PETRONIUS ARBITER

Un gusto tutto particolare


Ci sono delle parole che hanno un bel suono, che mi "sono simpatiche", che arredano bene la frase. Una delle mie preferite è "sesquipedale". Sentite come è ben cadenzato, come riempie la bocca: se - squii - pe - daa - le. Ammirate la perfezione dell'alternanza tra vocali lunghe e vocali brevi, il ritmo degli accenti. Rende bene l'idea di qualcosa di così indicibilmente enorme che un aggettivo normale non basta.Ma tanto aggettivo non può rimanere senza un compagno degno di lui, senza un nome che gli sia complementare nel suono e nel senso, un vino che si sposi a quel piatto: che sarebbe mai il cioccolato senza peperoncino, le fragole senza panna, lo champagne senza le bollicine? Non può adattarvisi la prima parola che passa per strada, no; si deve accostare un nome che formi una catena ineluttabile, una cascata di sillabe che, formatesi nella mente, rimbalzino dalla gola alla bocca e da lì cadano con un'inconfondibile armonia. Non è facile trovare l'abbinamento giusto, oh no! Poi però incontri una persona, la ascolti parlare un pochino, la ascolti mentre confuta una diagnosi medica alla luce di astruse teorie ... ed ecco che LA parola si fa largo nella tua mente. Sesquipedale, sesquipedale.... Cretino sesquipedale!