto strategico nei lavori per l'alta velocità, mentre l'incendio è stato appiccato all'altezza della galleria Giaglione, dove sono stati anche accumulati oggetti di varia natura col chiaro intento di creare un blocco stradale e di conseguenza un diversivo. Al di là di questa fredda cronaca dei fatti sorge un corollario di domande: sono anni che la popolazione valsusina si oppone a questo progetto sostenendo che il forte impatto ambientale nella zona sarebbe devastante (si veda l'alterazione delle falde acquifere che stravolge l'equilibrio idrogeologico del sito con conseguenze ancora imprevedibili), popolazione che non è composta solo dai "soliti facinorosi" che la stampa vuole farci credere, ma è tutta la popolazione intera, e lo abbiamo anche visto in alcuni servizi dei telegiornali, che si oppone a questo progetto che per altro muove enormi interessi economici, ma la domanda più ovvia che viene spontanea è: se a tutt'ora registriamo incidenti ferroviari dovuti a cause umane oppure tecniche sulle linee tradizionali, incidenti che spesso causano vittime, missili su rotaie lanciati a velocità altissime (360 km orari), che danni potrebbe causare in caso di incidente? Forse questa domanda ce la porremo quando il danno sarà già compiuto?