Pensieri (im)Puri

All white


Le sue braccia erano forti e decise. Come il suo sorriso.La guardava muoversi in angoli di quotidianità, col fare frettoloso di chi ha troppi pensieri per le testa e non riesce a dedicarsene nessuno.Lei sentiva quello sguardo addosso. Lo sentiva scivolare sui capelli raccolti, sulle ciglia truccate, sul maglione che si era infilata all'ultimo. Sempre senza pensare a se.Lo sentiva tutte le volte che lo incrociava per strada. Tutte le volte che bisticciava fra telefonino, autoradio e cambio. O che sentiva domande sconnesse dal seggiolino dietro.Lo sentiva e lo cercava. E lui era sempre lì, da qualche parte.Non avevano appuntamenti fissi. Non c'era continuità o premeditazione nei loro appuntamenti. Quel giorno era sola. Nessuna amica a raccontarle piaceri e dispiaceri. Nessun pargolo a cui soffiare il naso. Nessun calzino da ritrovare.Lei, il suo carrello della spesa e, certo, quella folla di impegni che la vita aveva preso per lei.Lui la guardava, nella corsia della pasta, che armeggiava fra le mille varietà di riso. Semplicemente colse il suo momento, ringraziando che nessun addetto fosse ancora andato a riassortire gli scaffali.Lei si stava arrampicando con fare impacciato per prendere le ultime due confezioni di carnaroli in offerta, facendosi il giro virtuale della sua dispensa per verificare se mancasse anche il basmati, inseguendo ricette al curry. Le sue braccia erano forti. E la sua voce, all'improvviso, così vicina, le scosse le fibre. Era scivolata giù dal ripiano dove era salita, diventando gelatina. E lui l'aveva raccolta, sorridendole "sembrava avessi bisogno di una mano,non volevo spaventarti".Non riusciva nemmeno a spiccicare qualcosa che sembrasse un ringraziamento, aveva abbassato lo sguardo, arrossendo e riavviandosi i capelli. Lui glielo aveva visto fare altre mille volte quel gesto. Aveva una sensualità acerba e pungente di cui lei non si curava affatto. O che forse non si riconosceva.Non le era mai stato così vicino. Così vicino da sentire il profumo di balsamo dei suoi capelli. Da notare quella pelle liscia e i riflessi dentro i suoi occhi. Così vicino da sentire la sua voglia presentarsi all'improvviso.Ma non sapeva come uscirne. Un azzardo e forse l'avrebbe persa per sempre.Lei continuava a cercare qualcosa che le impegnasse lo sguardo. Prezzi, ingredienti, scadenze. Qualunque cosa.Sentiva una folle confusione di sensazioni. Le si alternavano dentro senza senso, confondendole anche i movimenti. E quell'eccitazione umida che non la faceva ragionare.La sua corteccia le restituiva immagini rosse. I suoi capezzoli e le sue labbra. Le sue unghie e la sua schiena. La sua pancia e la sua lingua. E si sentiva come se lui potesse rubargliele tutte, vederle scorrere sul suo viso e coglierla in fallo."devo andare"Ma le sue braccia erano forti e decise. E lei le aveva ancora intorno. E non mollarono la presa.Lei tornò gelatina."no"E una mano le si posò sul fianco, discretamente, da dietro. E lei si lasciò guidare e dimenticò il carrello e la pizza surgelata, e la lista della spesa e tutto quello che avrebbe ancora dovuto fare.Lui la spingeva con fermezza, temendo che ad ogni passo lei gli sarebbe scappata da sotto gli occhi. Respirandola e desiderandola con ferocia. Puntò la corsia dell'uscita senza spesa, le scale mobili e pregò non incontrassero nessuno che li conoscesse fino alla sua macchina.Il parcheggio rifletteva il bianco dei neon stendendo un velo asettico su ogni superficie.Lei respirava affrettatamente. Lui sentiva che la maglietta nel punto dove teneva la sua mano si stava bagnando di sudore. Eppure non faceva caldo. E quella sensazione di colla sotto le sue dita lo sciolse.La mano si allargò stringendola e facendola voltare verso di se. Lei aveva un'espressione bambina e labbra morbide e lui non seppe trattenersi.Senza lasciarla andare percorse la distanza fra le loro labbra e la baciò.Un bacio ruvido di voglia.Lei non pensava. Non aveva mai pensato di poterlo fare. Smettere di inquinarsi la vita con i pensieri. Ed invece era lì, in un parcheggio dove chiunque avrebbe potuto riconoscerla e la lingua di quell'uomo che le scavava la bocca. Sentiva le sue mani che gli toccavano la nuca, saggiando la durezza dei suoi capelli, chiedendosi se la barba sfatta sarebbe stata uguale. Desiderando di sentirsi pungere la pelle nei nascondigli più sensibili.Lui non pensava. La stringeva cercando di non spezzarla, di non spaventarla con quella voglia che si era gonfiata nei pantaloni e che lei non poteva non riconoscere. E non smetteva di baciarla. Sapeva che era il momento di portarla via da lì, ma non riusciva a smettere di baciarla.Fu quel suo movimento a convincerlo. Era avvenuto simultaneamente negli occhi e nel suo ventre. Lei gli si era premuta addosso. Cedevole.Si staccò da lei e sempre con la sua mano premuta su quella sottile stoffa bagnata, guadagnò la portiera del passeggero sulla sua auto, spingendola dentro.Un attimo dopo stava mettendo in moto.(listen)(to be continued)