Gruppo Scout Pesaro2

SU ALI D'AQUILA...


 A Miriam, la nostra aquilaResoconto bizzarro, un pò nostalgico, un tantino amaro ma anche speranzoso sulla settimana di servizio svolto dal 7 al 15 agosto 2009 nella tendopoli di Civitatomassa dal clan Hellzapoppin’ del PS2.Scendendo dal pullman-sauna la prima cosa a colpire non sono le decine di tetti blu che si susseguono ordinatamente gli uni accanto agli altri, ma la luce. É uno spiazzo grande all’ingresso del campo emanante luce e calore. Un caldo infernale.
Il viaggio fino alla tendopoli di Civitatomassa offre scorci sulla campagna montuosa nei dintorni de L’aquila, una natura verde e brulla, arcigna e rigogliosa al tempo stesso. Nella calura estiva di inizio agosto è quasi surreale vedere macchie blu tingere il paesaggio.E noi? Noi, col fazzolettone di un altro colore, quello arancione del servizio, ci accomodiamo nelle stesse tende della protezione civile allestite per gli aquilani. Inizia la settimana di servizio. La vita nella tendopoli è statica. Per loro. Sarà il caldo, sarà agosto, durante il giorno non si vede molta gente, tranne i bambini, certo. La sera, con la sua frescura, attira alla mensa il doppio delle persone. Casa agibile per la maggior parte di loro. Ma la paura di dormire, la notte, in una trappola, spinge tutti a fare un po’ di campeggio. E’ estate. E si mangia pure bene.I volontari qua si danno il cambio tutte le settimane. Cuochi, protezione civile, pompieri, infermieri e noi scout. Le facce cambiano di continuo. E magari ci si è un po’ stufati di fare amicizia e di piangere ad ogni addio. C’è tanto da fare per noi scout. Chi si occupa dei bambini e li intrattiene. Chi lava le pentole. Chi serve il cibo durante i pasti. Ogni tanto c’è un po’ di tempo libero. Tempo per curare se stessi e riflettere. La sera si fanno due canti, una tombolata. C’è chi ha voglia di sorridere, e chi si chiude in se stesso. Chi non ha più la casa, ha perso delle persone care, ha tuttora grossi problemi, ma non si scoraggia. E chi non ha più voglia di nulla e viene a prendere il suo piatto di pasta per inerzia. Conosciamo molte persone. Si collabora, ci si aiuta, si ride con gli altri volontari. E tra teglie incrostate e spazzatura da raccogliere ci si conosce meglio. L’allegria è una costante, insieme alle spugne e all’aceto. La fatica non pesa quasi mai perché siamo insieme. I bambini sono geniali e con loro costruiamo festoni, pappagalli di legno e facciamo disegni. Intanto la radio trasmette musica dance dalla cucina dei carabinieri, dove Umberto, il cuoco barese, sta preparando qualcosa con cui viziarci. E c’è tutta Italia a dare una mano: Nino e Rosario, i due pompieri siciliani, Franco che è intonato e Gabri che scherza sempre della protezione civile di Penne, Michele il cuoco latin lover di Torino, Gloria la mamma di tutti, Andrea della Caritas di Vicenza e il suo Bellini, Davide il capo campo. Sembra un romanzo di Ammaniti completo di personaggi caratterizzati alla perfezione.Molte cose funzionano alla grande, altre sono da migliorare. Siamo i tuttofare del campo e ci vogliono bene. Caffè e gelato non mancano mai. Anche se in realtà non manca proprio nulla qua. Addirittura la roba si butta. A mancare è l’aria di casa. E i nostri ospiti non è che siano il massimo della socievolezza. Ma impariamo da loro. Dalla gente, dai bambini, dagli altri volontari. Abbiamo avuto l’occasione di fare un giro in città. Lo spettacolo surreale di un’Aquila abbandonata e martoriata ci ha colpiti; le crepe e le case sventrate, cogli appartamenti a nudo, la vita privata in esposizione, non ci hanno lasciati indifferenti.Pensiamo a loro. Agli aquilani della tendopoli di Civitatomassa che abbiamo conosciuto e a tutti gli altri con immenso rispetto e li ammiriamo. Ci dispiace di non potere fare di più. Un giorno i campi saranno smantellati, le tende e le cucine smontate e tutti avranno un tetto vero sulla testa. E allora non resterà che il ricordo della paura, del dolore, del freddo, del caldo, delle brande, dei bagni chimici, della fila per riempire i vassoi, delle vespe, della terra che trema, dei volontari e di noi scout. Sembra strano, ma è l’Aquila ad averci dato tanto. Prima o poi si rialzerà sulle sue ali.Flavia B.