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Post n°482 pubblicato il 26 Gennaio 2013 da perlarosadifiume

Pablo Picasso: Il sogno - 1932

 

Pablo Picasso -il sogno

i co_lori,

come i lineamenti,

seguono i cambiamenti delle emozioni.....

[Pablo Picasso]

 
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.....

Post n°481 pubblicato il 12 Febbraio 2012 da perlarosadifiume

Enrico Prampolini - Manifesto pubblicitario 1921


Una lontana copertina di un settimanale popolare illustrato mostra un coraggioso astronauta, con la barba rossa al vento, che compie una ascensione in pallone: è uno di quegli avventurosi vessilliferi del pro­gresso che si incontrano nei primi decenni del secolo, e che somigliano ai primi deputati socialisti.

Si chiama Gino Gori: scrittore, critico, filo­sofo, autore di alcuni libri di teoria dell’arte e teatrale; ma anche fondatore di una bohémienne Bottega del Diavolo (1921), situata negli scan­tinati di un albergo di via Basilicata a Roma  l’Hotel Elite et des Etrangers, poi Majestic  decorata dal futurista Depero.

 

La Bottega del Diavolo era un cabaret composto di tre sale: Paradiso, in alto, Purgatorio, in mezzo, Inferno, sottoterra. Nel Paradiso si avevano mobili azzurri, in forma di gigli stilizzati. L’illuminazione era bianca, rossa, azzurra. La decorazione presentava voli e teorie d’angeli, razzi di stelle, nastri di cherubini.

 

I mobili del Purgatorio erano verdissimi. L’illuminazione bianca e verde. La decorazione floreale, grigia, verde-cupo, con cortei di anime verdi. L’Inferno era la sala più frequentata, con mobili neri, illuminazione rossa, e decorazione di battaglie di diavoli e dannati, turbini di fiamme e forche, catene di serpi infuocati e démoni, flora di fuoco.

 

L’arazzo Ballo di diavoli, eseguito nel 1923 traduce una composizione tolta da uno dei grandi pannelli murali del cabaret: diavoli rossi e neri danzano con enormi forche, appena scattati da un buco rotondo aperto su di un ripido lastrone. Al lato sinistro in un fascio di fiamme calano i dannati. In alto a destra architetture primitive con finestre e porte sbilenche dalle quali s’intravedono paesaggi in fiamme. Diavoletti bianchi con code seghettate diaboliche, cornute, e code serpentine, rosso-marrone. Nel cabaret della Bottega del Diavolo era la sede della Brigata degli In­diavolati, composta dal capo supremo Trilussa (Lucifero) e dal suo stato 3 Che han dato il destro a Godard per uno sketch divertente, avveniristico (ma non dovremmo dire futurista?), in cui un giovanotto, alle prese con la sua bella in abito metallico, per svestirla deve lavorare di chiave inglese, pinze e cacciavite. 4 Cfr. El Lisitzkij, op. cit., pag. 26. maggiore Gino Gori (Minosse), Toddi (Gran Notaro del fuoco), Guasta (Caronte), Luciano Folgore (Cerbero), Massimo Bontempelli (Barbaric­cia).

 

Narra Guasta’ che Gino Gori, gigantesco moschettiere rosso di bar­ba e di pizzo, oltre che poeta (m. 2,10), era il proprietario dell’albergo ed ospitava con generosa noncuranza del bilancio aziendale tutti gli amici giornalisti, scrittori e pittori di passaggio per Roma. Il sabato spalancava le porte del suo regno sotterraneo e vi accorrevano Maffio Maffei, Arturo Calza, Tullio Giordana, Girus, Cecè (ovvero Giulio Cesare) Viola, Enrico Prampolini, Marinetti… Tavoli, divani, sedie, tutto era intonato al luogo; perfino i nomi delle consumazioni del bar dove si poteva chiedere del fuoco liquido al posto del ponce.

