Il vento del perdono

Post N° 45


C’era molta solitudine negli occhi di quell’uomo, come lo sguardo di un vecchio marinaio che, perso nell’infinito dell’orizzonte, scruta un passato pieno di ricordi e di riflessioni.Lui, i suoi occhi, la sua solitudine. Nella mano teneva stretto un altro biglietto senza ritorno, con addosso la sensazione che non avrebbe più rivisto la sua terra. Dieci minuti prima quella mano aveva stretto un altro sogno, la convinzione che sarebbe durato per sempre……“Anafettivo”……… la prima volta che sentì il suono di quella parola credette a una malattia rara e contagiosa…… si, una malattia dell’anima che ti porta lontano da tutto ciò che ti fa star bene….Dicono che l’amore si impara fin da piccoli dai genitori, e che una volta che hai imparato ad amare è difficile, se non quasi impossibile, disimparare. Ma lui era malato, di quelle malattie strane, invisibili, che più le cerchi e meno le trovi, e più scavi e alla fine meno capisci.Il suo sguardo rivolto ancora una volta a un cartellone, a una città, a una vita da ricostruire, lontano da tutto ciò che più caro poteva consolarlo.Da lontano ascoltavo quello sguardo, e solo un attimo prima capii la sua delusione…….