quia.non

di benedette calamità (e di numerose, floride vittime)


risalendo l'italico stivale fino alla piega occidentale, là dove la terra si incurva e le nuvole si incazzano, ho avuto modo di vedere realmente quello che la tv propina dal 31 gennaio, rischiando di far scuocere lo stinco di porco a mezzitalia. è vero, fiumi e laghi hanno deciso di inglobare strade, superstrade, autostrade, ponti di messina e wtc. così la protezione civile ha avuto ben ragione di intervenire sfoggiando visibili uniformi e invisibili (ai più...) costi sociali. la domanda è questa: ma con tutte le forze a disposizione del paese - parlo degli uomini e delle donne dell'esercito, dell'aeronautica militare, della marina militare, della guardia di finanza, dei carabinieri e di taluni reparti della polizia di stato - era proprio necessario istituire altri corpi pronti a intervenire in caso di calamità? se questa gente - i militari intendo, categoria cui appartengo senza vantarmene, ma nemmeno vergognandomene - è addestrata a fronteggiare situazioni di pericolo previsto e attuale di attacco armato,non vedo perchè non chiamare loro in situazioni di calcmità naturali, risparmiando sui costi che la protezione civile e gli altri corpi di simile fattezze inevitabilmente comportano. d'altro canto i militari hanno già il loro costo, il loro intervento così sarebbe pressochè gratuito e soprattutto giustificherebbe la loro perdurante esistenza sul territorio. la risposta, invece, è questa: benedette sono le calamità, dorate sono le vittime, attesi sono i disastri, perchè è con essi che si raggiunge il regno dei cieli. e quello degli euri.