 


Era un allegro Inferno dove si respirava un po’ l’atmosfera del non lontano « Teatro degli Indipendenti » di Bragaglia e non mancavano programmi di poesia e di sintesi teatrali improvvisate da Folgore, Toddi e Guasta. Folgore era spe­cialista in parodie, il conte Pietro Silvio Rivetta combinava trucchi, stre­gonerie e « sdoppiamenti », e tutti e tre idearono una complicata macchina parlante, il vatefonelettronico  « sorta di armadio, irta di pul­santi, leve e interruttori, sormontata da un’enorme tromba di grammo­fono. Invitato solennemente il pubblico a suggerire, una alla volta, 14 rime… Toddi girava una manovella, che faceva accendere una lampa­dina e trillare un campanello, e la macchina gracidava un perfetto sonetto P. Un specie di burlesca « macchina calcolatrice di poesia », adoperata per mettere in burla la (negativa, stavolta!) meccanicità della poesia tradi­zionale. E il mistero era molto semplice: nel ventre della macchina si celava Luciano Folgore, che all’istante componeva quattordici endeca­sillabi, sulla base delle rime proposte. Altre volte, lo spettacolo era più propriamente “teatrale”: nel 1923 En­rico Prampolini vi mise in scena una commedia di marionette di Folgore e Bontempelli.

Da: Kurage Art-laboratorio sperimentale di arte e design.

 
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enchantè

Post n°480 pubblicato il 14 Dicembre 2011 da perlarosadifiume

Mellis Megan -Tamara de Lempicka

 

 
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liberty a Palermo

Post n°479 pubblicato il 27 Novembre 2011 da perlarosadifiume

il racconto di Villa Igiea- Ettore de Maria Bergler




 

 

 


 
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parole per lei..

Post n°478 pubblicato il 27 Novembre 2011 da perlarosadifiume

pensiero assoluto per gattaminu..ti accarezzo ancora....


 
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stra_parole di mezzodi'

Post n°477 pubblicato il 12 Novembre 2010 da perlarosadifiume

Marc Chagall - The Lovers

 

 

a parte  periodi del non riposo in cui mi capita di dormire senza trarre beneficio credo che lo status del sogno mi appartenga davvero anche quando sono sveglia ..

o sono io che appartengo al sogno? :0) consapevole irragionevolezza o ragionevole inconsapevolezza?
quali di queste due difinizioni  mi conduce al desiderio di riaddormentarmi per conoscere il finale di un sogno interrotto?..certo è che non ci sono mai riuscita forse perche lo  status di dormiveglia è affollato di pensieri  nella quale noi stessi veicoliamo inconsciamente i nostri desideri..

il sonno è la conditio tra la vita e la morte..una sorta di limbo in cui il sogno è l'aspetto vitale che conferma l'attivita' psicofisica...

ma di cosa sono fatti i sogni ? una sorta di trasposizione di cio' che viviamo o di ciò che vorremmo vivere?

i miei luoghi onirici hanno sempre atmosfere come quelle dei quadri di Chagall ..sara' grave?


[leparoledilori] 







"L'amore ha la virtu' di denudare non i due amanti luno di fronte all'altro ma ciascuno dei due davanti a sè..."
[Cesare Pavese]

 
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Modoetia

Post n°476 pubblicato il 01 Agosto 2010 da perlarosadifiume

La storia _leggenda della Regina Teodolinda  è rappresentata in un ciclo di affreschi eseguito dalla bottega degli  Zavattari, una famiglia di artisti_artigiani che per cinque generazioni  dagli ultimi anni del ‘ 300 fino al primo ‘500 lavorarono  come pittori, miniatori, disegnatori di vetrate , al servizio della Chiesa. Gli affreschi eseguiti  un po’ prima della metà del ‘400 si trovano nella cappella a sinistra dell’altare maggiore del Duomo di Monza .. per chi conosce la storia arriva immediata la sensazione di estemporaneità dalle figure che per la caratteristica decorativa tipicamente gotico internazionale sembrano quasi enormi miniature…

Gli affreschi sono composti da ben 45 scene divise in cinque fasce sovrapposte, che raffigurano oltre 800 personaggi per un totale di circa 500 mq di superficie dipinta; il ciclo venne realizzato per celebrare proprio Teodolinda fondatrice del Duomo di Monza e raccontare così la sua storia ai posteri. Nel racconto figurato addirittura 28 scene sono dedicate ai due matrimoni della regina, vedova del re Autari e quindi sposa di Agilulfo..

