Pensieri sparsi

Il biodiesel che viene dal mare


La promessa più affascinante della ricerca per un biocarburante compatibile con l'ambiente e che non metta a rischio-fame intere popolazioni viene da una microscopica alga.Un ricercatore dell'Università dell'Oregon con una vasca sperimentale per la coltivazione di alghe da cui estrarre carburante. Le alghe sono le piante più semplici che esistono, ma sono anche estremamente produttive: traggono energia a partire dalla CO2atmosferica disciolta nell'acqua e dalla luce del sole, in maniera talmente efficiente che possono raddoppiare il loro peso diverse volte in un giorno. E ci sono alghe che contengono olio per il 50% della loro massa, il che le rende adattissime alla produzione di biodiesel. Non consumano terreno e neppure acqua dolce, crescendo perfettamente - anzi, fin meglio - in acqua salata o salmastra, anche se putrida e inquinata.Così c'è già chi si immagina fattorie di alghe da impiantare nel deserto, dove c'è sole in abbondanza, purché nel sottosuolo ci sia acqua, e nei deserti non è raro che il sottosuolo contenga acque salate e non potabili. Come concime, si prevede di poter usare gli scarti dell'agricoltura.L'AUTO AD ALGA Il problema principale è dove far crescere le alghe.L'ipotesi più semplice, quella di creare laghetti o vasconi di cemento pieni d'acqua è poco efficiente, sia per la pocasuperficie utile sia perché il sole del deserto farebbe evaporare presto l'acqua,costringendo a frequenti cambi e finendo per concentrare sali e inquinanti che alla lunga ucciderebbero le alghe. C'è chi propone di far crescere le alghe all'interno di tubi di plastica, come l'azienda americana Diversified Energy Corporation. I tubi potrebbero fungere anche da canali di irrigazione per colture tradizionali:protetta dalla plastica l'acqua non evaporerebbe e avvolgendo su se stesso il tubo si potrebbe creare una specie di "condominio di alghe"che porterebbe a un notevole aumento della biomassa ottenibile perettaro di deserto. Leprime stime sono decisamente incoraggianti, lo 0,3% del territoriodegli Stati Uniti potrebbe bastare per darebiodiesel a tutte le automobili circolanti nel Paese. Anche in questocaso, però, i probleminon mancano: se è vero che dalle alghe si ottiene 30 volte l'olio chesi può ricavare dalle piante usate in agricoltura, è anche vero che nessuno ha mai coltivato alghe su vasta scala, quindi si conoscono poco le esigenze reali delle microscopiche piante. Quali malattie ci si deve aspettare di dover fronteggiare in una monocoltura così innovativa? Quali fertilizzanti serviranno (gli scarti delle biomasse non basteranno se davvero si volesse sostituire tutto il carburante fossile con quello marino). A quali costi si andrà incontro? Di sicuro bisognerà immettere anidride carbonica nell'acqua che contiene le alghe e, se le si coltiva nel deserto, bisognerà riscaldarle di notte, quando la temperatura precipita... Tutto ciò, secondo il National Renewable Energy Laboratory, fa pensare che il gasolio dalle alghe potrebbe anche costare il doppio di quello ricavato dal petrolio. Però si tratterebbe di una fonte rinnovabile che non consuma né suolo né acqua, e non è  poco. Insomma, le alghe sono promettenti, ma la soluzione non è proprio dietro l'angolo: ci vorranno soldi, ricerche e tempo primadi poter fare un bel pieno di gasolio marino alla nostra auto.Fonte: Focus