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Parole minime


Libertà (di assegnare un Nobel)Si stanno scatenando un sacco di polemiche per il Nobel dato a Bob Dylan. Personalmente ne sono felice: credo di aver rotto le scatole a tutti qua dentro per raccontare quanto mi piace e, pensare, che non ho ancora neanche cominciato a enumerare i perché, che da soli valgono un'enciclopedia (come quantità, non come qualità: è evidente) :) Mi sono fatto anche qualche bella risata alla notizia, prevedendo le reazioni di critica indignata. Invece i nobelari svedesi hanno mostrato una certa capacità di sparigliare e, forse, hanno dato un'indicazione, una indicazione di come si sia venuta evolvendo nel corso dei millenni la cultura popolare, quella basata sull'oralità, sui meccanismi ritmici e sonori per fissare nella memoria qualcosa che possa rappresentare un sentire comune. Da Omero a Virgilio ai contadi che recitano a memoria la Divina Commedia al teatro civile di Montichiello... Chi lo sa perché questa è sempre stata considerata cultura bassa a cui contrapporre la cultura alta. E questa è una visione distorta di un'eredità post kantiana dove innanzi tutto si giudica (e non si partecipa) da una certa distanza restando lucidi e nel fare questo ci si certifica come superiori agli altri proprio perché giudicanti. Distacco, freddezza e, aggiungerei, cattiveria :) La cultura bassa crea invece empatia, condivisione di valori e, perché no, divertimento. I neuroni specchio ci dicono che la bellezza attiva la zona del cervello attivata dalla cioccolate: piacere, quindi. Empatia, sinestesia, inclusività di tutti, com-prensione e non giudizi...Sento una voce lontana, quasi un'eco, che dice: "Ahò, ma che sta a dì', ma che mò anche Mogoln è un poeta?"  Allora risponderemo: "Ma che ne so? Ma che me ne frega?"