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Parole minile


Libertà (dai pregiudizi)Non molto tempo fa ero in un museo di Milano quel giorno frequentato da scolaresche ragionevolmente disciplinate e attente. Una delle tenutarie del luogo che fino a quel momento aveva finto bonomia e disponibilità redarguì con asprezza un bambino perché mentre ascoltava mangiava una merendina. "Non si mangia nei mesei" gli ha detto con un'asprezza e un salto di volume assolutamente ingiustificati. Se quel bambino odierà l'arte per il resto della vita avrà dei buoni motivi come più o meno gli stessi motivi hanno le bidelle che parlano d'arte quando si riferiscono a un incerto iperuranio quando non sanno più che dire. Beh, questa è una brutta eredità ottocentesca per cui l'arte appartiene comunque ad un'area sacra dove non si prla se non sottovoce, non si corre, non si beve, non si mangia e, principalmente, non si fa l'amore (oltre a non giocare a pallone). Insomma: una cosa da repressione selvaggia (e infatti se poi si va a vedere la storia delle bidelle è facile capirlo).  Fatto salvo il rispetto e la buona educazione dovuti a tutti gli altri visitatori l'arte è anche cosa prodotta da esseri umani e il suo esser degna di rispetto, di stima, di ammirazione, non va posto in alto ma accanto a noi per accompagnarci nel cammino della vita. Le bidelle, nella loro rozza analisi tutta interna a una vulgata post kantiana che avrebbe fatto salire il sangue agli occhi di Kant, e non sanno neanche distinguere tra la dimensione reale da quella simbolica.