man in the box

Post N° 60


...non riesco a dormire stanotte, sarà che sono rientrato in casa dopo una giornata di lavoro pesante, mangiato una pizza veloce, fatta da Magda, Paola e me, e entrato in camera mi sono sdraiato sul letto ancora vestito, addormentandomi di botto, che ora, dopo essermi risvegliato alle 23,00, tentando di riaddormentarmi, con il solo effetto di girarmi e rigirarmi nel letto come un animale inquieto, ho preso in mano il comp e mentre scarico alcuni documenti che servono ad isa, scrivo qualcosa qui.Qui sopra siamo in Angola nella regione che circonda 'Ndalatando, città sulla via per Malanje. Nello specifico ci troviamo nella foresta del Quilombo, da cui prende nome l'omonimo parco. La storia che circonda questo luogo è abbastanza curiosa. Quilombo in dialetto mbumdu vuol dire albino, e il perchè sia stato dato questo nome a tale luogo è da ricercarsi molto indietro nel tempo. Infatti, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, alcuni tedeschi, ex-nazisti, hanno trovato rifugio proprio qui, stabilendosi e formando una piccola comunità, basata soprattutto sulla coltura del caffè, e allestendo alcune serre per la crescita di piante e fiori ornamentali, costruendo case, mulini, ponticelli, come quello da cui ho scattato la foto a Francesco.Come dicevo immaginatevi un po' l'impatto che poteva avere uno sparuto gruppo di ariani fra le comunità locali, con le quali peraltro, a quanto si dice, hanno convissuto in pace.Oggi il Parco del Quilombo sta tornando agli antichi splendori grazie ad una politica di reinvestimento delle risorse locali, riallestendo le antiche coltivazioni di caffè e ristrutturando alcune costruzioni. Fra queste una casa coloniale, la più grande, è stata la residenza estiva di Agostinho Neto, maggior pensatore guida e liberatore dall'oppressione portoghese, nella cruenta guerra di indipendenzadell'Angola dal Portogallo.Un luogo dunque ricco di storia!