PETRONIUS ARBITER

Un'amicizia molto diretta


Lei ed io siamo amiche dai tempi dell'università. Siamo molto diverse, fisicamente, nel modo di pensare e di esprimerci, soprattutto nel modo di pensare. In comune abbiamo l'amore per il francese, per l'insegnamento e per i ragazzi; ci vogliamo bene come sorelle, anche se ci vediamo pochissimo perché abitiamo lontane. C'è una cosa, tuttavia, che di lei mi disturba profondamente: la sua schiettezza, che nel discutere spesso sconfina nella brutalità e nei gesti sfiora la maleducazione.Per dire: se viene a casa mia, io le offro il mondo intero, ma se apre il frigorifero e si serve senza neanche chiedere a me dà un fastidio immenso; se le sto raccontando una litigata con mio marito mi fa piacere che lei la pensi come me, me ne fa molto meno se lo insulta, sia pure perché è arrabbiata vedendomi stare male.L'anno scorso io feci il concorso e lei, con la consueta sincerità, mi disse che non serviva a niente; quando le telefonai contenta del mio esame orale non fece apprezzamenti, anzi, fu scettica; ci rimasi male ma non dissi niente (visto a posteriori, aveva ragione lei, ma facendo il concorso io volevo darmi una chance in più). Oggi in graduatoria mi supera una sua amica (per un solo punto, accidenti!) e lei, pur sentendomi seccata, non fa cenno.Ora lei scrive su Facebook che ha raggiunto il posto X in graduatoria (posto che io ho raggiunto cinque anni fa nella mia provincia), posizione per cui non servivano particolari meriti, e molti si congratulano con lei. Ma per che cosa, per non aver abbandonato l'insegnamento? Scusate, non ci vedo grandi motivi per congratularsi, non mi pare una laurea honoris causa o la pubblicazione di un libro o la nascita di un figlio.E casomai a qualcuno venisse in mente che potrei dirglielo, sappiate che non lo farò perché nel mio concetto di amicizia non è compreso rovinare la festa all'altro.