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Cronache della Nuova Era IV


Ora, come direbbe Tolstoi, è arrivato il momento di fare una digressione: un po' per fornire qualche elemento in più su L. e un po' per non spiattellare l'emozione tutta insieme. Approfittiamo del silenzio e della rapida incursione che L sta facendo dentro di sé per raccontare qualcosa di più su di lui. L., come lui stesso dice di sé, è rimasto un immaturo, un eterno adolescente che, è lui stesso a dirlo, vuole arrivare alla vecchiaia e alla morte senza passare dalla fase adulta. "E tanto ormai per la saggezza è tardi... Forse mi sarei dovuto esercitare per tempo, ma che volete" è quello che ripete sempre nelle serate conviviali organizzate a turno dai colleghi. E questa è, diciamo, la parte sociale, quella che L. offre appunto come forma mimetica nei rapporti di gruppo, quello che si sa di lui. In realtà, proprio come dice Tolstoi, se le persone felici si assomigliano tutte quelle infelici lo sono ognuna alla sua maniera. E la ferita di L. è la morte della compagna. Si erano conosciuti nei primi anni dell'Università, tra studi, passioni, ideali, impegno politico e curiosità sessuali che sembravano svilupparsi all'infinito. Poi un po' di tira e molla e, alla fine con la complicità di Roma che è una città dove prima o poi ti incontri ancora, la costruzione di un rapporto stabile, di quelli fondati anche sul desiderio di invecchiare insieme. Per desiderio di stare insieme, appunto, e non per paura della solitudine. E in questo rapporto L. aveva dismesso l'armatura, aprendosi, non giudicando e non essendo giudicato, crescendo spiritualmente come uomo (razza e genere) e avendo anche la sensazione di diventare migliore. Poi la malattia della compagna, qialche anno d'inferno e poi alla fine la morte. Ora la ferita non butta più, c'è una cicatrice che spesso tira e fa male ma non butta più Solo che L. da allora non ha più voluto rapporti stabili, nulla che potesse assomigliare a qualcosa di solido e, soprattutto, nulla che lo obbligasse i rimettersi a nudo. E quindi cose fugaci, senza struttura come laureate con la voglia di aggiungere un trofeo al palmarés o fidanzatissime e mogli insoddisfatte. Tutto questo fino a ora, fino agli nerissimi di Vittoria, gli occhi che sembrano farti una Tac e fanno domande.SEGUE