Il mondo dei libri

Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che è offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in sé stesso. [Il tempo ritrovato-Proust Marcel ]

 

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DACIA MARAINI

Se amando troppo
si finisce per non amare affatto

io dico che l’amore è una amara finzione

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cosa si nasconde mio dio

dietro quelle palpebre azzurre

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un progetto di sfida

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gira ora verso occidente

corre su onde di inchiostro

fra ricci di vento

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so già che su quel ponte

lascerò una scarpa, un dente e buona parte di me

 

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NAZIM HIKMET

Il più bello dei mari
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Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 30 Agosto 2007 da wilshireblvd
 
Tag: LIBRI

“Avrei scelto di vivere una vita sulla terra ben sapendo che all’improvviso mi sarebbe stata strappata via, forse proprio nel bel mezzo dell’ebbrezza della felicità? Oppure già in punto di partenza avrei rifiutato tutto questo gioco azzardato del ‘dai e togli’”?

Come sempre nei romanzi di Jostein Gaarder, il lettore si trova di fronte a un gioco di scatole cinesi continuando a proporre domande su cui riflettere e risposte che ad alcuni potrebbero sembrare azzardate. La prima storia è quella del quindicenne Georg, che trova una lettera di suo padre Jan Olaf, morto dodici anni prima, scritta prima di morire perché il figlio la leggesse in età adulta e potesse conoscere meglio chi gli aveva dato la vita. Si apre così la seconda storia, che è quella dell’amore di Jan Olaf per “la ragazza delle arance”, incontrata casualmente e diventata oggetto di una ricerca che si snoda come una rivisitazione degli antichi romanzi cavallereschi. Ogni successivo incontro aggiunge una tessera al puzzle, ma soltanto quando sarà completato si vedrà che il gioco dei ruoli era diverso da quanto appariva. Ma il padre non si limita a raccontare a Georg la propria storia d’amore, vuole costruire un dialogo con lui, e fargli condividere la sua passione per il mistero dell’universo: alla fine gli porrà una domanda che può dare un significato non solo alla vita del figlio, ma retrospettivamente anche a quella del padre. Pensa che valga la pena di essere nato, pur sapendo di poter restare al mondo per un periodo che comunque sarà molto limitato? Per facilitargli la risposta, vorrebbe offrirgli la certezza di una sopravvivenza nell’al di là, ma su questo argomento ha soltanto delle ipotesi: “Se c’è il mondo, allora le frontiere dell’improbabile sono già state scavalcate. Sono già così pieno di stupore per il fatto che esista un mondo, che non avrei spazio per altro stupore se dovesse rivelarsi che esiste anche un altro mondo dopo questo.”
La risposta di Georg coinvolge anche il lettore che ha partecipato al gioco: “La vita è una lotteria gigante dove si vedono solo i biglietti vincenti. Tu che stai leggendo sei uno di questi biglietti. Lucky you!”
 
Il libro purtroppo l'ho letto anni fà e quest'estate quand'ho deciso di rileggerlo non l'ho più trovato, probabilmente prestato a qualcuno di smemorato quanto me.
Rimane comunque il mio libro preferito proprio perchè mi suscita una gran curiosità, sia per la trama del libro che non ti fa capire la storia se non con colpi di scena e sia per le domande che l'autore invita a porci.
Prendo l'occasione per consigliarvi "Il Viaggio di Elizabeth" sempre dello stesso autore...poi bisogna vedere se il boss di questo blog accetta.
Buona giornata a tutti.
Francesca