Certo che anche a quel tempo i matrimoni dei sovrani facevano audience :0) in ogni caso è itinerario obbligato per chi visitando la mia città vuole appropriarsi di pura bellezza sognando  un po’ …  

[leparoledilori]

 

 

 

 

Franceschino Zavattari - Teodolinda e il Re Autari

1441/1446 - Duomo di Monza

" Il re Autari mandò i suoi messaggeri in Baviera a chiedere in sposa la figlia del re Garibaldo. Questi li accolse con favore e promise loro sua figlia Teodolinda. Appena Autari conobbe la risposta di Garibaldo, volle vedere di persona la sua sposa e partì subito per la Baviera, portando con sé pochi uomini e un vecchio di fiducia, d'aspetto piuttosto autorevole. Quando furono ammessi alla presenza di Garibaldo, Autari, di cui nessuno conosceva la vera identità, si avvicinò a Garibaldo e gli disse: - Il mio signore Autari mi ha mandato qui apposta per vedere la vostra figliola, sua sposa e nostra futura regina, onde io possa poi descrivergli con precisione che aspetto ha. Garibaldo fece subito venire la figlia e Autari restò a guardarla in silenzio, poiché era molto graziosa. Infine, soddisfatto per la sua scelta, disse al re: - Vostra figlia è davvero bella e merita di essere la nostra regina. Ora, se non avete nulla in contrario, vorremmo ricevere dalle sue mani una tazza di vino, come ella dovrà fare spesso in avvenire con noi. - Garibaldo acconsentì e la principessa, presa una tazza di vino, la porse prima a colui che sembrava il più autorevole, poi la offrì ad Autari, senza immaginare neanche lontanamente che fosse il suo sposo: e Autari, dopo aver bevuto, nel restituire la tazza, sfiorò furtivamente con un dito la mano e si fece scorrere la destra dalla fronte lungo il naso e il viso. La principessa riferì arrossendo la cosa alla nutrice e questa le rispose: - Se costui non fosse il re che deve essere tuo sposo, certo non avrebbe osato neppure toccarti. Ma adesso facciamo finta di niente: è meglio che tuo padre non ne sappia nulla. Secondo me, però, quell'uomo è un vero re e un marito ideale.- In effetti Autari era allora nel fiore della giovinezza, ben proporzionato di statura, biondo di capelli e assai bello d'aspetto. Finalmente i Longobardi si accomiatarono dal re e in breve tempo furono fuori del territorio dei Norici. Ma non appena giunsero in vista dell'Italia, quando i Bavari che li scortavano erano ancora con loro, Autari si sollevò il più possibile sul cavallo e con tutte le forze scagliò la piccola scure contro l'albero più vicino, dicendo: - Tali colpi suol dare Autari!- "
(Paolo Diacono, III.30)

Franceschino Zavattari - Nozze della Regina Teodolinda e il Re Agilulfo -

1441/1446 - Duomo di Monza

Franceschino Zavattari - il banchetto di nozze -

1441/1446 Duomo di Monza

http://www.arengario.net/momenti/momenti43.html

 
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neanche la torta voleva 47 candeline

Post n°475 pubblicato il 01 Luglio 2010 da perlarosadifiume

la torta fuggitiva - Marta Farina

sabato ho compiuto 47 anni..

il 47 è un numero che a me ha fatto sempre uno strano effetto, la signora Rossi del terzo piano quando ero piccola diceva sempre: 47 o' muort c' parla.. era una donnina piccina e senza forma che profumava di pomodoro e basilico..la sua faccia tipicamente napoletana mostrava i segni precoci del tempo e raccontava la smorfia come se stesse recitando..rideva sempre ed io non riuscivo a capire perche' non avesse più i denti.. 

" o' muort c' parla" mi faceva paura.. forse è stata proprio  l'interpretazione cabalistica della signora Rossi  a creare il precedente perche' ancor oggi questo numero non mi piace neanche un po'..

saltarlo come si fa per il numero 13 nella numerazione dei piani di molti ascensori significherebbe passare subito al 48 ..

uhm..mi sa che  provero' a giocare al lotto..

[leparoledilori]

 

 

 

 
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verbum in verita_te

Post n°474 pubblicato il 11 Giugno 2010 da perlarosadifiume

   Alphonse Maria Mucha - Salome'- 1897


Io sono come la sfera di cristallo in cui la gente trova la sua unità mistica.

A causa della mia ossessione per l’essenziale,

della mia noncuranza per i dettagli,

le banalità,

le interferenze,

le contingenze,

le apparenze,

le facciate,

i travestimenti,

guardare dentro di me è come guardare nella sfera di cristallo.

