Pensieri in libertà

quando il nuovo anno...


da tempo non scrivevo in rosso: ma oggi il nuovo anno è partito, in realtà già da un paio di giorni e più, ed io inizio a sentirmi addosso la furia delle onde che mi travolgono e cercano di strapparmi i sogni che il 2006 mi aveva regalato..."comunque andrà alla fine non potrà che andare bene", diceva tempo fa qualcuno... eppure oggi sento l'inquietudine risalire in me ed eruttare da tutti i pori della mia pelle: sono fuori dal progetto teatrale; le cose iniziavano ad andar male e il gruppo si era ormai smembrato (i membri più "impoortanti" si eran già tirati fuori), così anch'io ho deciso di salutare tutti, perchè non sentivo più di poter dare un contributo sereno al progetto.Ma è come se quest'ondata sia solo una minima parte di ciò che sento battere con furia dentro di me: forse è vero le storie non sono fatte per durare per sempre, soprattutto le storie belle, ma quando sentiamo vicino a noi il presagio di una fine, la relatà ci schiaffeggia e ci rende stupidamente inerti e nudi... vorremmo attaccarci con tutto noi stessi a ciò che resta, ma a volte lo facciamo in maniera così goffa tanto da scivolare e andare giù ancora più velocemente di quanto non avremmo fatto se non ci fossimo mossi per nulla: un po' come succede una volta che si finisce all'interno delle sabbie mobili: forse il segreto è proprio quello: cercare di non muoversi più di tanto e vedere di "tirarsi fuori dall'impasse melmosas" non appena se ne ha la possibilità, senza gesti inconsulti che ci manderebbero alla fine inevitabilmente a fondo...il fatto è che per mia natura non riesco a stare fermo: non posso far finta di non vedere o non sentire, anche perchè credo che sentire ciò che accade alla persona che ti sta accanto sia la base di ogni rapporto e cercare di capire un'ovvia conseguenza, per capire l'altro e capire di più anche se stessi...il timore poi è sempre lo stesso: è quello di diventare così "rompiballe" da minare la base stessa della relazione... ho paura, l'ho detto ieri a chi ha avuto la pazienza di starmi a sentire, e lo ripeto adesso: ma non mi tiro indietro: magari mi continuerò ad agitare e rischierò davvero di affondare, irrimediabilmente, ma non lascerei mai che ad affondare si fosse in due: ho voglia di continuare a starle accanto, ma non voglio trascinarla con me dentro le sabbie mobili: se lei vorrà, insieme continueremo, magari verso un "progetto comune" altrimenti, come diceva lei, il "periodo di prova" è scaduto e allora chissà che ne sarà di noi...