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Variazioni sul foglio mondo - patafisica della mia città


Oggi sono sceso nelle viscere di San Clemente, la piccola chiesa che sta proprio ai piedi del Celio e di Colle Oppio, che sono le viscere della mia città. Sembra che la chiesa sorga nel punto più basso di Roma, al limite del Velabro che in eta arcaica era dove il Tevere impaludava e ci si muoveva con barche piatte spinte da pertiche, e invece si può scendere ancora e poi ancora. Al primo livello c’è la vecchia cripta con affreschi mosaici e la tomba di San Cirillo, il santo che ha donato l’alfabeto ai poli slavi, dove ci sono sempre gruppi di pellegrini. E’ scendendo ancora che si arriva al livello della Roma antica: si scopre che la chiesa poggia su mura ciclopiche che furono la prima zecca della città, ancora neri di un incendio. Spostandosi un poco in una stanza che sembra una cella si scopre una sorgente d’acqua. La cosa più inaspettata, limpida, scintillante e sonora. Improvvisamente ho capito cosa cercassero e cosa avevano infine trovato i miei antenati: un luogo perfetto per proiettarci il desiderio di vivere fuori dal tempo. Non è questo il posto dove imparare a porsi il problema di come dovrà essere il 2115 perché sarà esattamente come oggi.