PETRONIUS ARBITER

Never complain, never explain - soprattutto never explain


Siamo quasi alla fine dell'anno scolastico, di un anno scolastico che per me è cominciato con il broncio e che è andato migliorando con il passare delle settimane, perché nella nuova scuola ho trovato colleghi in gamba, ritrovato persone conosciute anni addietro che stimavo allora e che stimo di più adesso, rinsaldato amicizie e fatto nuove esperienze. In classe ho sperimentato modi nuovi di far lezione, ho modificato l'esistente e in un paio di occasioni ho anche dovuto ricredermi e tornare al vecchio (e noioso) leggo-e-spiego, visto che altre modalità non funzionavano. Accanto a queste, ho avuto anche momenti no: io sono una sostenitrice accanita della trasparenza, dello spiegare come correggo e come metto i voti, sono una sostenitrice del parlare chiaro con i ragazzi, ma a quanto pare per gli studenti - o per alcuni di essi - trasparenza e franchezza significano solo potermi attaccare più agevolmente. Questo è emerso in maniera chiara in un paio di occasioni, l'ultima stamattina, con la simpatica "collaborazione" di un collega dalla lingua lunga che avrebbe riferito un mio commento ad un gruppo di studentesse, le quali si sono molto risentite non del fatto che io pensi che abbiano copiato, ma del fatto che l'abbia detto ad alta voce.E sapete che c'è? Che da tutto questo ho tratto un grande insegnamento: dall'anno prossimo il sistema cambia: il minimo indispensabile di trasparenza, e per il resto si fa come dico io perché lo dico io. E se qualcuno dovesse non essere d'accordo, che se ne faccia una ragione. PS: ricordatemi anche di scegliere meglio i colleghi con cui commentare i compiti.