Il mondo dei libri

Il quaderno nero dell’amore


 Il libro, ambientato in una città immaginaria molto “da bere”, narra la storia di Riccardo, Paola e Maria Vittoria, tre amici di lunga data che hanno deciso di riportare le loro avventure sessual-sentimentali su un diario, sul quale annotano con minuziosità, caratteristiche del partner, livello della prestazione etc. con attribuzione di un punteggio finale.Nel complesso sono tre personaggi di una superficialità sgadevole, di una povertà interiore impressionante, e caratterizzati da un ego smisurato, anche se, fin dall’inizio si possono cogliere in Maria Vittoria sfumatore diverse.Riccardo è il tipico figlio di papà, proprietario di un locale notturno alla moda, scopatore seriale, narcicista, con un passato da adolescente sfigato. Sessualmente immaturo, i sui incontri sessuali sono sempre incentrati su di sé, chiama il suo arnese per nome e ci parla, anche quando fa sesso segue il suo ritmo e apre e spacca, e non avverte esigenza alcuna di far godere la partner, ritenendo che per la fortunata di turno un privilegio già solo il fatto di poter fare sesso con lui.Paola è una poveretta, di famiglia non abbiente, rovinata fin dalla più tenera età, come spesso succede, da una madre senza principi, pronta a darsi a chi può dare qualcosa alla figlia, e che le ha inculcato l’idea, che ha poi fatto presa, che lei sia la più figa e destinata al successo al cinema o in televisione; per questo ogni mezzo è lecito e andare a letto con chi può promettere il successo è naturale come bere in bicchiere d’acqua.Maria Vittoria è il personaggio più interessante; arredatrice, bisessuale e noiosamente fidanzata; pare l’unica dei tre ad avere una certa consapevolezza che nella vita l’amore esista ed è sopraffatta dall’inquietudine di non essere capace di amare. Non si tratta di un libro erotico: di erotico non c’è assolutamente nulla, niente di suggestivo né lontanamente eccitante; e nemmeno è un libro pornografico: le prestazioni sessuali sono assolutamente prive di fantasia narrativa e sempre molto “basic” e noiose nel loro svolgersi; mi pare che l’autrice abbia da poco scoperto l’esistenza del punto G perché questo ricorre spesso, ovviamente nei “report” delle protagoniste donne, Riccardo non ci pensa nemmeno.Dopo una letttura più attenta credo (spero) che questa aridità nel narrare i rapporti sessuali non sia un limite dell’autrice, bensì un effetto voluto, per dare maggiore rilievo al vuoto globale della vita condotta dai protagonisti, e in questo forse coglie un po' nel segno.Qualche rarefatto fremito si avverte nella parte finale, quando i protagonisti vivono esperienze più vere: Riccardo farà veramente l’amore con Maria Vittoria, anche se, dei tre, rimarrà comunque il personaggio più vuoto, tanto da arrivare ad ammazzare la nonna per ereditare e non perdere il suo status che il padre minaccia seriamente a fronte dei risultati fallimentari del locale notturno. Maria Vittoria, dopo la fine del suo fidanzamento noioso si innamorerà insapettatamente di un uomo che inizialmente l’aveva ricattata per portarsela a letto; Paola si ammalerà gravemente e, come sempre succede, la malattia la renderà umana e anche lei si innamorerà e a parte il fatto che diventerà attrice porno, si presume che condurrà una vita normale.  Dopo una prima lettura di questo libro ero pronto a gettarlo, ma dopo averlo riletto una seconda, sono entrato meglio nell’idea dell’autrice che vuole rappresentare narcisismo, edonismo senza vero piacere e assenza di qualsiasi scrupolo nei protagonisti. e devo dire che alcune trovate sono abbastanza efficaci, come per esempio l’uso della punteggiatura.Dal punto di vista narrativo, il finale è abbastanza scontato; il cambiamento, il tornare con i  piedi per terra, sono qualcosa che ci si aspetta già da dopo la prima metà del libro, anche se il racconto, per fortuna, è scevro da ogni morale finale. Trovo ben riuscita la parte in cui Maria Vittoria descrive i suoi sentimenti per l’amore ritrovato in se stessa, anche se per una storia senza sbocchi. Ma il dubbio che si fosse appena fatta un pistone di coca è forte...L’impressione è che il libro sia stato scritto in modo frettoloso (da notare anche un errore, dettato dalla fretta quando, parlando dell’impegnativa per gli esami clinici di Paola, poche righe dopo la chiama “aspettativa”) e in modo non maturo e non equilibrato e senza un filo conduttore e con molti scollamenti narrativi.Come i protagonisti si lasciano vivere, il libro si è lasciato scrivere...Nel complesso è un libro che non rileggerò. Frase da ricordare: “le ore si inculano le une con le altre”. Esprime molto bene la noia della vita dei tre amici e in qualche modo si adatta bene anche alle pagine di questo libro.Visto che il libro non è per niente suggestivo dal punto di vista erotico, cerco di rimediare con una foto...