Gli altri vedono il loro fato,

il loro io potenziale,

il loro io segreto...

Io non mi presto a chiacchiere da poco.
 
Sto zitta.
Mi sottraggo, mi allontano.
Sono sempre catturata dalla natura profonda della gente
impegnata nella ricerca della loro verità e il mio interesse si
sveglia solo quando è questa natura che parla.
 
Il miracolo che mi aspetto, un miracolo di chiarezza, si
verifica.... sempre.”
[i diari della Nin]
 
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che fine ha fatto il signor Bonaventura?

Post n°473 pubblicato il 27 Maggio 2010 da perlarosadifiume

 

Lettera a “La Tribuna”, 25 maggio 1934 :

Caro Sto,
che ne è del signor Bonaventura?

Sono anni dacché non si fa più vedere sulle scene, e parecchi di noi, essendo molto piccini, e avendo tu soppresso lo spettacolo da tanto tempo, non lo ànno visto MAI! 

Ci dicono che tu stai scrivendo la quarta parte di una cosa che si indica con la difficilissima parola “tetralogia”, e che questa parte s’intitolerà  “Bonaventura all’isola dei pappagalli”, ma che non trovi ancora il tempo per finirla.

E’ un vero peccato. Ti saremo tanto grati se la finirai prima che diventiamo grandi.

Coi nostri saluti a Bonaventura, i tuoi

Sandro e Luigi Filippo d’Amico
Ninnì, Andrea e Giorgio Pirandello
Luca e Francesco Pavolini
Luigi e Francesca Romana Ceccarelli
Titina e Francesco Maselli
Lindina Gilbertini

 

 
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toto_a_calci..la s_fortuna

Post n°472 pubblicato il 13 Maggio 2010 da perlarosadifiume

oggi è un giorno verde

di quelli in cui tutto non si trova

ma chissa' perche' si pestano le m...e 

acidi pensieri regalati "ampress"

sotto[e anche sopra]vuoto, preconfezionati

weh guagliò "acca nisciuno è fess"

 tirati 'nnanzi" che cade il mondo

chi nasce quadrato non puo' morire tondo

[leparoledilori]

 
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mi tiempo no tiene tempo

Post n°471 pubblicato il 01 Maggio 2010 da perlarosadifiume

 

Egon Schiele - "Giovane donna seduta" 1917

in un post beneaugurale d'inizio anno (n. 456 parole ri_nate) meditavo sul mutamento interiore che ciclicamente dovrebbe manifestarsi in ognuno di noi indipendentemente dall'evidenza esteriore piu' brutalmente identificabile nell' "invecchiamento"..concludevo con il sarcastico modo di dire di mia nonna, quello con cui m'invitava a sedermi sotto la pianta di fico per attendere la maturazione dei frutti fino al loro spontaneo cadere dritto dritto nelle mie mani...espressione significativa dell'esatto contrario di quanto figurativamente ispirato dal suono verbale del modo di dire..

ma, nonostante la ricerca attiva di quel famoso mutamento niente di diverso conferma il mio ingresso in un nuovo ciclo algoritmico..

mi chiedo il perche' io sia sempre ferma al punto di partenza..seduta sotto quella simbolica pianta.. 

neanche mi piacessero i fichi...

[leparoledilori]

"Schiele e il suo tempo"

Palazzo Reale - Milano

 25 febbraio 2010 - 6 giugno 2010

 
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enchantè...

Post n°469 pubblicato il 10 Aprile 2010 da perlarosadifiume

Ritratto di madame Allan Bott- Tamara de Lempicka

L'abito dei sogni

Nella torre d'avorio distillerò in fragili alambicchi

l'essenza dell'immaginario e  dell'imprevedibile

troverò la magica alchimia tra sogno e realtà

tra sentimento e passione tra azione e desiderio..

E al paziente telaio tesserò per te una veste

su di una trama romantica con ricami di poesia

per vestire ogni giorno a tua cruda nudità

con l'abito dei sogni affinché logora, bruciata,

a brandelli tu non faccia ritorno al mio cuore.


