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Post N° 13


E adesso l’Italia è sulla soglia degli Europei, eterodipendente, in base ai risultati degli altri oltre che a una vittoria indispensabile con la Francia, più o meno come un pallone che ballonzola sulla linea di porta e non si sa che fine farà. Si pretendeva un pronto riscatto dopo la grigia/nera con l’Olanda.Come spirito c’è stato, sia pure a pezzi e bocconi, come gioco e come risultato no, o non abbastanza. Spezzare le reni ai romeni, al di là degli altri significati appiccicati più o meno artatamente alla partita in omaggio alla allargata “questione romena”, come i giornali di Romania avevano fatto alla vigilia, non era sembrata inizialmente un’impresa disperata.Comunque l’Italia gode di qualche giocatore in grado di fare la differenza, come Toni davanti che aveva pure segnato un gol buono per la moviola ma in fuorigioco per l’occhio umano compreso ahinoi quello dell’arbitro norvegese, oppure sulle due fasce Camoranesi (per un’oretta) e Grosso per tutta la partita. Ma in mezzo la qualità degli schemi, il dinamismo, il cambio di passo latitava, così che ben presto una Romania poco più che onesta e con qualche giocatore di talento speciale come il divino giostraio Mutu sembrava impietosamente essere sul punto di sollevare il lenzuolo dalla salma.Questo dobbiamo aver pensato in parecchi quando nel secondo tempo uno svarione banale di Zambrotta, quasi irriconoscibile due anni dopo, mandava in vantaggio appunto Mutu e il milione di romeni che vivono presso di noi. Fonte: http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=76283