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I bambini di Gaza «grandi» per forza


Rabh Masoud ha 8 anni e vice con i genitori e sei fratelli in un monolocale a Jabaliya, il più grande campo profughi nella Striscia di Gaza, vicino al confine con Israele. «Per dormire - dice - dobbiamo fare i turni - i miei fratellini sono terrorizzati dai bombardamenti. Piangono, e per giorni si rifiutano di uscire. Io provo a far loro coraggio, ma anch´io ho paura, tanta paura». Subhiya ha 6 anni e vive anche lei con la famiglia a Jabaliya. La sua salute non è buona. La bimba soffre di orifizio ovale, problemi di deambulazione, deviazione al setto nasale e ha un fragile sistema nervoso. Necessità di un´assistenza medica pressoché costante. Il padre di Subhiya è morto sotto un bombardamento. Ora la sua famiglia dipende interamente dagli aiuti umanitari delle organizzazioni non governative. La vita bloccata dei bimbi di Gaza. Storie di sofferenze, patimenti, mancanza di tutto che marchia fin dai primi giorni la vita di bambine e bambine «ingabbiati» in quella enorme prigione a cielo aperto che è Gaza. Storie di vite bloccate. In attesa di un aiuto che tarda ad arrivare. Storie come quelle dei bambini della scuola elementare Omar Bin Abdul Aziz che tornati a scuola dopo la pausa invernale, hanno trovato le aule buie e fredde: in quella scuola, come nelle altre 400 della Striscia, la corrente elettrica è saltuaria e le finestre sono murate per proteggere gli alunni da proiettili vaganti. Storie di piccole vite appese a un filo. Fonte: http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=76157