PersaInUnaBottiglia

hai voglia di guardarti allo specchio?


Introiezione del conflitto di Christian RaimoVi racconto una storia. Qualche anno fa stavo facendo un’inchiesta sul precariato cognitivo: intervistavo ragazzi tra i venticinque e i trentacinque anni, laureati, iperformati, ipercompetenti, che vivacchiavano tra assegni di ricerca volatili, elemosine dei genitori, e nebulose promesse di contratti – quel paesaggio tristanzuolo che conosciamo. Mi capitò una ragazza, dottorata in antropologia, che era riuscita a strappare una collaborazione part-time in una fondazione che le garantiva 650 euro al mese.  [...]  Era una tipa in gamba, determinata, fiera della propria indipendenza (non voleva chiedere soldi ai suoi), e soprattutto iperconsapevole delle condizioni di sfruttamento, delle dinamiche baronali dell’accademia etc… [...]  Di questi soldi ne spendeva circa 300 al mese, mi disse, per fare analisi. Ne aveva un assoluto bisogno perché si sentiva piuttosto depressa: a trenta e passa anni dormiva in un posto letto col materasso smollato come una matricola fuorisede appena approdata a Roma, non immaginava nessuno sbocco lavorativo concreto a lungo termine, si sentiva una fallita nei confronti dei suoi, non riusciva a prendere sul serio nessuna relazione sentimentale, aveva un desiderio di un figlio che le pareva pura incoscienza, era sempre stanca (la fondazione dove lavorava aveva la sede dall’altra parte della città rispetto a casa e all’università)....----------------------------------------------------E' che certe volte ti rendi conto che non capire chi sei, non saper disegnare i tuoi confini, non ti permette di aprirti agli altri...