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Tre relatà, un solo asse


I Distretti del Pordenonese sono saliti a tre: Componentistica e Meccanica, Mobile e Coltello. Solo nell’Alto Livenza si fatturano oltre 2 mila milioni l’anno
Se la forma organizzativa del distretto è stata in questi ultimi due decenni la grande scoperta delle piccole e medie imprese, oggi ci si interroga su quanto esso sia nella forma classica ancora competitivo sui mercati internazionali e come esso possa evolvere. La Camera di Commercio di Pordenone ha inquadrato la panoramica dei distretti del territorio nella recente pubblicazione “Pordenone in cifre”, reperibile anche on-line su www.pn.camcom.it. Con la recente istituzione del distretto della Componentistica e della Meccanica, che si è andato ad unire ai consolidati distretti del Mobile e del Coltello, sono tre i distretti produttivi della provincia di Pordenone. I tre centri dei distretti, ovvero i comuni che sono posti nel baricentro oltre che geografico anche simbolicamente economico, risultano disposti lungo un medesimo asse nord-nord-ovest che taglia a metà la provincia. I primi due, Prata di Pordenone e Porcia, sono tra l’altro prossimi come territori e sono rispettivamente i centri del distretto del Mobile e del distretto della Componentistica e della Meccanica. Più su c’è il comune di Maniago, nucleo storico del distretto della coltelleria. Quest’ultimo distretto è quello che per struttura si avvicina maggiormente all’idealtipo del distretto italiano: una produzione manifatturiera matura, un’area ristretta caratterizzata da una popolazione di piccole-medie imprese inserite in un denso reticolo di relazioni non solo economiche ma sopratutto socio-culturali. Come si apprende dal sito www.distretti.org, pur essendo il meno esteso territorialmente dei tre, tale distretto riveste una notevole importanza nell’economia regionale e nazionale: esso produce all’incirca il 50% dei coltelli italiani, coinvolgendo circa 200 aziende che occupano un migliaio di addetti e fatturano in totale quasi 75 milioni di euro. Un quarto delle imprese manifatturiere della provincia appartengono, invece, al comparto del mobile-legno, e di esse il 60% circa è inserito nel distretto del Mobile dell’Alto Livenza. Questa realtà produttiva fattura circa 2000 milioni di euro l’anno e, insieme al vicino distretto dell’arredo dell’opitergino-mottense - forti sono le sinergie che tra i due distretti intercorrono - rappresenta complessivamente la maggior area mobiliera a livello nazionale. A riprova di questo legame accresciutosi nel tempo vi è il fatto che i tre comuni che insieme raggiungono il 30% delle unità locali in provincia di Pordenone (Brugnera, Pasiano di Pordenone e Prata di Pordenone) sono comuni di confine. Nell’economia degli 11 comuni del distretto friulano il peso che assume la produzione di mobili è notevole, tant’è che in 5 di questi comuni la percentuale di unità locali (cioè luoghi fisici in cui l’impresa esercita l’attività) appartenenti al settore del mobile varia dal 10 al 14% rispetto al totale di tutte le unità locali attive nelle rispettive municipalità. Il mobile è, non a caso, la prima voce nella lista delle merci per valore delle esportazioni provinciali, raggiungendo quasi i 715 milioni nel 2006 con una crescita del 7,7% rispetto all’anno precedente, rappresentando così ben il 20% dell’intero export pordenonese. Infine l’ultimo distretto, ma solo per data di nascita o meglio di riconoscimento, è quello della componentistica e della meccanica. Questo distretto ha, di diverso dai due precedenti, la propria origine: esso infatti si è formato per gemmazione da alcune aziende importanti quali Zanussi e Officine Savio. Oggi questo distretto ha assunto una configurazione definita evoluta, come meglio spiega il volume voluto dalla Cciaa di Pordenone e edito dalla Franco Angeli a cura di G. Bortoluzzi, A. Furlan e R. Grandinetti, e comprende quasi 800 aziende. Esso presenta due peculiarità che lo distinguono: un intreccio di più filiere produttive distinte ma con la presenza di segmenti comuni, e un tasso di innovazione (registrato con il numero di imprese che ha depositato brevetti nel periodo 2001-2005, 27,4%) superiore ai valori generali delle realtà distrettuali. Se uno dei vantaggi competitivi dei distretti è il basso tasso dei costi di transazione permesso dall’elevato capitale sociale dell’area distrettuale, diviene fondamentale per il suo mantenimento il ruolo degli attori istituzionali locali. Infatti, da questi soggetti dipende la qualità di una serie di fattori la cui rilevanza per il vantaggio competitivo delle imprese risulta crescente: le infrastrutture fisiche e di comunicazione, i servizi finanziari e reali alle imprese, le attività di ricerca, formative e culturali. A tal proposito opera in Concentro, l’azienda speciale della Camera di Commercio di Pordenone, il Centro regionale della subfornitura del FVG, autorevole interfaccia tra la domanda e l’offerta del settore della meccanica e della componentistica.