PENSIERI FLUIDI

THE DAY AFTER


Ci sono cose a cui non ci si abitua mai. Sono le cose che devi metabolizzare, quelle che dopo che le hai vissute, ci mettono un po’ a lasciare la testa ed i pensieri. Mi succede spesso, forse vivo le cose credendoci troppo. O forse imparo qualcosa ogni volta. Ieri sera una persona mi diceva che aveva adottato un metodo per stare bene, per vivere bene. Tale metodo consisteva nel vivere le cose con un pizzico di distacco, un  tocco di cautela cioè, perche si teneva sempre una  minima quota di tutto ciò che le accadeva, di riserva. A garanzia di eventuale insuccesso. Non si sa mai. E questo suo metodo si basava su di un’idea di fondo: siamo soli, di fronte alla vita. Detto così sembra freddo cinismo. Ma il discorso che stavamo affrontando a tavola io e i miei amici era una riflessione sulla vita a due fatta da noi  che, dopo aver vissuto i tempi dell’adolescenza insieme, si trovano una volta all’anno a cena . Ognuno porta con se, anno dopo anno, la propria vita, le proprie esperienze, il proprio vissuto, e si confronta con gli altri. Ne viene fuori il ritratto della nostra generazione, a metà secondo me, tra due modi di vedere la vita a due.Prima di noi, i nostri genitori avevano un concetto di coppia , che era quello del matrimonio e del per sempre. Dopo di noi, i nostri figli hanno un concetto più elastico della vita di coppia, e hanno un solo concetto : nulla è per sempre. In mezzo noi, che abbiamo sdoganato il femminismo, l’emancipazione della donna, separazione e divorzio, convivenza e tutte queste cose le abbiamo vissute dal di dentro, in presa diretta. E di fronte a tutte queste cose, siamo soli. Anche dentro alla coppia, che fino a ieri era vista come l’unione di due che diventano una cosa sola, quella persona affermava che siamo soli. Che la coppia oggi è diventata l’unione di due persone, che da sole, ognuno per se, mettono nella coppia la propria vita. E per far stare in equilibrio il rapporto la sua ricetta era evitare che il rapporto diventi qualcosa di assoluto, di totalitario.  Fino a quando mi parlava della sfera degli interessi, mi sembra corretto e necessario che ognuno dei due abbia i propri spazi, i propri momenti di arricchimento personale. Ma nel campo delle emozioni? Credevo fosse giusto dare tutto, ma, pensandoci, chi da tutto, vuole tutto, e questo “tutto” è quasi sinonimo di “sempre”: soffocante! Che bello invece vivere in equilibrio. Si sta bene con l’altra persona e con se stessi. E con il mondo.