IO E IL MIO MONDO

Festa della mamma


9 Maggio 2010Festa della mamma 
 
La mamma: è, per antonomasia,  la persona più importante. E' colei che ti dà la vita, che, fin dalla tua più tenera età,  ti segue nella crescita, che si occupa di te; ti aiuta nei momenti di difficoltà, ti consola in quelli tristi, sorride ed esulta con te nella gioia. E tu, nei suoi confronti, sei carico d'amore, lo esterni, con baci e abbracci, oppure lo tieni dentro di te, se sei più riservato, ma comunque senti, per lei, una particolare dedizione e devozione,  fin da piccolo e le sei sempre grato.Poi, nel corso della vita, inizi ad avere dei piccoli contrasti, ti ribelli, tenti di recidere quell'invisibile cordone ombelicale che ti tiene legato stretto a lei, perchè è arrivato il momento di affrancarsi. E così vuoi i tuoi spazi, vuoi allontanarti da lei, fare le tue esperienze, agire e sbagliare da solo, per crescere. Sai, comunque, che la mamma sarà sempre dalla tua parte, perchè lei vuole il tuo bene, il fatto è solo che è difficile, per lei, allontanarsi da te, accettando che tu sia cresciuto.E' un brutto momento per entrambi, madre e figlio, ma con un po' di pazienza, tanto tanto amore e anche tanta fortuna si supera tutto e l'atmosfera, dopo un po', torna serena.E' così per molti,  si dice,  è la vita. Ma, a volte, questa vita ti riserva esperienze terribili, traumatiche, sconvolgenti...Quattro giorni fa, al mio risveglio, ho appreso una notizia:  M.C., una mia collega, era stata barbaramente uccisa, la sera precedente, dal proprio figlio, un ragazzo di 21 anni, psicologicamente instabile. Lo sgomento, la paura, la pietà hanno invaso la mia mente: "Mio Dio, ma com'è potuto accadere?" mi chiedevo, senza riuscire a darmi una risposta. Poi, al lavoro, ho visto negli occhi dei colleghi, che la conoscevano, la stessa espressione esterrefatta, lo stesso dolore che io sentivo. Non c'era nulla da dire, nessuna frase o bella parola di circostanza avrebbe potuto lenire la pena che provavamo tutti. Di fronte a queste tragedie, non resta che tacere e riflettere. Che male aveva fatto, quella madre? Forse l'aver sofferto in silenzio per tanti anni, l'aver tentato di nascondere la sua pena, la hanno resa colpevole di non essere stata una buona madre? No, credo proprio di no!Quello che so è che, spesso, ci si trova da soli ad affrontare problemi più grandi di noi.Oggi il mio pensiero va a questa mamma, che non c'è più e a sua figlia E. che non potrà mai più festeggiarla, come meritava.