 
Rispondi al commento:
gifree70
gifree70 il 01/09/07 alle 11:59 via WEB
..." Sei seduto bene Georg ? E' importante che tu ti trova in una posizione comoda , perchè ora ti racconterò una storia emozionante ..." Mi trovavo al bar del campeggio mentre leggevo queste righe , davanti a un caffè , fumando una sigaretta . Senza avere il tempo di accorgermene , due lacrimoni mi inondano il viso , ma per fortuna io senza occhiali da sole , non vado da nessuna parte , così li ho subito indossati , il rischio che qualcuno potesse avvicinarmi , porgendomi un bicchiere d'acqua esclamando " su , su" , era altissimo ! ^____^ Hp iniziato a frugare nei miei ricordi di bambina ... e se la nonna , prima di morire , avesse lasciato scritto qualcosa di se ? Dove avrebbe nascosto i suoi pensieri ? In una delle tasche del cappotto grigio che solitamente indossava ? Tra le pieghe di una vecchia coperta di lana ? Nelle bottiglie di pomodori , ormai vuote , che teneva in cantina ? O più semplicemente i uno dei suoi tanti grembiuli da cucina ? Non so dove li ha messi , ma adesso so che sono andati persi , buttati da noi tra la roba vecchia ...che orrore ! Jan è un uomo così semplice , così appassionato alla scoperta dell'universo , a quella vita che stava per lasciare , a quel figlio che avrebbe smesso di conoscere che nonostante la drammaticità degli eventi , non lo rendono una vittima , almeno non ai miei occhi . La storia della ragazza delle arance , pur essendo una bellissima storia d'amore , è una scusa per Jan , le sue premure sono ben diverse , premure che Georg riverserà sul telescopio regalatogli dalla madre chiamandolo Jan Olav ! Quanta tenerezza ! Ringrazio Francesca , per avermi dato , proponendolo , la possibilità di leggere questo bellissimo libro , riservandomi di leggere ancora Jostein Gaarder . Doverosi i ringraziamenti ai boss di questo bellissimo e appassionante blog , Roxy , Green , Amo , grazie infinite :)***
 
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A PROPOSITO DI FRANCIA..

Tu regarderas, la nuit, les étoiles. C'est trop petit chez moi pour que je te montre où se trouve la mienne. C'est mieux comme ça. Mon étoile, ce sera pour toi une des étoiles. Alors, toutes les étoiles, tu aimeras les regarder... Elles seront toutes tes amies.

 

CICERONE

 

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LIBRI

 

E COSÌ VORRESTI FARE LO SCRITTORE


Se non ti esplode dentro
a dispetto di tutto,
non farlo.
a meno che non ti venga dritto dal
cuore e dalla mente e dalla bocca
e dalle viscere,
non farlo.
se devi startene seduto per ore
a fissare lo schermo del computer
o curvo sulla
macchina da scrivere
alla ricerca delle parole,
non farlo.
se lo fai solo per soldi o per
fama,
non farlo.
se lo fai perché vuoi
delle donne nel letto,
non farlo.
se devi startene lì a
scrivere e riscrivere,
non farlo.
se è già una fatica il solo pensiero di farlo,
non farlo.
se stai cercando di scrivere come qualcun altro,
lascia perdere.
se devi aspettare che ti esca come un
ruggito,
allora aspetta pazientemente.
se non ti esce mai come un ruggito,
fai qualcos'altro.
se prima devi leggerlo a tua moglie
o alla tua ragazza o al tuo ragazzo
o ai tuoi genitori o comunque a qualcuno,
non sei pronto.
non essere come tanti scrittori,
non essere come tutte quelle migliaia di
persone che si definiscono scrittori,
non essere monotono o noioso e pretenzioso, non farti consumare dall'auto-compiacimento.
le biblioteche del mondo hanno
sbadigliato
fino ad addormentarsi
per tipi come te.
non aggiungerti a loro.
non farlo.
a meno che non ti esca
dall'anima come un razzo,
a meno che lo star fermo
non ti porti alla follia o
al suicidio o all'omicidio,
non farlo.
a meno che il sole dentro di te stia
bruciandoti le viscere,
non farlo.
quando sarà veramente il momento,
e se sei predestinato,
si farà da
sé e continuerà
finché tu morirai o morirà in
te.
non c'è altro modo.
e non c'è mai stato.

Charles Bukowski

 

UNA STORIA DI AMORE E DI TENEBRA – AMOS OZ

Capivo il suo dolore: papà aveva un rapporto quasi carnale con i libri. Amava toccarli, frugarli, accarezzarli, annusarli. Era infoiato per i libri, incapace di trattenersi, allungava subito le mani, fossero anche stati libri altrui. In effetti, i libri di allora erano molto più sexy di quelli di adesso: c’era di che annusare, accarezzare, tastare. C’erano libri con le scritte dorate sulla copertina che ancora profumavano, un po’ ruvide al tatto, così che dalle mani passava tutto un brivido sulla pelle, come quando si tocca qualcosa di intimo e inaccessibile, qualcosa che un po’ freme e trema, sotto le tue dita. C’erano poi libri con la copertina in cartone rivestita di stoffa, appiccicata con una colla dall’odore incredibilmente sensuale. Ogni libro aveva il suo odore segreto ed eccitante. A volte la copertina di stoffa si staccava un poco dal cartone, si scompigliava come una gonna sfacciata e che fatica non gettare l’occhio verso l’interstizio buio fra il corpo e il tessuto, non attingervi sentori da vertigine.

gentilmente offerto da Vaniapocket

 
 

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