[dal libro "Petali e nuvole" di Marco Agazzi
Editore Sorbello 2004]


 
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parole e margheri_te

Post n°468 pubblicato il 26 Marzo 2010 da perlarosadifiume

 

sembrano vere dentro al gioco di specchi, 

ma sono solo gocce appese al ramo

sfogliate ad una ad una..

t'amo o non t'amo?

visiva è l'illusione

che assume forma di pensieri vecchi.



leparoledilori

non ho ancora capito se son dentro oppure fuori

 

 
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pensavo fosse un bonsai...

Post n°467 pubblicato il 15 Marzo 2010 da perlarosadifiume


la visita settimanale presso un negozio della grande distribuzione prevede  solitamente una lista della spesa preventivamente preparata con l’intento di ridurre i tempi necessari al solito approvvigionamento, anch’io preparo una lista..mia mamma dice che la mia è una lista  a libera interpretazione, quasi gli articoli non espressi graficamente debbano leggersi tra le righe..

risale  a non so quando poi una mia particolare e quasi patologica necessità di passare , obbligatoriamente e tutte le volte in cui mi reco a far la spesa,  dal reparto "piante" e  non sempre spinta dal desiderio di comprarne una che possa dar lustro ad un angolo del mio piccolo balcone..

un supermercato non è certo  un centro del verde dove si possano trovare piante ornamentali di qualità, ma i prezzi sono davvero appetibili, specie per alcune tipologie particolari che arrivano da serre specializzate, bellissime inizialmente… poi  la promiscua dedizione degli addetti al reparto spesso le conduce ad un graduale declino, all’invendibilità, ed infine alla  pattumiera..

Mi piace girare intorno a quei vasi..guardo le foglie, il colore, la fioritura … la terra quasi sempre è proprio poca, si vede che soffrono a stare in quel contesto dalla luce artificiale..quelle più  malandate, per il loro  stato poco piacevole, vengono addirittura relegate dietro, meno luce e l'acqua distribuita  non arriva nella dose sufficiente, così va a finire che ne scelgo una con l'intento di salvarla..

La signora alla cassa mi guarda sempre dubbiosa prima di passarla sul lettore…

Le operazioni di cura e dedizione sono piacevoli e rilassanti anche per chi non ha conoscenze in materia: il cambio del vaso e della terra, quando serve concimo e taglio i rami secchi, poi scelgo un punto luminoso che possa aiutarla a ritornare e magnifica e vitale..

Mi piace continuare ad averne cura giorno per giorno fino ad ottenere quasi una rinascita: nuove foglie, nuovi fiori…

mica sempre funziona..sarà che è troppo freddo o troppo caldo, troppo in  alto o troppo in  basso..sbagliato tipo di terra?

forse nell'ultimo caso avevo solo un balcone troppo piccolo…peccato!

[leparoledilori]

 

 

 
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amapola

Post n°466 pubblicato il 08 Marzo 2010 da perlarosadifiume

 

Amapola,
tu que susurras
al compàs del viento,
que te mueves lenta
en una danza de fuego...

Amapola,
tu que no preguntas donde
si en tierra noble
o màs bièn seca y pobre
extender tu gaza fina...

Amapola,
tu que invitas a la vida
con tu simple abrazo
al duende o al extraño
al alcanzar su paso...

Amapola,
tu que pintas de rojo
la tristeza distraida,
y que robas una sonrisa
cuando ninguno la pide...

[Carina Defilipe]


 
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senza titolo

Post n°465 pubblicato il 25 Febbraio 2010 da perlarosadifiume

Hanks Steve - sea

as_senza...di parole

 
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parole raccol_te

Post n°464 pubblicato il 24 Febbraio 2010 da perlarosadifiume

Boldini Giovanni

 Marchesa Casati Modignani di Muggio' - 1914


Spazio spazio io voglio, tanto spazio
per dolcissima muovermi ferita;
voglio spazio per cantare crescere
errare e saltare il fosso
della divina sapienza.
Spazio datemi spazio
ch'io lanci un urlo inumano,
quell'urlo di silenzio negli anni
che ho toccato con mano.

[Alda Merini]

 
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verita_te

Post n°463 pubblicato il 21 Febbraio 2010 da perlarosadifiume

Johannes Vermeer Van delft

 La ragazza dall'orecchino di perla - 1665

 

Da: La sera fiesolana - Alcyone


Laudata sii pel tuo viso di perla,
o Sera, e pe' tuoi grandi umidi occhi ove si tace
l'acqua del cielo!


[Gabriele D'Annunzio]

 
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