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PESCA ECCESSIVA

Post n°380 pubblicato il 08 Novembre 2007 da silvia.to
Foto di silvia.to












Attivisti di Greenpeace in azione nel Mare di Barents per dire no al   sovrasfruttamento del patrimonio ittico.

Attivisti di Greenpeace in azione nel Mare di Barents per dire no al sovrasfruttamento del patrimonio ittico.

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Secondo
molti biologi marini la minaccia più grande all'equilibrio degli
ecosistemi marini è lo sfruttamento intensivo del patrimonio ittico. La
nostra avidità comincia ad essere eccessiva anche per gli oceani. Gli
scienziati avvertono che l'eccessivo sfruttamento delle zone di pesca
rischia di cambiare per sempre il volto dei nostri mari, con il
risultato che, in un futuro abbastanza prossimo, il pesce potrebbe
essere merce rara e costosa.




Pesci alle corde

Troppo spesso accade che l'industria della
pesca riesca a sfruttare zone di pesca prima che sia possibile valutare
l'impatto di queste attività sugli ecosistemi e la regolamentazione
del settore è del tutto inadeguata. La pesca moderna è una macchina da
guerra, fatta di imbarcazioni enormi, di equipaggiamenti sofisticati,
di sonar capaci di scovare anche il più piccolo dei pesci
nell'abisso degli oceani, di imbarcazioni mostruose, attrezzate per la
lavorazione e il congelamento a bordo del pescato e capaci, pertanto,
di solcare gli oceani anche per grandi distanze con enormi carichi di
pesce. La natura non riesce a tenere il ritmo dell'uomo, e purtroppo i
pesci sono in esaurimento.

Come stanno gli oceani?

Le
popolazioni dei grandi pesci predatori - un indicatore chiave della
salute dell'ecosistema - stanno svanendo ad un ritmo preoccupante e il
90 per cento dei grandi pesci che a tutti noi piace mangiare, come i
tonni, i pesci spada e i merluzzi, sono stati già pescati. Eppure la
pesca industriale di questi pesci è cominciata solo negli anni
Cinquanta. L'estinzione di queste specie di predatori potrebbe
determinare un riassestamento di tutti gli equilibri dell'ecosistema
marino: il pesce di valore commerciale potrebbe essere sostituito da
pesci di dimensione inferiore. E così, al posto dei merluzzi, dei pesci
spada e dei tonni che abbiamo mangiato, o sprecato, negli ultimi anni,
potrebbe esserci un'indiscriminata distesa di ... meduse.

Il collasso delle zone di pesca

Il
sovrasfruttamento e la gestione inefficace delle risorse ittiche ha già
portato al collasso di alcune zone di pesca, con conseguenze
impressionanti. Nel 1992 la pesca dei merluzzi in Canada si è esaurita,
e 40mila posti di lavoro sono andati in fumo. Gli stock di merluzzo nel
mare del Nord e nel mar Baltico stanno prendendo la stessa piega e sono
assai vicini al collasso.

Invece di cercare una soluzione al
problema nel lungo periodo, l'industria del settore ha spostato
l'attenzione sul Pacifico. Ma questa non è certo una soluzione. I
politici continuano a ignorare i consigli degli scienziati per una
corretta gestione del patrimonio ittico, che tuteli le specie
minacciate imponendo pratiche di pesca sostenibili.

Ho aggiunto una nota scherzosa al post, il video di mio figlio e i suoi amici a pesca, mio figlio è quello che lecca il cactus

 
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