Percorso di LUCE

L'EPIFANIA


La tradizione raffigura la Befana come una vecchia che vola su una scopa e visita i bambini, durante la notte dell'Epifania, per riempirne le calze, lasciate apposta appese al camino. In molte case è tradizione lasciare un piattino con qualcosa con cui la vecchietta possa ristorarsi: un mandarino, un'acciuga, un pezzo di aringa affumicata e, sempre, un buon bicchiere di vino rosso. Se i bambini sono stati buoni, nelle calze ci saranno caramelle e cioccolatini e piccoli regali, se no: carbone! La sua origine va collegata alle tradizioni agrarie pagane relative all'anno trascorso, pronto per rinascere come anno nuovo. Infatti rappresenta la conclusione delle feste natalizie, come interregno tra la fine dell'anno solare (il solstizio invernale, il Sol Invictus) e l'inizio dell'anno lunare.Anticamente la dodicesima notte, dopo il solstizio, celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre Natura. La Befana trae tradizioni dalle divinità legate alla madre Terra, divinità che troviamo ovviamente in tutte le culture e in tutte le religioni, ma, in particolare, in quella dei Celti dove madre Terra era vissuta come una divinità molto buona e nello stesso tempo terribile, com'é per altro la Befana che porta i doni, ed è quindi buona, ma porta anche i castighi. La scopa, che è mezzo di punizione, anticamente era un bastone che veniva utilizzato dalle sacerdotesse come elemento fallico, di fertilità, e che andava a far diventare questa divinità maschile e femminile nello stesso tempo, quindi il Tutto, quindi la dualità.I Romani credevano che in queste dodici notti, figure femminili volassero sui campi appena seminati per propiziare i raccolti futuri. A guidarle, secondo alcuni, era Diana, dea lunare legata alla vegetazione, secondo altri, invece, una divinità minore chiamata o Satia (=sazietà) o Abundia (= abbondanza). La Chiesa condannò con estremo rigore queste credenze, definendole frutto di influenze sataniche. Le varie vicissitudini diedero origine a molte personificazioni che, nel Medioevo, portarono alla nostra Befana, il cui aspetto, benché benevolo, ricorda molto la strega.Invece, l'aspetto da vecchietta é una raffigurazione dell'anno vecchio: una volta concluso, lo si può bruciare, così come accadeva in molti paesi europei dove è ancora presente la tradizione di bruciare fantocci, vestiti con vecchi abiti, all'inizio dell'anno. In molte parti d'Italia l'uso di bruciare il fantoccio che rappresenta una vecchia, o di segarlo (in questo caso pieno di dolciumi), rientra tra i riti di fine Quaresima, sempre con il significato di porre fine all'anno vecchio, e l'uso dei doni assume un valore propiziatorio per l'anno nuovo.Un'altra ipotesi è quella che collega la Befana con la festa romana, che si svolgeva all'inizio dell'anno in onore di Giano e di Strenia (da cui deriva il termine "strenna") e durante la quale si scambiavano regali.L’Epifania sottolinea la presenza del femminile in un periodo di rinascita. E' interessante notare come questo essere femminile, dipinto come vecchia, antica e non bella, ricorda un essere che avevamo già trovato, se ricordate, quando si parlava di Babbo Natale: nel nord Europa il Babbo è accompagnato da un servitore nero: il bianco ed il nero è la dualità. Ma anche Babbo Natale e la Befana, il maschile e il femminile, sono la dualità di nuovo!Il padre è madre nello stesso tempo._____________BUONA EPIFANIA, CON UN PENSIERO DI LUCE!____________________________________________________________