Pensieri sparsi

Due reati ogni chilometro di costa: è il cemento il primo nemico del mare in Italia


Calcestruzzo illegale o “legalizzato”. Nel cantiere Italia si impasta senza sosta ai danni del mare. Si conferma così ancora una volta il cemento il peggiore nemico delle coste italiane, in cima alla lista dei mali del Mare Monstrum. Tra villette per le vacanze, grandi alberghi a strapiombo sul mare o porti turistici con  ristoranti e shopping center sono davvero migliaia i nuovi edifici che ogni estate spuntano lungo le coste italiane. Solo nel 2009 intorno al ciclo del mattone selvaggio si sono registrate esattamente 3.674 infrazioni, sono scattati 1.569 sequestri e 4.697 denunce. Una situazione che non accenna a migliorare perché gli abbattimenti rimangono ancora episodi isolati e sporadici, tali da non riuscire ancora a scoraggiare la piaga dell’abusivismo edilizio. Ma il mare italiano non soffre solo il mal di cemento, è afflitto anche da tanti altri guai: scarichi illegali, cattiva depurazione, pesca di frodo, infrazioni al codice della navigazione sembrano,infatti, non passare mai di moda. Crescono,quindi, le infrazioni accertate che passano da 14.315 nel 2007 a 14.544(+1,6), quasi 2 reati a chilometro lungo i 7.400 di costa del Belpaese. Aumentano anche le persone denunciate che da 15.756 arrivano a 16.012(+1.6%) mentre,parallelamente, diminuiscono i sequestri che da 4.101 scendono a quota 4.049. A guidare la classifica dell’illegalità costiera è la Campania, con 2.776 infrazioni accertate dalle Forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, seguita da Sicilia(2.286), Puglia (1.577) e Calabria (1.435).È questo in sintesi il quadro che emerge Mare Monstrum 2009, il dossier di Legambiente presentato questa mattina a Roma, nel corso di una conferenza stampa indetta per salutare la partenza della ventiquattresima Goletta Verde, erano presenti Sebastiano Venneri, vice presidente di Legambiente e Giorgio Zampetti, coordinatore scientifico di Legambiente. “Abbattere diviene la parola d’ordine per vincere la guerra contro il cemento abusivo che devasta le nostre coste e che nelle regioni del sud è diventato, negli ultimi decenni, una vera e propria piaga – ha dichiarato Sebastiano Venneri, vicepresidente e responsabile mare di Legambiente–. Scalfire questa situazione, spesso incentivata proprio dalle amministrazioni comunali compiacenti, in un quadro caratterizzato da assenza di regole, dominio della criminalità organizzata, condoni e sanatorie nazionali diviene difficile senza un vero e proprio scatto di reni degli amministratori locali, a cominciare da quei sindaci che dovrebbero trovare la determinazione e il coraggio per dare il via alle demolizioni. Eliminare concretamente gli ecomostri è infatti l’unico modo per disincentivare nuove illegalità ed è per questo che Legambiente ha deciso di scrivere ad alcuni sindaci, chiedendo ragione della mancate demolizioni. Di fronte a un abuso edilizio conclamato e non sanabile infatti, è dovere del primo cittadino procedere alla demolizione del manufatto, pena la denuncia per omissione d’atti d’ufficio e la segnalazione alla Corte dei Conti per verificare l’eventuale danno erariale”.Continua