la mappa è il mondo

Variazioni sul foglio mondo - patafisics memories


Un pomeriggio di un maggio già solidamente accomodato nel panorama romano, al bar di piazza Santa Maria in Trastevere, dove ci radunavamo a soppesare i destini di Roma, del Paese e del mondo ma non solo, si presenta er Fiatella completamente vestito di nero: maglia col colletto alla dolce vita, pantaloni attillati, per capirci a ciga, e scarpe nere intrecciate coi lacci. “Ah Fiatè’ – fece subito er Braciola – ma che t’è morto er gatto?”, “Ma non lo vedi ch’è passato coi fratelli Branca” Interloquì Sorriso facendo riferimento alle scarpe nere intrecciate che in quegli anni erano un must tra i poliziotti in borghese. “Lasciateme sta – ripeteva per tutta risposta er Fiatella- E lascia teme sta, ve dico…” “Ma che c’hai? Dillo a Soriso tuo…” “C’ho l’angoscia esistenziale, perché io so’ un esistenzialista e me preoccupo der senzo de la vita…” “Ah mbè – isse sollevato er Braciola – Chissà che me credevo…  Ma che te fa male? Che se po’ attaccà’?” C’è da dirlo che’r Braciola era un poco ipocondriaco? “C’ho l’angoscia ma no l’angoscia come quella della Sora Pina – E qua er Fiatella fece un cenno con la testa verso l’edicola dove, come tutti sapevano a Roma, l’edicolante attccava certe pippe sul fatto che stava angosciata che t’angosciava pure a te – io c’ho l’angoscia esistenziale…” Io tentai di dire qualcosa, così giusto per comunicare la mia esistenza in vita: “ Ma lo sapete che anche Lucrezio era un esistenzialista?” Ma dovevo essermi mangiata qualche sillaba perché l’unica risposta fu: “Ma Lucrezzia chi? La sorella di Ughetto er Lumacone? Ma che puro le donne ponno esse esistenzialiste?” A quel punto er Fiatella sbottò: “Ahò e io lo vojo sapè’ qual è il senso della mia vita… Io me ce sto a macerà’ dentro…”  “Quanto ar fatto che te stai a mecerà’ dentro, non ti preoccupare che non lo scordiamo mai – disse Sorriso riferendosi all’alito del Fiatella – e poi a oggi er senso della vita tua è stato magnà’ e beve” e detto questo fece cenno al camerieri che portasse un’altra birra. Ma era evidente che er Fiatella non avrebbe molato facilmente e per di più a complicare la situazione Annina aveva appena varcato l’Arco di San Callisto, la porta di Santa Maria. Annina era una splendida ragazza, nel piene del suo sbocciare con un rigoglio di turgore ovunque ma tutta ‘sta positività veniva parecchio frenata del fatto che era la figlia di Armandino detto er Pagnotta e il diminutivo era ironico perché Armandino era l’uomo più grosso di tutta Trastevere…(segue)