Pieffy@

Ieri


L’aria della stanza avvolgeva le parole nel silenzio incurante di chi ascoltava. Come foglie cadute prematuramente dall’albero non toccavano il pavimento in legno della camera ma seppur parole impregnate di verità non celate sfioravano il volto inespressivo cercando una fessura abbastanza profonda da inciderle nella pelle come lama tagliente. Non vi fu silenzio più greve che potesse scuotere una minima emozione, solo un piccolo e insignificante batter di ciglia dovuto più alla stanchezza che a quel monologo tra due persone oramai perse nel loro girovagare di sentimenti  finiti come strade a senso unico. O ti fermi o torni indietro prendendo alla fine della via uno dei due lati opposti della strada. Ti devi salvare. Da cosa?. Dai tuoi sentimenti ingannati da un esacerbata finzione di un io troppo gravemente immaturo e così prematuramente ed eternamente scivolato in una solitudine come foglie cadute silenziosamente da un albero oramai dimenticato.