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La morte introdotta nel XX secolo non è soltanto quella delle decine di milioni di morti delle due guerre mondiali e dei campi di sterminio nazisti e sovietici, è anche quella delle due nuove potenze di morte.
La prima è la possibilità della morte globale di tutta l'umanità per mezzo dell'arma nucleare...
La seconda è la possiblità della morte ecologica...
La potenzialità di autoannientamento accompagna ormai la marcia dell'umanità.
Edgar Morin
Doppiaggio in italiano.
La Storia delle cose Pt. 1
La Storia delle cose Pt. 2
La Storia delle cose Pt. 3
Il successo sta in un Circuito
Troppo brillante per la nostra malferma Delizia
La superba sorpresa della Verità
Come un Fulmine ai Bambini chiarito
Con tenere spiegazioni
La Verità deve abbagliare gradualmente
O tutti sarebbero ciechi -
Emily Dickinson
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Undici chilometri di lunghezza, tre metri di altezza, diciassette milioni di dollari di costo: questi i numeri del muro che l'amministrazione dello stato di Rio ha deciso di costruire intorno a alcune favelas, a partire da quella di Santa Marta, per arrestarne l'espansione.
Diverse le scuse accampate dalle autorità locali dopo le accuse della popolazione. Una su tutte è quella della deforestazione. Sembra infatti che l'aumento indiscriminato delle baracche abbia attivato un meccanismo di deforestazione pericoloso per l'ambiente. Ai più, però, la costruzione del muro sembra solo l'ultimo tentativo per separare due realtà: i ricchi da una parte, i poveri dall'altra.
Ma sembra anche che un minimo di verità sul problema deforestazione ci sia. Secondo alcune stime, infatti, almeno 200 ettari di foresta sarebbe scomparsa a causa dello sfrenato ampliamento delle baraccopoli. E i dati si riferirebbero solo agli ultimi tre anni.
Ora l'amministrazione di Rio ha deciso e il muro che verrà costruito servirà anche a bloccare la deforestazione. Peccato, però, che la già tesa situazione andrà a scontrarsi con la necessità dei governanti di radere al suolo almeno 600 baracche che purtroppo per loro si trovano in linea con il tracciato del muro. Ma qui c'è una novità: l'amministrazione ha deciso di aiutare le famiglie che perderanno la casa. Però la soluzione non è certo tutta qui.
Di sicuro le proteste delle ultime settimane hanno toccato l'argomento principale: dividere due realtà, due classi sociali. Anche se come detto le autorità dicono il contrario e si nascondono dietro l'argomento "deforestazione".
Secondo i dati in possesso all'Instituto Municipal de Urbanismo Pereira Passos, dal 1999 al 2008 l'area occupata dalle baraccopoli è aumenta circa del 7 percento. Ma le favelas interessate dal progetto, undici in totale, nello stesso periodo hanno avuto un aumento minimo, pari a poco più dell'1 percento. Eclatante il caso della favela Santa Marta, quella maggiormente interessata dalla costruzione del muro che dal 1999 al 2008 non ha fatto registrare un aumento di occupazione dell'area.
In ogni caso è da più di un anno che la favela di Santa Marta è salita agli onori delle cronache. Conosciuta come una delle più violente della città di Rio de Janeiro, ma non ai livelli della Rochina o di Pavao Pavaocinho, dopo le operazioni di polizia del novembre 2008 che sgominarono i narcos presenti fra le baracche, oggi si vive in modo abbastanza tranquillo tanto che anche i poliziotti che presidiano l'ingresso della favela spesso tengono slacciato il giubbotto antiproiettile. E che si stia abbastanza tranquilli adesso lo si evince anche dal fatto che le sparatorie sono diminuite in modo drastico.
Alessandro Grandi
21/04/2009
Fonte: PeaceReporter
INFO
Ogni essere, anche il più chiuso nella più banale delle vite, costituisce in se stesso un cosmo...Ciascuno contiene in se galassie di sogni e di fantasmi, slanci inappagati di desideri e di amori, abissi di infelicità, immensità di glaciale indifferenza, conflagrazioni di astri in fiamme, irruzioni di odio, smarrimenti stupidi, lampi di lucidità, burrasche dementi...Se scopriamo che siamo tutti esseri fallibili, insufficienti, carenzati, allora possiamo scoprire di avere tutti un reciproco bisogno di comprensione.
Edgar Morin
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