Scintille

Parole contrarie alla vita.


(Lo so, sono stato un po’assente in queste ultime settimane. Colpa degli esami, anzi, colpa di un esame in particolare che mi sta rubando tanto, troppo tempo. Ma quel che più mi dispiace è non aver avuto neanche qualche ora da dedicare alla lettura. Allora ho pensato di riprendere in mano un libro che ho letto qualche settimana fa, ma di cui non vi avevo ancora parlato e che ha ispirato così una delle mie GOCCE VIVE che, come ogni settimana, pubblico sulla mia rubrica settimanale del giornale online TargatoSA. Per i nuovi sintonizzati: fatemi sapere cosa ne pensate!)“Settanta acrilico trenta lana”, non è solo il titolo di un romanzo d’esordio, ma è anche una metafora per la vita soffocante della sua protagonista. Un titolo-maglione, dunque, perché i settanta acrilico trenta lana non riscaldano abbastanza, non sono di qualità e spesso fanno sudare freddo. E Camelia, la protagonista, da anni si sente così: dentro un eterno dodici dicembre. A Leeds, il paese in cui vive, infatti, “l’inverno è cominciato da così tanto tempo che nessuno è abbastanza vecchio da aver visto cosa c’era prima.” Per questo Camelia scambierebbe volentieri l’inverno con l’inferno. E in attesa che questo gelo scompaia dalla sua vita, trascorre i giorni prigioniera di una madre che ha smesso di parlare e che fotografa buchi. Finché non conosce un ragazzo cinese che, ideogramma dopo ideogramma, le insegnerà come aprire un varco di bellezza e mistero nella sua vita buia. Viola Di Grado, l’autrice, ha solo 23 anni, un’aria neo-dark ed è bravissima. Spero solo che, come la sua protagonista, non se ne vada in giro a decapitare fiori.Non lo capiva nessuno che sono le parole contrarie alla vita, ti nascono in testa, te le covi in gola, e poi in un attimo ci spargi sopra la voce e le uccidi per sempre. La lingua è un crematorio incosciente che vuole condividere e invece distrugge.(V. Di Grado)Ed è per questo che, a volte, è difficile trovare parole che ci restino accanto. Che ci confortino e ci sorridano. Parole-medicine che come schegge di luce nel buio illuminino il sentiero. Parole che quando ci accarezzano -con inganno- non ci taglino la faccia. (By Viparious)